Il Brunello di Montalcino è un grande vino rosso toscano, prodotto nel territorio del comune di Montalcino, in provincia di Siena.
Fino alla seconda metà del 1800 nella zona era molto conosciuto il Moscadello di Montalcino, vino bianco dolce.
In quel periodo Clemente Santi cominciò a fare degli esperimenti sul Sangiovese Grosso, un vitigno clone del Sangiovese. Nel territorio di Montalcino veniva chiamato Brunello, per il colore particolarmente scuro delle sue uve.
Più tardi, verso il 1860, suo nipote Clemente Biondi-Santi iniziò la produzione di un grande vino rosso.
Insieme diedero vita ad un vino ottenuto dalla vinificazione di un unico vitigno: risale al 1865 la prima vinificazione in purezza di cui ci è giunta testimonianza.
L’uva diede il nome anche al vino ed ecco così che ebbe origine il famoso rosso senese.
Successivamente anche gli altri produttori adeguarono le loro produzioni, ma per molto tempo la fama del Brunello rimase confinata in ambito locale, anche a causa dell’elevato prezzo.
A partire però dal 1950 la fama di questo rosso importante arrivò in tutta Italia, fino a varcarne i confini.
E’ stato il primo vino italiano che ha ricevuto il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1980 ed è dotato di notevole longevità.
Il disciplinare specifica che la zona di produzione è quella del Comune di Montalcino e che il vitigno da utilizzare è il sangiovese, altrimenti detto Brunello.
L’affinamento minimo in legno prevede un tempo di due anni da trascorrere in botti di rovere, e successivamente un affinamento minimo in bottiglia di quattro mesi, che diventano sei per la Riserva.
Il colore è un rosso rubino intenso, che a seguito dell’invecchiamento tende ad assumere un tono color granata.
Il profumo è caratteristico e dai toni intensi e persistenti ed il sapore si presenta tannico ed asciutto. Sono presenti sentori di vaniglia, di sottobosco e legno aromatico.
Questo vino può essere imbottigliato solo nell’ambito della zona di produzione e la sua immissione al consumo può essere effettuata non prima dei 5 anni successivi alla vendemmia, che raggiungono i sei anni per la Riserva.
Una ulteriore importante prescrizione dettata dal Disciplinare di produzione prevede un grado alcolometrico minimo di 12,5% vol.
E’ bene conservare questo vino in una cantina fresca, senza esporlo alla luce, ad odori o rumori.
Tra gli abbinamenti consigliati vi sono piatti complessi, come la selvaggina o le carni rosse, ma anche pecorino toscano, tome stagionate e formaggi strutturati.
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Dott.ssa Chiara Bardini – Responsabile Comunicazione Everywine.biz
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