Per gli animalisti dietro i toni allarmistici di una presunta
"emergenza cinghiali" c'è chi cerca il pretesto per sparare
nelle aree protette siciliane
Domani l'Assemblea regionale siciliana (Ars) voterà (unica legge all'odg!) il disegno di legge n. 103 sul "controllo del sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali protette", frutto di due proposte - una di iniziativa del PD, l'altra della Giunta, PDL - sostanzialmente identiche. Lo scopo è quello di allargare le maglie per consentire attività sostanzialmente riconducibili alla caccia in aree protette e di divieto, dietro la strumentalizzazione dei danni arrecati soprattutto dal cinghiale.
Stamani, con una lettera indirizzata al Presidente dell'Ars on. Francesco Cascio ed a tutti i Capigruppo, la LAV Sicilia ha trasmesso un articolato dossier che demolisce le semplicistiche e demagogiche proposte di intervento populistico-venatorio della legge: "Dietro i toni allarmistici di una presunta "emergenza cinghiali" - dichiara Ennio Bonfanti, responsabile "fauna" della LAV Sicilia - c'è chi cerca il pretesto per sparare nelle aree protette siciliane". "Il ddl ammazza-cinghiali ha avuto un iter stranamente veloce – dichiara Marcella Porpora, coordinatrice regionale LAV Sicilia - e forse è questa la causa per la quale esso contiene numerose e gravi violazioni alle Leggi statali n. 157/1992 (caccia) e n. 394/1991 (parchi) che, ai sensi della Costituzione, sono vincolanti anche per le Regioni ad autonomia speciale. In sostanza il ddl prevede la possibilità di esercitare la caccia nei Parchi e riserve dietro il pretesto dei danni del cinghiale, sebbene in realtà si applicherebbe espressamente a qualunque specie. E dire che in caso di danni prodotti dalla fauna esistono già gli strumenti normativi e tecnici per intervenire senza per forza invocare subito le fucilazioni!". La LAV, quindi, ha chiesto al Presidente Cascio di ritirare dai lavori d'aula il ddl, al fine di riesaminare l'intera materia e consentire una riformulazione del testo.
"In caso di gravi danni prodotti dalla fauna - prosegue Bonfanti - la vigente legge siciliana sulla caccia n. 33/1997 contempla efficacemente gli strumenti necessari per assicurare la corretta attuazione di eventuali interventi di controllo, che devono essere anzitutto "ecologici e selettivi" valutati idonei dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS). Quindi non si comprende il motivo di questa nuova leggina ad hoc, se non quello di aprire la caccia nei parchi dietro mentite spoglie...".
Il documento della LAV si conclude con una serie di proposte alternative agli abbattimenti dei cinghiali: "Per il contenimento del numero si può pensare non già all'uccisione bensì alla sterilizzazione; altre proposte sono: la chiusura di tutti gli allevamenti presenti sul territorio regionale ed il divieto di detenzione e commercio di cinghiali; il finanziamento agli agricoltori di opere di prevenzione quali recinzioni elettrificate oltre al pagamento dei danni; il finanziamento di piani di contenimento alternativi all'abbattimento da attuarsi soprattutto in parchi e riserve".
Palermo, 22.10.2008
www.lavsicilia.it
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LAV tel. 064461325 - info@lav.it
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