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domenica 1 ottobre 2006

Sarà la Direttiva 2006/66/CE a disciplinare raccolta, trattamento e riciclaggio di batterie e accumulatori usati.

Si stima che ogni anno, nell’UE-15, 118.000 tonnellate di batterie e accumulatori portatili, corrispondenti a 2,5 miliardi di batterie, pari al 75% delle vendite, vengano gettate nei Rifiuti Solidi Urbani (RSU).

Ne deriva un significativo rischio ambientale come conseguenza del contenuto in mercurio, piombo e cadmio, che caratterizza molte tipologie di batterie ed accumulatori.
Questi metalli sono infatti riconosciuti capaci di effetti tossici-mutageni-carcinogenici, sono soggetti ad accumulo nell’ambiente e appaiono suscettibili di ingresso nella catena alimentare.

La dimensione del fenomeno evidenzia chiaramente il cattivo funzionamento del quadro normativo in vigore sino a pochi giorni or sono, rappresentato dalla Direttiva 91/157/CEE.

I principali limiti che si possono riconoscere alla Direttiva 91/157/CEE sono individuabili in una raccolta selettiva che, oltre ad essere priva di obbiettivi quantitativi, risulta indirizzata esclusivamente verso batterie e accumulatori contenenti metalli pesanti, scelta che è entrata in conflitto con l’incapacità del consumatore a distinguere, tra i diversi tipi di pile, quelle da destinare alla raccolta differenziata.

In questo contesto generale molte furono le pressioni per una revisione del quadro normativo; esse si concretizzarono, nel novembre 2003, in una proposta di direttiva elaborata dalla Commissione e destinata - una volta approvata - a sostituire la 91/157/CEE.

Nel lungo iter procedurale che ha abbracciato un arco di tempo di circa tre anni, la negoziazione ha visto coinvolti i tre attori istituzionali (Commissione-Consiglio-Parlamento Europeo) e le organizzazioni portatici degli interessi delle imprese di produzione e di riciclaggio di batterie (EPBA, RECHARGE-CollectNiCad, EUROBAT).

Fulcro della discussione è stato il destino del cadmio, metallo da molti anni al centro di una strategia comunitaria volta alla sua progressiva eliminazione dalle applicazioni civili ed industriali, ma che proprio nella fabbricazione di accumulatori evidenzia delle peculiari caratteristiche di efficiacia ed economicità che lo rendono difficilmente sostituibile.

La Commissione, sostanzialmente in linea con il Consiglio, ha palesato posizioni vicine a quelle delle industrie, evidenziando un profondo contrasto con la posizione del Parlamento Europeo, a tratti intransigente e orientato invece verso la completa messa al bando del cadmio dalle batterie.

Nonostante le difficoltà, Parlamento Europeo e Consiglio hanno avuto modo di trovare un punto di accordo e di approvare un documento condiviso che è sfociato nel testo della Direttiva 2006/66/CE, entrata in vigore il 26 settembre 2006.

Pur in presenza di significative deroghe per molti prodotti, il nuovo testo legislativo si presenta profondamente innovativo per il settore.
Tra i principali elementi di novità possiamo ricordare:

-il divieto generale di commercializzazione di batterie e accumulatori contenti oltre lo 0,0005% (5 ppm) in peso di mercurio e oltre lo 0,002% (20 ppm) in peso di cadmio (limite quest’ultimo pari ad 1/12 del limite prescritto dalla Direttiva 91/157/CEE);

-la definizione di obbiettivi vincolanti di raccolta differenziata, applicabili a tutte le tipologie di batterie, individuati nel 25% (entro il 2012) e nel 45% (entro il 2016) delle vendite medie dell’anno in esame e dei due anni antecedenti;

-la previsione di efficienze minime di riciclaggio (% in peso) riguardanti la totalità dei materiali contenuti in batterie ed accumulatori, fissati al 75% per le batterie nickel-cadmio, al 65% per gli accumulatori piombo/acido e al 50% per tutte le altre tipologie di batterie;

-l’introduzione di specifici requisiti progettuali per le apparecchiature alimentate a batterie, al fine di rendere facilmente asportabili queste ultime una volta esauste;

-l’obbligo di etichettatura su batterie e accumulatori in modo da evidenziarne la “capacità” così da indirizzare le scelte del consumatore verso prodotti con un migliore rapporto prezzo/durata.

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Tratto da “Batterie e accumulatori usati: il problema ambientale e le nuove prospettive delineate dalla revisione della direttiva 91/157/CEE” tesi di laurea di Massimo Riga (1), discussa presso l’Università degli Studi di Udine.
L’elaborato è disponibile in forma integrale su www.tesionline.it (chiave di ricerca “batterie”).
Contatti: massimoriga@libero.it
(1)
Dottore in Scienze Agrarie,
Dottore in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e la Natura.

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