UTILIZZO DEI FONDI COMUNITARI: LE RESPONSABILITA' SONO ESTESE E NOTEVOLI
di Raffaele Pirozzi
Napoli, 04/03/08. Di tanto in tanto si riaccende l'attenzione su aspetti della politica regionale, senza che si raggiungono cambiamenti nella azione di Governo dell'Ente per rendere i finanziamenti europei utilizzabili in tempi certi.
L'ultima volta che si era affrontato questo problema è stato poco prima che la emergenza rifiuti facesse passare in secondo piano qualsiasi altro problema.
Sul "Corriere del Mezzogiorno" del 23 Ottobre, sono stati pubblicati i dati di un indagine che il Governo Italiano ha commissionato alla London School of Economy sullo sviluppo del Turismo, in questo studio è stato evidenziato che il Turismo in Campania è cresciuto talmente poco da risultare insignificante per la definizione dello sviluppo.
Approfondendo l'analisi si è notato che il P.I.L. era cresciuto di poco, che la disoccupazione era sempre elevata e che la Campania si colloca all'ultimo posto tra le Regioni dell'Obbiettivo 1.
Da queste rilevazioni lo studio trae la conseguenza che i Fondi Europei assegnati alla Campania , non hanno raggiunto nessun obiettivo utile alla crescita economica .
La Campania è molto lontana dagli standard di sviluppo stabiliti a Lisbona nel 1999, mentre è aumentato il divario tra la nostra Regione e le altre Regioni meridionali, ed in particolare con la Puglia, il Molise e la Basilicata.
Questo articolo fa seguito alle dichiarazioni del Ministro Nicolais, che rilevava come l'utilizzo dei finanziamenti europei non è servito allo sviluppo della Regione, perché i fondi sono stati utilizzati per coprire spese ordinarie e non per creare nuove occasioni di lavoro e di crescita economica della Regione.
Che la Campania non sia riuscita a spendere tutti i fondi assegnati dalla Unione Euroepea per il periodo 2000 -2006, è facilmente dimostrabile con i dati pubblicati sul sito della Tesoreria Generale dello Stato che pubblica una puntuale analisi predisposta dall'IGRUE, l'Istituto della Ministero del Tesoro per i rapporti con la U.E.
Lo scambio di accuse che registriamo in questi giorni, le posizioni di Mariano D'Antonio e le risposte piccate di Cerrito della Cisl, dimostrano che siamo arrivati alla parte finale della commedia che viviamo da molti mesi a questa parte.
Dietro lo sfascio dei rifiuti si nasconde un bilancio regionale in cui la spesa sanitaria è arrivata ad oltre 9 miliardi di euro, mentre i farmacisti e gli operatori convenzionati vedono aumentare la loro esposizione nei confronti della Regione, mentre tutti gli indici economici sono al ribasso e la Regione corre il rischio di vedersi diminuire anche i trasferimenti per lo sviluppo da parte dello Stato.
Un disastro di queste dimensioni, non è imputabile ad una parte, mentre gli altri sono indenni da colpe.
Ogni passaggio della pianificazione regionale viene sottoposto alla pratica della concertazione nella quale i sindacati, gli imprenditori, le associazioni di categoria, il mondo universitario e quello sociale del terzo settore sono stati informati e sentiti sugli obiettivi e sui programmi operativi; mentre per il bilancio regionale, che ha raggiunto una cifra superiore a quella dell'ultima finanziaria di Prodi, i sindacati e gli imprenditori sono stati sentiti nelle commissioni regionali.
Nessuno può chiamarsi fuori dalle proprie responsabilità di fronte alla difficile situazione in cui versa la Regione Campania, nessuno può ergersi a giudice di quanto avviene nella nostra Regione, ne il nuovo Assessore D'Antonio, nè il sindacato.
Dalla Università non sono arrivati rilievi critici così chiari che confutassero le continue rassicurazioni di Isaia Sales sulla spesa dei fondi europei, ne si è registrata una tale mobilitazione di massa da parte dei sindacati che rappresentasse il vero richiamo sociale alla classe di governo regionale.
In questa situazione non possono bastare delle manifestazioni casuali, per salvarsi la coscienza, occorreva una mobilitazione delle coscienze e dei cittadini supportata da una controinformazione precisa e corretta che dimostrasse quanto fosse necessario il cambio di politica in Campania.
Perché di questo si tratta, tutti hanno preso atto che è finito un ciclo, che il cambiamento di leadership è inevitabile, ma mai come questa volta, debbono essere poste le basi per una assunzione di responsabilità collettiva per far riprendere alla nostra Regione il cammino sempre più difficile verso lo sviluppo.
Questa volta non ci sono scorciatoie da prendere, furbizie da mettere in atto, opportunismi da giocare nella speranza di salvare se stessi; questa volta occorre un coraggio sconosciuto alle classi dirigenti della Campania, ammettere di avere perso tutti, partire da questa consapevolezza per riprendere la strada della elaborazione collettiva verso una nuova politica, un nuovo difficile futuro.
raffaele pirozzi <raffaele.pirozzi@email.it>
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