Girolomini - patrimonio universale
“Conoscere il centro antico di Napoli non
è facile a causa dell’enorme ricchezza di opere d’arte, di documenti di storia
e di testimonianze di vita popolare, presente ovunque, nei vicoli e nelle
piazze, tra tanta gente a costituire un ambiente culturale ed urbano di enorme
interesse e valore”, scriveva qualche
anno fa, in una rara guida tascabile, Roberto Di Stefano, storico
dell’architettura italiana e professore emerito dell’Università di Napoli.
Per un solo
giorno è stato tirato fuori dell’oblio un altro tesoro di questo immenso
patrimonio ed è stato subito un accorrere di cultori, studenti, anziani che sin
dalle prime luci, lungo i marciapiedi di Via Duomo, di fronte al Tesoro di San
Gennaro, si sono assembrati per visitare la Biblioteca Oratoriana dei Girolamini, chiusa, al
pubblico, nei primi del’900.
Il 10 ottobre, in
una mattinata uggiosa, in occasione della “Domenica di carta”, l’evento del
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per promuovere
anche i monumenti di carta, è stato consentito ad oltre quattromila cittadini,
poter entrare, in un luogo top secret per molti anni e, negli ultimi tre sotto
sequestro giudiziario, in seguito al clamoroso furto di un imprecisato numero
di volumi da parte di un curatore disonesto, Massimo De Caro, arrestato e
condannato a sette anni di carcere e, all’interdizione perpetua dai pubblici
uffici e a Sandro Marsano, preposto della Congregazione dell’Oratorio e
responsabile dei Girolomini, condannato a pena minore. La riapertura è stata
consentita per un solo giorno da parte dell’Autorità giudiziaria.
Nei primi anni
sessanta, si vociferava di strani trasferimenti di libri da parte di alcuni
preti. Dopo furono addirittura ospitati, nelle sale, alcuni senza tetto. Nel
2012 la scoperta dei furti. Libri antichi, rari, venduti all’estero e in
Italia. Mancano testi di Galilei, matematici, filosofi. Alcuni scaffali lignei
e decorati desolatamente vuoti, con la speranza di recuperare il bottino sparso
in tutto il mondo.
Meritevole
l’iniziativa del Ministero di dedicare una giornata alla conoscenza dei luoghi
storici (biblioteche ed archivi) della memoria ed al patrimonio in loro
contenuto. Alla riuscita della visita hanno collaborato i volontari del Fai.
All’ora di chiusura, proteste da parte degli ultimi in coda e, la promessa di
una prossima riapertura.
“E’ stata
costituita una task force – racconta Mauro Giancaspro, ex direttore Biblioteca
Nazionale e attuale custode giudiziario dei Girolamini, per fronteggiare le
devastazioni. La sala Vico è certamente la più bella al mondo e raccoglie
volumi, religiosi e laici, di matematica, scienze, astronomia, filosofia oltre
a classici latini e greci”.
"Abbiamo
trovato gran parte dei volumi infestati e abbiamo dovuto restaurare le
scaffalature lignee, ha dichiarato Rossana Rummo direttore generale
Biblioteche".
La biblioteca,
seconda più antica in Italia, aperta nel 1586 tra le opere più pregevoli della
città fa parte della chiesa, del convento della quadreria e dei chiostri.
L’antico
itinerario prevedeva la visita alla Chiesa con decorazioni in oro, marmi e
madreperla e le valsero il titolo di Domus aurea, alla Casa dei Padri
dell’Oratorio e ai due chiostri, architettura di Dionisio Lazzari da qui alla
biblioteca il cui progetto fu redatto da Arcangelo Guglielmelli, mentre
direttore dei lavori fu il figlio Marcello, ingegnere ordinario della
Congregazione oratoriana, La decorazione dell’interno della Biblioteca, uno dei
più spettacolari del Settecento napoletano si deve alla collaborazione di uno stuolo di valenti
artisti, quali lo scultore Francesco Pagano, allievi di Domenico Vaccaro ed i
pittori Cristoforo Russo e Francesco Malerba. La biblioteca poi fu ampliata con
l’aggiunta di altri quattro saloni. Il patrimonio libraio è di circa 160mila
volumi ed opuscoli, tra i quali 137 composizioni e opere musicali, 5.000
edizioni del Cinquecento, 120 incunabili, ”legature Carnevari”, 10mila edizioni
rare e di pregio, 485 periodici, trattati di filosofia, teologia cristiana,
musica sacra e letteratura europea. Diversi fondi hanno arricchito il
patrimonio librario.
Hanno attinto e
aggiunto il loro sapere, Giambattista Vico; Salvatore Di Giacomo; Benedetto
Croce; Roberto De Simone; Riccardo Muti.
Particolarmente
notevole, infine, la
Pinacoteca, decorata nelle sue varie sale, da dipinti di
Andrea da Salerno, Giovan Filippo Criscuolo, Federico Zuccari, Girolamo
Imparato, Luigi Rodriguez, Andrea Vaccaro, Guido Reni, Sebastiano Conca.
Un ulteriore nuovo
interesse può offrire il convento dei Gerolomini, la sacrestia con capolavori
di Guido Reni e Pietro da Cortona; il naturalismo di Battistello Caraccio e
Josepe de Ribera, il barocco di Luca Giordano e la scoperta e la sistemazione
di cunicoli romani che attraversano il sottosuolo e dei numerosi elementi di
età romana.
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