CONTRO
GLI INCIDENTI SUL LAVORO.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Napoli, 06/03/08. Oggi, il Consiglio dei Ministri approverà il Testo unico sulle norme di sicurezza con la posizione negativa della Confindustria. Essa ha mostrato la profonda arretratezza delle sue posizioni e anche la miopia di chi non capisce che la salute e la sicurezza di chi lavora sono un elemento di progresso generale, anche economico, del Paese.
Da più parte si è chiesto di procedere rapidamente ed in maniera spedita su questa linea perché è sconvolgente e terribile quello che è accaduto a Molfetta, la morte di cinque lavoratori rappresenta un dramma, una ferita nel corpo della società che sarà difficile da risanare.
Per chi pensava che dopo il disastro della Thyssen di Torino, dove sono morti altri 7 operai, qualche provvedimento sarebbe stato preso, si sbagliava ed i fatti lo dimostrano.
Alle parole come al solito non sono seguiti i fatti e siamo tutti in attesa di norme legislative che migliorino le condizioni in cui si lavora in Italia.
Per un amaro destino, solo due giorni fa erano stati pubblicati i dati dell'INAIL sugli infortuni sul lavoro ed erano apparsi drammatici nella cruda e realistica rappresentazione delle cifre.
Ogni anno in Italia muoiono oltre 1.360 lavoratori. Ma il dato incredibile è quello che riguarda il numero delle persone che si fanno male e subiscono un grave infortunio sono oltre 750.000.
Cifre impressionanti, dal costo sociale ed economico enorme che penalizzano il nostro paese molto di più della crisi economica in atto.
In questo contesto la Campania è una delle Regioni che da un contributo alto agli infortuni sul lavoro.
Un contributo di sangue al lavoro in una Regione in cui esso è poco e mal pagato. Ben il 20% dei caduti sul lavoro in Italia si sono verificati in Campania, a dimostrazione di quello che si afferma sempre, dove il lavoro ha meno diritti, dove la precarietà diventa regole gli infortuni sul lavoro sono in numero maggiore.
Di fronte a questa drammaticità dei dati, non abbiamo sentito accenni di proposti di cambiamento del modo di pensare e di agire della società nel suo complesso.
Non abbiamo trovato accenno di questo grave problema nella relazione che il Presidente di Confindustria Montezemolo ha tenuto, nei giorni scorsi, dove sono stati presentate le priorità degli industriali per il prossimo governo che dovrà essere nominato dopo le elezioni politiche.
Per gli industriali arginare il fenomeno degli incidenti sul lavoro non è una priorità, mentre lo è aumentare la produttività e diminuire il costo del lavoro.
Anche il Sindacato, non è al massimo della sua mobilitazione. Perché non immaginare che su questo ed altri problemi non si organizza una unità politica che serva a rilanciare una mobilitazione generale e quotidiana.
Occorre un controllo continuo dei territori, perché le leggi siano rispettate e la lotta contro gli infortuni sul lavoro deve essere impostata in maniera diversa.
Una nuova leva di sindacalisti preparati ed esperti in sicurezza sul lavoro, che servano a denunciare tutte le infrazioni alle leggi e richiedere l'intervento delle istituzioni che sono tenute ad occuparsi di incidenti ed infortuni.
Se la società mon assume questo problema con una assunzione di responsabilità collettiva, saremo costretti a continuare ad elaborare un lutto sociale che deve prendere atto che di lavoro si muore.
From: raffaele pirozzi <raffaele.pirozzi@email.it>
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