Il Consolato Generale d'Italia a Calcutta
e
Il Rabindranath Tagore Centre
(Indian Council for Cultural Relations)
presentano
Primavere del Bianco
a cura di Vittoria Biasi
inaugurazione 2 luglio 2008, ore 18
alla presenza di
S.E. Antonio Armellini, Ambasciatore d'Italia in India
Shri Pavan K. Varma, Direttore Generale ICCR
Rabindranath Tagore Centre
9A, Ho Chi Minh Sarani, Kolkata
700 071, West Bengal, India
La mostra Primavere del Bianco, presentata dall'Ambasciata d'Italia, dall'Istituto Italiano di Cultura, dall'associazione culturale Blanco, con grande successo a New Delhi negli spazi della Lalit Kali Akademy, avrà la seconda edizione il 2 luglio 2008 presso la Nandalal Bose Gallery del prestigioso Rabindranath Tagore Centre di Calcutta.
All'inaugurazione saranno presenti S.E. Antonio Armellini, Ambasciatore d'Italia in India, e il Direttore Generale dell'Indian Council for Cultural Relations, Pavan K Varma. La seconda edizione della mostra, organizzata dal Consolato Generale d'Italia a Calcutta con la collaborazione del Rabindranath Tagore Centre e dell'Istituto Italiano di Cultura di New Delhi, rimarra' aperta fino al 15 luglio. Il Console Generale d'Italia a Calcutta, Cons. Amb. Bruno Campria, e la Direttrice del Rabindranath Tagore Centre, Dottoressa Reba Som, riceveranno i numerosi ospiti che hanno invitato all'evento inaugurale.
Il progetto, a cura di Vittoria Biasi, propone un percorso di arte italiana impegnata nelle poetiche del bianco, della sua luce.
Gli artisti Matteo Basilé, Massimiliano Bomba, Carlo Bernardini, Casaluce-Geiger, Fabrizio Corneli, Andrea Granchi, Franco Ionda, Rita Mele, Dino Pedriali, Roberto Pietrosanti, Paolo Radi, Ivana Spinelli noti nel panorama internazionale, testimoniano una ricerca linguistica attorno ad un'idea monocroma, filo di congiunzione tra la cultura orientale e occidentale e le culture del mondo: tutti i fiori nascono bianchi serbando il segno dell'origine nella colorazione dell'inflorescenza.
"Eredi dei fremiti delle avanguardie, scrive in catalogo il curatore Vittoria Biasi, gli artisti consegnano al Nuovo Millennio uno spazio bianco e di luce come luogo di ricognizione, nuova possibilità percettiva del reale, da cui avviano un nuovo discorso articolato tra il percorso della monocromia bianca e le differenti rivelazioni del corpo nella dialettica con il rito, la luce, il conflitto, lo sfruttamento contemporaneo: una nuova primavera, da cui il titolo della mostra."
Le installazioni video di Matteo Basilé e di Casaluce-Geiger lavorano sulle ritualità come espressione dell'anima che accomuna i popoli. Basilé trasforma momenti di quotidiana attualità in passaggi universali. L'opera video Per Grazia Ricevuta rielabora la monumentale installazione, costituita da seimila cuori d'argento, per introdurre figure che aspirano a trasfigurazioni in Martiri e Santi. Il rito proposto da Casaluce-Geiger è un viaggio nel corpo senza arrivo o partenza, e il bianco è una domanda sui molteplici significati racchiusi nel corpo. Andrea Granchi, protagonista della particolare stagione dell'Avanguardia degli anni '70 definita cinema d'artista, introduce il concetto di corpo speculare del pensiero, della ricerca. Ivana Spinelli e Massimiliano Bomba offrono uno sguardo sulla composizione contemporanea. Ivana Spinelli mette in scena un processo di produzione simbolica che attraversa il corpo della donna in quanto prodotto sociale. La sua rappresentazione del femminile, un' iconografia disegnata, da "pop brand", è circondata da oggetti e messe in scena al limite tra virtuale e verosimile, in forte dialogo con le modalità dei mass media. Massimiliano Bomba testimonia le ultime espressioni del linguaggio audiovisivo, una post-production strutturata sulla ricerca di materiali d'archivio e sulla sperimentazione secondo un concetto di incontro/scontro che sconvolge l'immagine e la storia.
Dino Pedriali, definito il Caravaggio della fotografia, affascinato dalle pieghe e dai segni del corpo, propone l'immagine di un corpo oltre che fa nascere da un soffio di luce, immerso nel senso infinito dello spazio e del tempo.
Carlo Bernardini, Fabrizio Corneli, Franco Ionda, Rita Mele, Roberto Pietrosanti, Paolo Radi elaborano un concetto di luce e di bianco modulato tra differenti sentimenti e possibilità espressive. Carlo Bernardini crea un'eco di luce utilizzando la fibra ottica. Fabrizio Corneli, con minime sagome di metallo sporgenti dalla parete e una sorgente di luce, crea ombre radenti raffiguranti immagini ambigue. Franco Ionda elabora un linguaggio delle stelle con composizioni monocromatiche. Le sue stelle racchiudono profonde considerazioni sulla condizione dell'uomo, sul rapporto con se stesso, con la dialettica sociale. Le opere monocrome di Rita Mele, con segni, racconti minimi, creano sulla superficie un paesaggio bianco, una scrittura musicale. Il percorso monocromo di Roberto Pietrosanti approda all'incontro della linea con il senso dello spazio, tra razionalità e poesia. Paolo Radi introduce una poetica costantemente sospesa tra corporeo e incorporeo, tra visibile ed invisibile, tra evocazione e scomparsa.
La mostra Primavere del Bianco è un desiderio di luce, uno straordinario viaggio di arte italiana, una finestra monocroma, per un incontro tra le identità dei tempi, dei linguaggi, delle culture.
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