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giovedì 10 giugno 2010

Rischio chimico: il caso delle operazioni di manipolazione dei CA

Durante le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici la garanzia per l’incolumità e la sicurezza del personale, e quindi la prevenzione del rischio chimico legato ad un’eventuale contaminazione, è vincolata da opportune misure preventive così come previsto dalle normative.
Le vie di contaminazione principali possono essere quella inalatoria, cutanea o per contatto delle mucose; altre vie occasionali sono costituite dalla via oculare (spruzzi accidentali) o dall'ingestione (attraverso cibi o bevande contaminati, ecc.).
L’esposizione ai farmaci chemioterapici antiblastici può avvenire durante le diverse fasi del lavoro quali l’immagazzinamento, la preparazione, il trasporto ai reparti, la somministrazione al paziente.
Durante la fase di preparazione in particolare, per garantire la massima prevenzione del rischio chimico è opportuno utilizzare i sistemi chiusi per la ricostituzione dei farmaci.
In questa fase infatti si può verificare un’accidentale esposizione al farmaco per via inalatoria e/o per contatto diretto in seguito alla formazione di aerosol e/o spandimenti sotto la cappa a flusso laminare verticale. E’ quindi necessario, prima di eseguire la preparazione, verificare la funzionalita’ della cappa e dei sistemi di sicurezza, che il personale addetto indossi gli adeguati D.P.I., eliminare dall’area di lavoro il materiale non necessario alla preparazione e decontaminare in modo opportuno il piano di lavoro.
Per quanto riguarda la somministrazione invece, a causa di stravasi di liquido dai deflussori non dedicati, dai flaconi o dalle connessioni tradizionali si possono avere contatti cutanei con i farmaci chemioterapici antiblastici. E’ quindi necessario che il personale addetto indossi i previsti D.P.I. , e segua le norme di sicurezza comprendenti le linee guida generali e particolari per la somministrazione.
E’ opportuno l’utilizzo di set infusionali a circuito chiuso dedicati e tecnologicamente studiati per l’infusione endovenosa dei farmaci antiblastici come prima misura di prevenzione del rischio chimico.
E’ inoltre necessario effettuare la centralizzazione delle strutture, ovvero effettuare le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici in locali appositamente predisposti con caratteristiche tali da consentire che non si abbiano veicolazioni di agenti contaminanti in altre aree. I locali adibiti dovrebbero essere sufficientemente ampi (circa 16 mq.) per mettere il personale addetto, nelle condizioni ottimali per lo svolgimento delle loro mansioni.
Inoltre la stanza dovrebbe essere fornita di una cappa aspirante, di un piano d’appoggio, un armadio, un box di decontaminazione o meglio di un’antistanza filtro.
Il pavimento e le pareti è necessario che siano in materiale plastico facilmente lavabili con angoli arrotondati.
Il locale dovrà essere protetto da turbolenze d’aria che potrebbero ostacolare le misure di sicurezza; se esiste un impianto di condizionamento dell’aria dovrebbe garantire almeno 6/10 ricambi d’aria l’ora.
Per quanto riguarda la comunicazione con l’esterno si dovrà installare un interfono a viva voce così da evitare qualsiasi tipo di contaminazione.
Dall’analisi delle vie di contaminazione si comprende come la prevenzione del rischio chimico passi attraverso l’abbinamento delle corrette procedure e di un sistema opportuno per rendere sicura la manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici, della loro somministrazione e dello smaltimento relativo ai dispositivi utilizzati.






 

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