Secondo l'approfondimento curato da Nomisma-Wine Monitor, anche nel 2017 si conferma un incremento in doppia cifra sia della Passerina (+15%) che del Pecorino (+10,5%) per un posizionamento di tutto rilievo anche sul fronte del prezzo medio, con valori quasi doppi rispetto al complesso dei vini bianchi in Gdo (5,2 e 5,5 euro/litro i prezzi di Passerina e Pecorino, contro la media-bianchi a 3 euro/litro).
Nel 2017 i vitigni, che nelle Marche sono anche alla base delle denominazioni Offida Docg, Falerio e Terre di Offida Doc, hanno venduto nella grande distribuzione circa 4,9 milioni di bottiglie per un valore di 19 milioni di euro, registrato soprattutto nelle regioni di Centro-Nord. Una crescita nel triennio difficile da eguagliare, con la Passerina che conferma Lazio – dove sale del 144% -, Lombardia (+79%) e Marche (46%) come principali sbocchi, e con incrementi importanti in Abruzzo/Molise (+125%), Umbria (+101%), Toscana (+94%) ed Emilia Romagna (+74%).
"Quest'anno a Vinitaly festeggiamo i 50 anni del Rosso Piceno, la denominazione più estesa dei vini rossi marchigiani - ha detto il presidente del Consorzio vini piceni, Giorgio Savini -, ma non perdiamo di vista la crescita dei nostri bianchi autoctoni, con un'indagine Nomisma sui vini italiani di tendenza e un focus sulle regioni a maggior vocazione biologica. Due plus che l'area del Piceno ha fatto propri in questi anni".
Offida rappresenta l'unica denominazione di origine controllata e garantita per i vitigni di Passerina e Pecorino, con un disciplinare molto più stringente di quello consentito in altri areali (90 quintali per ettaro). La zona di produzione della Dogc è ristretta al solo Piceno, in 25 comuni delle province di Ascoli e Fermo (9 per intero e altri 16 in parte) con l'imbottigliamento permesso nelle sole zone di produzione.
--
www.CorrieredelWeb.it
Nessun commento:
Posta un commento