"La spiegazione formale è quella che ho fatto già tre mandati parlamentari, poi sono due e mezzo non consecutivi. Ma credo che ci sia una scarsa attenzione per il campo in cui mi sono impegnato, per il tipo di attività che ho svolto." Così Nando Dalla Chiesa, sottosegretario al Ministero dell'Università e della ricerca, ha commentato la propria esclusione dalle liste del Pd nel suo intervento all'Arca della legalità, il programma di Ecoradio in onda tutti i martedì, condotto da Enrico Fierro e Nello Trocchia.
"Devo dire che avendo ascoltato quali erano i requisiti ideali dei candidati, ovvero il radicamento sociale, il collegamento con la società civile e la capacità di lavoro, pensavo di averli queste caratteristiche. Questa evidentemente - ha proseguito Dalla Chiesa - era una mia personalissima opinione, devo dire condivisa da migliaia di cittadini che in due giorni, da tutta Italia, hanno sostenuto la mia candidatura quando alcune personalità hanno fatto un appello in favore".
"Credo che si ritenga che la lotta alla criminalità organizzata - ha continuato Dalla Chiesa - non sia una base portante della nostra politica, che non sia il cuore di un confronto sul senso delle istituzioni e anche sulla qualità della politica. Credo che ci sia questa incapacità di non comprendere fino in fondo, cosa vuol dire l'impegno su questi temi". "Ho la sensazione che centomila di Bari, che pure vengono spesso dalle file dei partiti, rappresentino una specie di fenomeno marginale per le grandi strategie politiche". Queste le parole del sottosegretario Nando Dalla Chiesa sulla possibilità che si sia tornati al tempo dei parlamentari dell'antimafia esclusi dai vertici di partito.
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