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lunedì 19 novembre 2012

Contro i pericoli della globalizzazione nasce il Chief Security Officer (CSO)

È l'evoluzione del Security Manager: per la sua formazione è previsto un nuovo corso post laurea di 'Intelligenza economica'. Questa figura è stata illustrata – nel quadro di un rapporto sullo scenario della sicurezza in Italia e nel mondo – il 14 novembre a Milano, in occasione di un summit promosso da Asis International Italy Chapter, la più importante associazione dei professionisti della sicurezza al mondo, presieduta da Genseric Cantournet, Vice President Security in Telecom Italia. Al summit si sono confrontati Istituzioni, responsabili della Security delle più importanti infrastrutture italiane, Manager ed Executive Head Hunter.


A sollevare il problema è la più grande organizzazione di professionisti della sicurezza a livello globale, ASIS International, con più di 36.000 iscritti nel mondo, oltre 200 filiali nazionali e circa 80 persone che lavorano a tempo pieno nel suo quartier generale negli USA: il livello di rischio per le nazioni e le aziende è cresciuto esponenzialmente con la globalizzazione e la tecnologia e il Security Manager tradizionale, anche se formato in ambiti molto specialistici come Forze Armate e Forze dell'Ordine, deve evolversi verso nuove competenze. Nasce così il Chief Security Officer (CSO), una nuova figura evoluzione del Security Manager, con competenze trasversali e skill sempre più strategici.
La stessa norma UNI 10459, 'Funzioni e profilo del professionista della Security aziendale', è in fase di rivisitazione per definire la valutazione e la qualificazione di tale professionista, come spiega Genseric Cantournet, neo presidente di Asis Chapter Italy e Vice President Security in Telecom Italia, che fa parte della commissione di studio dell'ente normativo. “Oggi la sicurezza di un sistema economico dipende dal suo patrimonio informativo – spiega Cantournet –. Gli strumenti, i metodi e le competenze per individuarlo, capire come difenderlo e come gestirlo efficacemente sono gli asset essenziali di un sistema di sicurezza adeguato alle sfide a cui il mercato globale ci costringe. Intercettare i segnali deboli, magari dall'altra parte dell'emisfero, che possono scatenare criticità e disordine richiede know-how ed esperienza specifici. In gioco non ci sono solo le aziende ma la competitività del sistema Paese”.
Un rapporto su questo scenario e il profilo professionale del CSO sono stati presentati il 14 novembre al summit organizzato da Asis Chapter Italy a Milano (Ristorante Il Marchesino), nel corso di un incontro a porte chiuse, presenti vertici delle Istituzioni, Direttori della Security di primarie aziende pubbliche e private (Telecom Italia, ENI, Finmeccanica e Poste Italiane), rappresentanti dell'industria (Thales Alenia Spazio, Gruppo Mondadori) e delle principali società internazionali di executive search.
Laura Barettini di Odgers Berndtson ha sottolineato: “La figura del CSO è estremamente articolata e fortemente caratterizzata dall'esigenza di un'integrazione equilibrata di più elementi: tecnica, innovazione, gestione e trasversalità. Alla luce di questo, il ruolo del CSO risulta particolarmente 'critico' al punto di enfatizzare la strategicità del processo di selezione”.
Anche il mondo accademico ha recepito l'esigenza di nuovi modelli formativi adeguati alla nuove frontiere della sicurezza. È stato costituito infatti un corso di studi in 'Intelligenza economica', frutto della collaborazione del Centro interuniversitario Transcrime dell'Università Cattolica di Milano, diretto dal prof. Ernesto Savona, e del gruppo Sistemi Complessi e Sicurezza dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, diretto dal prof. Roberto Setola.
L'iniziativa si avvale di un comitato scientifico di cui, oltre allo stesso Genséric Cantournet di ASIS, fanno parte Damiano Toselli, Presidente di AIPSA (Associazione Italiana Professionisti della Security Aziendale) e rappresentanti di grandi gruppi industriali e finanziari.

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