LA CRISI, LA FIAT ED IL MERCATO DELL'AUTO.POMIGLIANO E' A RISCHIO.
di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Molti si chiedono: "Ma che cosa è successo alla Fiat? Ma non era in crisi e quasi sull'orlo della scomparsa? Che cosa è successo, proprio nel pieno di una crisi economica così grave, da farla diventare l'unica protagonista della scena automobilistica internazionale?"
Per molti aspetti gli avvenimenti di queste ultime settimane sono molto importanti, ma in assoluta controtendenza rispetto ai vecchi luoghi comuni. Nella valutazione di ognuno di noi la graduatoria dei paesi in cui si producono automobili, per quantità e qualità era la seguente: Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Italia.
Invece abbiamo dovuto prendere atto che la Ford, la General Motors e la Crhysler, stanno vivendo una crisi senza uguali nella loro storia e se non intervengono fatti nuovi uno di quei giganti uscirà dalla scena economica mondiale. In Giappone la crisi ha già portato a tagli di produzione, chiusura di stabilimenti e fusioni più o meno evidenti, con conseguenti chiusure di impianti e un notevole numero di esuberi. La crisi americana, in Germania ha portato di conseguenza alle attuali difficoltà della Opel, alla annunciata fusione tra Porche e VolksWagen. Mentre la crisi in Francia ha costretto Nicolas Sarkozy ad intervenire con importanti finanziamenti per sostenere le aziende francesi.
In Italia, il Governo Berlusconi non ha messo in cantiere interventi massicci, ma solo gli strumenti per la rottamazione delle auto non ecologiche per incentivare in questo modo il ricambio del parco auto del nostro paese.
Eppure la Fiat è protagonista, come mai? Fortunatamente quando si parla di imprese, produzione e mercati, contano i numeri e le opinioni personali possono valere come mera affermazione, ma spesso destituite di ogni fondamento. Ovvero, puù fare piacere o no, la Fiat ha un ruolo importante in questo momento nel mondo, perché la crisi in cui era caduta alla morte dei due fratelli Agnelli, ha portato Marchionne al vertice delle responsabilità, che ha prodotto un risanamento economico e finanziario della società, un cambiamento della linea produttiva e contemporaneamente ha sciolto il rapporto con la General Motors, facendosi lautamente pagare per questo.
In casa Fiat, i titoli finanziati tossici non ce ne sono, la Banca di riferimento: San Paolo ha giocato poco con le illusioni finanziarie proposte dal mercato azionario internazionale.
In tempo di crisi conta chi ha soldi immediatamente disponibili, un prodotto innovativo a risparmio energetico, un processo produttivo collaudato ed una organizzazione aziendale capace di risparmi di gestione e di forti sinergie.
La Fiat ha raggiunto con Marchionne questi risultati, ed in questi ultimi mesi,pur diminuendo il numero delle vetture vendute, ha conquistato in Italia ed in Europa notevoli quote di mercato.
La forza della Fiat in queste settimane è dovuta alla sua solidità economica ed alla sua possibilità di poter accedere a finanziamenti immediati da poter immettere nell'attuale asfittico mercato mondiale dei capitali.
La fusione annunciata in Germania tra il colosso VW e Porsche, che significherà mettere insieme ben dieci marchi di auto: AUDI, SEAT,SKODA, Lamborghini, Bugatti, Scania ed altri nel settore del trasporto; nasce dalla esposizione della Porsche, che detiene già il 51% di VW, di ben 9 miliardi di Euro. Questa fusione, dovrebbe aprire all'Emiro del Quatar le porte della nuova grande azienda tedesca. Come si vede, il mondo dell'auto è in gran fermento, tra qualche mese, si avrà maggiore chiarezza nel mondo dei produttori e sul numero delle vetture prodotte e sulla loro qualità, ma sicuramente al termine di questo periodo così particolare molti posti di lavoro saranno stati perduti definitivamente, molti stabilimenti saranno chiusi, ci saranno grandi problemi di riconversione sia di lavoratori che di interi territori che hanno vssuto per decenni sulla crescita dei grandi stabilimenti automobilistici.
Mentre scriviamo, non sappiamo come finiranno gli incontri tra Fiat ed Opel, ma sicuramente ci saranno dei contraccolpi forti nel mercato dell'auto. Mentre è sicuro che la Fiat si interessa molto alla svedese Saab, un marchio prestigioso e molto apprezzato per la sua qualità. Su questi tavoli si gioca il futuro di Pomigliano d'Arco e dello storico stabilimento automobilistico dell'Alfasud.
Le preoccupazioni dei lavoratori sono fondate, il pericolo della soppresione dello stabilimento è reale e concreto, purtroppo non esiste nessuna sede , ne politica ne economica in cui i lavoratori ed i Sindacati possono discutere ed avere informazioni certe, il Governo aspetta, la Regione ha fatto l'unica cosa che poteva fare, ha provveduto alla integrazione della cassa integrazione ai lavoratori che vivono una difficoltà economica grave.
La settimana prossima ci sarà la mobilitazione dei lavoratori della Fiat che culminerà nella grande manifestazione di Torino del 16. Seguiremo questa vicenda come al solito, con grande attenzione e cercando di capire tutto quello che di nuovo si muove in questo settore che resta uno dei più importanti nella economia internazionale.
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