''Nel Governo c'e' chi elimina leggi e chi invece ne fa di assolutamente inutili''
''Da una prima lettura del decreto legge n.40, noto come decreto incentivi, il cui testo e' stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale venerdi' scorso, si rileva che la modifica apportata all'art. 6 del Testo Unico dell'edilizia (DPR n. 380/2001) e' identica a quanto gia' contenuto nel disegno di legge 'Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della PA con cittadini ed imprese e delega al Governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche' ed avevamo gia' detto una cosa semplice nel confronto con il Governo: piu' che semplificare genera confusione''. Cosi' Roberto Reggi, Sindaco di Piacenza e responsabile ANCI per le Infrastrutture.
''La norma – spiega Reggi - prevede infatti all'art. 5 che si possono eseguire alcuni interventi edilizi senza Denuncia di inizio attivita' (DIA) e quindi senza alcun titolo abilitativo. Ma dal momento che la norma 'si applica salvo piu' restrittive previsioni previste dalla disciplina regionale e dagli strumenti urbanistici', in molte Regioni non si puo' applicare in quanto gia' previste dalle specifiche normative regionali; nelle altre Regioni invece occorre verificare i singoli regolamenti comunali''.
''Abbiamo avuto modo di sottolineare nel confronto con il Governo - aggiunge - che semplificare non significa attribuire direttamente ai cittadini la responsabilita' di dichiarare se l'opera e' o non e' conforme perche', basta una sottovalutazione di aspetti tecnici, ed e' possibile compromettere anche la stabilita' degli edifici. I Comuni quindi sono costretti o ad un ampliamento dell'attivita' di vigilanza o a restringere con Regolamento Comunale quanto gia' previsto dalla norma''.
''L'unico effetto che produrra' questa norma – conclude Reggi - e' una proliferazione di altri strumenti normativi, atteso che i Comuni sono chiamati a salvaguardare il patrimonio edilizio e la sicurezza dei cittadini''.
Roma, 30 marzo 2010
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