NEGOZIATI SUL CLIMA DI BONN
WWF: "SOLO PICCOLI PASSI IN AVANTI.
RAGGIUNGERE L'ACCORDO SI PUO' MA OCCORRE
UN CHIARO MANDATO DEI LEADER"
Roma, 11 giugno 2010. I negoziati di Bonn hanno fatto piccoli passi in avanti rispetto agli incontri precedenti, ma hanno mancato alcuni obiettivi importanti. E' il commento del WWF alle due settimane di negoziati sul clima che si chiudono oggi a Bonn.
"Per vincere la 'coppa del mondo' di un futuro a basse emissioni di carbonio, dovremo segnare in breve tempo molti punti importanti, come raggiungere un accordo sull'adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici e sui modi per fermare la deforestazione" ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia che è a Bonn per seguire i negoziati.
"Bonn ha fatto qualche passo in avanti su alcuni di questi temi cruciali, che saranno elementi essenziali di un piano futuro per affrontare la sfida del clima. Non c'è alcuna ragione perché i negoziatori richiedano tempi supplementari invece di concludere i giochi al vertice sul clima che si svolgerà in Messico a dicembre – ha continuato Mariagrazia Midulla del WWF Italia.
Per il WWF, i progressi di Bonn sono stati il risultato di un migliore spirito di squadra tra i negoziatori, con i Paesi del Nord e del Sud del mondo che si sono uniti in coalizioni inusuali, creando uno scambio dinamico e un buono spazio per soluzioni e compromessi.
Tuttavia, i negoziati non hanno visto nessuna vittoria importante su questioni cruciali come la finanza e le politiche per liberare le economie dai combustibili fossili e prepararle per un futuro a basso contenuto di carbonio, e questo soprattutto per l'assenza di interventi determinanti e per le tattiche ostruzioniste della Russia e di Paesi petroliferi come l'Arabia Saudita.
"L'azione di un'intera schiera di giocatori chiave nei negoziati non è riuscita a eguagliare i rapidi cambiamenti a favore delle tecnologie pulite che si stanno verificando sia negli investimenti che nella percezione dell'opinione pubblica, in diversi Paesi - ha detto Mariagrazia Midulla del WWF Italia - Mentre i negoziati tendono ancora a considerare l'azione per il clima come un fardello, sempre più persone in sempre più Paesi la considerano un'opportunità, ed è proprio questo il modo di vedere che consentirebbe ai negoziatori di risolvere le grandi sfide."
Il nuovo testo negoziale diffuso in questa ultima giornata di negoziati potrebbe mettere i delegati che parteciperanno ai 'round' intermedi – uno in agosto e l'altro in ottobre - prima del vertice del Messico, nella condizione favorevole per trasformare la teoria nella pratica all'incontro decisivo di fine anno.
"I negoziati di Bonn hanno ricordato alle parti che discutere in buona fede è la scelta migliore, ed è su questa base che al vertice del Messico potrà essere raggiunto un accordo su un significativo pacchetto di azioni e soluzioni, rendendo la definizione del nuovo accordo globale sul clima in Sud Africa nel 2011 un obiettivo realistico – ha concluso Mariagrazia Midulla del WWF Italia - Mentre le squadre di calcio di Messico e Sud Africa oggi si sfideranno nella prima partita dei mondiali di calcio 2010, i loro governi sono giocatori chiave per il successo dei 'mondiali di azione per il clima' 2011, dove a vincere non dovrà essere una sola nazione ma l'intero pianeta."
Il sondaggio WWF "Oracolo dell'accordo per il clima", che ha raccolto il parere di 265 tra delegati, osservatori e giornalisti presenti a Bonn, ha rivelato che la maggior parte delle persone che hanno seguito i negoziati la pensano allo stesso modo. Il 54,7% degli intervistati pensa che un accordo potrà essere raggiunto già al vertice del Messico di dicembre. Tuttavia, il 53,6% ammette che, realisticamente, arriveremo al nuovo accordo globale sul clima solo nel 2011 in Sud Africa. Le opinioni dei delegati non sono state molto diverse da quelle di osservatori e giornalisti.
Inoltre, una nuova ricerca condotta dalla Stanford University dimostra come gli americani siano convinti dell'esistenza e della gravità del cambiamento climatico: tre quarti degli intervistati è a favore di una specifica azione del governo in merito, mentre il 71% dà (moderata, molta o completa) fiducia all'allarme degli scienziati, contro il 70% nel 2009 e il 68% nel 2008. Dalla ricerca emerge come il cambiamento climatico sia largamente considerato una responsabilità delle attività dell'uomo e una questione di pubblico interesse.
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