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lunedì 7 ottobre 2013

Sentenza Ue, verso lo stop definitivo al massacro delle foche

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha bocciato per la seconda volta il ricorso degli Inuit per chiedere l'annullamento del Regolamento che vieta il commercio di pelli e derivati di foca in Europa. L'eurodeputato Andrea Zanoni ha affermato: «Una sentenza storica che è il primo passo verso la fine dell'uccisione di milioni di foche e dei loro cuccioli»

Il 3 ottobre 2013, la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha bocciato per la seconda volta il ricorso degli Inuit per chiedere l'annullamento del Regolamento UE 1007/2009, che vieta sul territorio UE il commercio di pelli e derivati di foca, ricavati dalla caccia commerciale.

La Corte Ue ha, dunque, dichiarato irricevibile il ricorso degli Inuit, confermando quanto già deciso dal Tribunale in primo grado. Con la sentenza i ricorrenti sono stati, inoltre, condannati al pagamento delle spese processuali, anche quelle sostenute dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell'Unione Europea.

L'eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali e membro della Commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «È una sentenza storica e una grande vittoria di civiltà. Finalmente è stato compiuto un passo decisivo verso la fine di una delle più crudeli forme di sfruttamento e uccisione degli animali. I tempi sono maturi per cancellare definitivamente una delle pagine più tristi ovvero il massacro di milioni di foche e dei loro cuccioli. Abbiamo dalla nostra parte i cittadini europei, la comunità scientifica, e ora abbiamo anche la conferma giuridica, per la seconda volta, per chiudere definitivamente la porta dell'Europa all'inutile crudeltà della caccia alla foca a scopi commerciali».

A gennaio 2013, l'Avvocatura Generale della Corte di Giustizia, si era espressa suggerendo alla Corte Ue di non modificare la precedente sentenza di rigetto.

Il ricorso era stato proposto da un'organizzazione che rappresentava gli interessi degli Inuit canadesi, oltre a produttori e commercianti di prodotti derivati dalla foca, chiedendo ai giudici dell'Unione l'annullamento del divieto generale di commercio dei prodotti derivati dalla foca nell'Unione europea, emanato da Parlamento e Consiglio a settembre 2009. Dal divieto sono comunque esclusi l'immissione e la vendita sul mercato di prodotti che provengono dalla caccia tradizionalmente praticata dagli Inuit e da altre comunità indigene e che contribuiscono alla loro sussistenza.

Il 25 aprile 2013, La Corte Ue, in primo grado, aveva riconosciuto la legittimità del Regolamento CE 1007/2009 "Commercio di prodotti derivati dalla foca". (SENTENZA)

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