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venerdì 25 ottobre 2013

Sicilia, liberi consorzi dei comuni e città metropolitane infiamma il dibattito!!



Il dibattito sull’abolizione delle province e la creazione dei liberi consorzi dei comuni  che si stà svolgendo attualmente nei vari comuni della Sicilia, sembrano rappresentare il trampolino di lancio delle prossime campagne elettorali. Si apre un confronto  con i cittadini da parte delle varie forze politiche che hanno il 19 Marzo 2013 approvato attraverso un maxi emendamento la creazione in Sicilia dei liberi consorzi dei comuni e delle città metropolitane. Tutti cercano di portare avanti con paternità la questione che però vede i suoi albori legislativi nel cardine dello statuto di autonomia Siciliano ,vero protagonista dell’evento con l’art.lo 15 . La stranezza che l’istituzione dello statuto di autonomia siciliano fu concesso il 15 maggio 1946 da re Umberto II di Savoia, ed incardinato nella costituzione (art. 116). Ma non è stato mai  applicato fino ai giorni nostri. La Sicilia ha,infatti, ampia autonomia politica,legislativa oltre che amministrativa e finanziaria in diversi campi tra questi i beni culturali, l’agricoltura,l’ambiente, la pesca, gli enti locali, il territorio, il turismo, la polizia forestale. Nocciolo duro contrastato da sempre dai governi nazionali visto che la totalità delle imposte riscosse in Sicilia dovrebbe infatti restare nell'isola. Ai sensi degli articoli 36 e seguenti del proprio Statuto (Legge Costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948), la Regione siciliana è dotata quindi di completa autonomia sia finanziaria che fiscale. Le province in Sicilia sono state già commissariate da marzo del 2013 in attesa della formulazione definitiva della legge entro il 31 dicembre. Dietro le scelte della Sicilia che certo saranno sovrane in forza dello statuto di autonomia speciale , le mancate scelte del governo Letta che a livello nazionale non ha ancora messo mano alla modifica del titolo V° della costituzione. Ma l’Italia attraverso le scelte della Sicilia, come indica la costituzione ,sarà veramente costruita ancora su Regioni,Provincie e Comuni? Ad oggi le provincie sono 110 ma il loro numero è salito nel corso degli anni e specie nel secondo dopoguerra, nel 1946 erano 91 per poi aumentare gradualmente fino ad arrivare nel 2004 a 110 di cui ben 19 provincie con meno di 200 mila abitanti. Un’impalcatura di gestione dello stato che costa agli italiani 16,5 miliardi di euro ogni anno. Una gestione che grava sui cittadini per circa 160 euro procapite ,che nel dettaglio sono 178 euro al centro,164 al nord e 143 euro al Sud. Il finanziamento delle provincie deriva per buona parte dalle imposte automobilistiche,dalla imposta sulla RC auto ed altre imposte legate all'auto. Secondo le stime del governo Crocetta la manovra provincie potrebbe portare nelle casse della regione Siciliana circa 700 milioni di Euro. Gli interessi delle lobby politiche rimangono sempre gli stesse visto che i rappresentanti dei liberi consorzi dei comuni saranno sempre scelti dalla governance  attuale e non dai cittadini.
                                                                                                 Di Maurizio Cirignotta

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