ASPETTANDO BERLUSCONI !
di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
La prossima settimana ritornerà a Palazzo Chigi il Premier. Siamo solo ad un mese dall'attentato di Piazza San Babila,che lo ha costretto ad una assenza forzata e sembra che sia passato molto più tempo di quello effettivamente trascorso. In questo mese, sono avvenuti tanti di quei fatti, che hanno occupato la scena, normalmente dedicata alle uscite quotidiane del nostro Presidente del Consiglio, alle sue intemperanze ed alle sue provocazioni. Abbiamo scoperto, insieme a tutti gli italiani, che esiste un mondo intero di avvenimenti che veniva sempre oscurato dalle notizie che riguardavano il nostro capo del Governo. La rivolta in Iran, la Conferenza sull'ambiente, l'attentato sventato sull'aereo Amsterdam New York, sono solo alcuni esempi di avvenimenti che avrebbero assunto un interesse secondario, se il premier avesse deciso una sua uscita sul processo breve o sullo strapotere dei magistrati. Chi ha sofferto di più della mancanza del premier, sono stati i conduttori dei talk show, che hanno avuto poco materiale per montare le loro trasmissioni. In questo riposante e necessario silenzio, tutti hanno potuto ascoltare bene le parole di due anziani saggi, che non gridano mai, ma proprio per questo andrebbero più spesso ascoltati. Sia il Papa che il presidente della Repubblica, hanno avuto modo di farsi sentire in queste settimane e tutti hanno avuto la possibilità di poter cogliere dei messaggi pieni di buon senso, di speranza per il futuro, di richiamo alla coesione nazionale ed alla solidarietà sociale. Entrambi hanno avuto il coraggio di criticare, in qualche occasione in maniera feroce e convinta, la cultura occidentale dello sviluppo economico, che ha provocato l'attuale grave crisi , che ha creato nuovi poveri, nuove marginalità sociali. Una crescita economica che non porta benessere a tutti, ma fa aumentare il divario tra i pochi veramente ricchi e la grande maggioranza consegnata alla disperazione, alle malattie ed alle guerre senza fine.
Benedetto XVI, non riscuote la stessa immediata simpatia che invece suscitava Giovanni Paolo II, ma le sue parole sono sempre molto chiare, nell'indicare nell'attuale sistema economico un limite a concreti tentativi di dare risposte ai bisogni di tutto il genere umano. La critica del consumismo, della distruzione del pianeta in cui viviamo, dell'insopportabile differenza che esiste tra paesi ricchi e paesi poveri, è una costante dei suoi interventi. I richiami ai diritti del lavoro, dei più poveri, dei migranti, lo hanno esposto ad attacchi fino ad oggi inimmaginabili da parte del Governo. Anche Giorgio Napolitano ha subito attacchi violenti da parte dello stesso Berlusconi in occasione della sentenza della Corte Costituzionale sul "lodo Alfano".
Ma anche in altre occasioni, non era nemmeno malcelata l'ostilità del centro destro verso l'anziano Presidente, un ex comunista, a cui il PDL e la Lega hanno sempre negato il ruolo di rappresentare tutti gli italiani. Nei giorni del silenzio berlusconiano, tutti hanno potuto ascoltare la voce ferma e le decise affermazioni dei due anziani riferimenti culturali e morali del nostro paese. Il Papa ha 82 anni ed il Presidente ha 84 anni, eppure sembrano senza tempo, per la serietà delle loro parole, per il sorriso lieve che ogni tanto affiora sulle labbra, per il coraggio che continuamente infondono nei loro interlocutori. Il Papa ha dovuto anche subire una spiacevole aggressione la notte di Natale, che è stata assorbita con una dignità ed un riserbo degno dell'alto magistero da lui svolto. Sono apparsi tutte e due i reali riferimenti del mondo religioso l'uno, del mondo laico e civile l'altro. Ma tutte e due hanno rappresentato una immagine morale e culturale di grande spessore, molto più adeguata alla grave crisi economica e sociale che stanno vivendo le famiglie italiane. Esiste un'altra Italia, esiste un paese diverso da quello che ci viene rappresentato ogni giorno da una classe politica e da un Governo fatto di uomini mediocri e troppo spesso incapaci a rappresentare le reali esigenze del nostro paese. Purtroppo, cova sotto la cenere la polemica politica alimentata da Feltri e dal Giornale contro il Presidente della Camera Gianfranco Fini. Non sono mancati gli attacchi diretti e le polemiche a distanza, non passa giorno in cui non viene pubblicata una notizia falsa, una accusa, un richiamo al Presidente della Camera. E' di qualche giorno fa la notizia del cambio della guardia tra Bocchino e la Russa al vertice del PDL, voluta da Fini, notizia destituita da ogni fondamento. Sembra che il compito del Giornale sia quello di tenere sotto il fuoco amico Fini per impedirgli di rafforzarsi ancora nel paese e nel partito, per non opporre resistenza all'accordo Lega, Tremonti, Berlusconi sulle riforme e sul futuro del paese. La ferma denuncia della gravità della situazione economica delle famiglie, sul difficile cammino da fare insieme per uscire dalla crisi, sul bisogno di ritrovare valori condivisi e speranze comuni, espresse dai due anziani riferimenti morali del nostro paese, hanno trovato fino ad ora pochi riscontri nel Governo e nelle opposizioni. Le prime concrete azioni che si stanno registrando sono ancora nel segno della divisione e della differenza. La violenta rivolta di Rosarno appare il primo segnale di una condizione sociale che è giunta ai limiti della sopportazione. Sono molte le fabbriche occupate ed i posti di lavoro a rischio. E'grande e diffusa la paura per il futuro. Mentre il mondo politico non trova di meglio che mettere in scena la farsa della confusione nella scelta dei candidati alle prossime elezioni regionali.
Aspettando il rientro di Berlusconi, non ci aspettiamo di perdere altro tempo in inutili chiacchiere, le cose da fare sono evidenti. Nelle semplici parole del Papa e del Presidente della Repubblica ci sono tutte le indicazioni necessarie per fare bene e presto nellìinteresse del nostro paese e per i suoi cittadini.
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