e le trasforma in oggetti di design: coppe e campane, che vende su internet
di LUIGI BIGNAMI
Lo spazzino dell'Everest lancia il business sul web Sono ormai migliaia gli alpinisti che hanno scalato o tentato di raggiungere la cime dell'Everest, la montagna più alta della Terra, solo per soddisfazione personale. Ma ce n'è uno che ha sfruttato l'immondizia che essi lasciano dietro sè a fini economici ed ecologici. Si chiama Jeff Clapp, il quale dopo aver visionato un documentario che parlava dei rifiuti lasciati sull'Everest dalle spedizioni, ha pensato di sfruttare l'enorme quantità di bombole d'ossigeno usate per scalare la montagna, di ogni foggia e dimensione, abbandonate dagli alpinisti nel corso degli anni. E con esse ha costruito un vero business, trasformandole in oggetti ornamentali che ora vende via internet.Le bombole sono trasformate in campane, in coppe e vari altri tipi di soprammobili e stanno avendo un notevole successo. "Il mio scopo - ha spiegato Clapp - non è solo quello economico, ma è anche quello di trovare un modo per ripulire le montagne più alte della Terra senza dover portare tutto in discarica. Insomma è possibile trasformare ciò che è pattumiera in un piccolo tesoro".
Le sue prime "trasformazioni" vennero semplicemente definite una pazza idea, ma ora sono una linea di tendenza che viene chiamata "Le Campane dell'Everest". E così, da un anno a questa parte, sono decine le richieste di oggetti fatte direttamente sul suo sito web. "La parte più difficile da lavorare è la fibra di vetro che ricopre quasi tutte le bombole d'ossigeno, per il resto non ci sono problemi, se non trovare il miglior modo per modellarle", spiega. I guadagni? Per Natale Clapp ha venduto le campane ad un prezzo compreso tra i 1.600 e i 3,000 dollari, mentre le ampolle tra i 500 e i 1,500.
Fin dalla prima spedizione che vide la conquista dell'Everest da parte di Edmund Hillary e dello Sherpa Tenzing Norgay nel 1953, i rifiuti hanno iniziato ad accumularsi lungo i versanti della montagna. Oltre alle tende e al materiale di supporto, gli alpinisti abbandonano sulla loro via una grande quantità di bombole d'ossigeno, che ancora oggi viene utilizzato in abbondanza. In prossimità della cima dell'Everest infatti, la quantità d'ossigeno presente nell'aria è ridotto ad un terzo rispetto a quella al livello del mare e poche sono le persone che riescono ad arrivare sulla vetta senza l'uso di bombole. E anche chi non ne fa uso, le porta almeno fino al campo base per utilizzarle in caso di necessità estrema. Oggi solo sulla via normale se ne possono contare circa 600 abbandonate lungo la traccia di salita.
Spiega Rick Wilcos, un alpinista che si è proposto di contare le bombole d'ossigeno abbandonate: "Tutti gli alpinisti si propongono di riportare a valle i propri rifiuti, ma spesso quando si trovano tra la vita e la morte per le condizioni estreme, "preferiscono" puntare alla vita e abbandonare tutto ciò che si sono portati con sé".
Le cose sono un po' cambiate negli ultimi anni, perché il governo nepalese richiede una forte somma di denaro se al ritorno le spedizioni non hanno con sé tutte le bombole portate alla partenza. E questa richiesta è un forte deterrente che aiuta a non abbandonare il materiale sulla montagna.
Ma di bombole ce ne sono ancora centinaia e, dunque, a qualcun altro è ancora concesso di seguire le orme di Clapp.
Origine: Repubblica



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