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- CUMUNICATU STAMPA -
SCONCERTANTI LE AFFERMAZIONI DI CHI "COSTRUISCE UN PONTE" SULLA DISGRAZIA
Amarezza per le sconcertanti quanto opportunistiche affermazioni di quanti, da più parti, hanno "colto l'occasione" per riesumare la "pratica Ponte".
Che sembrava, finalmente, archiviata, anche con la clamorosa smentita che il Presidente della Regione, Cuffaro, sta subendo per tramite del sondaggio/trombone on-line da egli stesso voluto.
E invece sulla morte di quei marittimi c'è chi vuole costruire il pretesto per tornare a far valere le proprie "ragioni", invero prive di ragionevolezza.
Se, infatti, costoro intendessero proporre soluzioni semplici, veloci, ed ecocompatibili (per quanto non di grande risalto mediatico, eppur latrici di sincero e solido consenso), parlerebbero di modernizzazione, adeguamento a più alti standards di sicurezza, qualità del trasporto e , per l'appunto, sicurezza. Che il ponte non può portare, quando invece è chiaramente simbolo di inutilità ed irreparabile danno.
È ben noto, infatti, che gli incidenti ferroviari e, soprattutto, stradali, hanno un'incidenza di gran lunga superiore a quelli marittimi, e persino di quelli aerei.
Del resto, se sorvoliamo sulle "sparate" propagandistiche, è facile capire come tanto i mercantili, quanto gli aliscafi per i passeggeri a piedi, continuerebbero a transitare nello Stretto anche in caso di malaugurata edificazione del ponte-monstre.
Infatti, checché ne dica il noto corsivista che un grosso quotidiano siciliano non manca di sostenere la sua personale quotidiana crociata a favore del ponte, tale struttura non sarebbe comunque transitabile a piedi.
E ancor oggi fa amaramente sorridere la proposta che tale cronista, lo stesso che per lunghi anni negò finanche l'esistenza della mafia a Catania, avanzò, di una "corsia pedonale" sul ponte. Una vera passeggiata di salute fra oscillazioni, reti di protezione, gas di scarico, rumori assordanti, e spostamenti d'aria fortissimi causati da autoveicoli e treni.
Per non parlare di come l’intermodalità dei “corridoi europei” (tra i quali, il citatissimo Berlino-Palermo), venga sistematicamente ignorata e taciuta per sostenere la necessità che sullo Stretto automobili, tir e treni transitino sulle proprie ruote, quando l’intermodalità chiama, anche e soprattutto, in causa il trasporto marittimo, in specie il cabotaggio veloce.
Ma è questa la serietà e adesione alla realtà tipica di gran parte dei politici siciliani/sepoy, e dei loro apologeti massmediatici.
Per questa ragione, oggi più che mai, la Sicilia ha la necessità di creare una propria classe dirigente, giovane, colta, disinteressata, e porla a capo dello Stato Siciliano indipendente che presto verrà.
Catania, 18 jinnaru 2007
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Andrea Finocchiaro Aprile, 1944



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