Qualche nuovo posto di lavoro destinato a giovani talenti che non decolla e un total look che viene ridotto all'essenziale è quanto Gianni Mura, in una battuta, decide di attuare. "Lo scorso anno tirava e sembrava promettere bene. Forse vi era un po' di incoscienza, ma vi era anche fiducia", afferma. "Ora il pessimismo dilaga. Hanno messo in ginocchio l'economia e l'economia era in piedi in virtù dei soldi che hanno tolto alla gente. Sembra un'equazione di matematica: la gente non spende perché non ha più soldi e chi li ha non spende per paura. Negozi che chiudono e conseguenti posti di lavoro perduti. Troppo rischioso produrre un eventuale utile che servirebbe solo a far rosicchiare il fisco. Troppo rischioso essere ottimista". Per un istante, rimane silenzioso, ma, poi, riprende: "pazienza se qualche nuovo posto di lavoro muore sul nascere. Ci tenevo, ma, il dopo Cortina invita anche a evitare location importanti dove il calo del consumo ha segnato la percentuale più alta. Purtroppo, una parte dei miei obiettivi di poter offrire un total look sartoriale tutto Made in Italy a costi contenuti rimane congelato. Un'economia nera dove sembra si voglia, tra l'altro, mortificare il lusso mette solo paura. Mi chiedo se l'esercito dei senza lavoro non sia destinato a crescere anche su questo fronte. Intanto, stiamo a vedere cosa succede ed eventualmente ci penseranno i posteri a riavviare i motori per far decollare quella parte di progetto ancora da realizzare. In principio, era la cravatta a catturare l'attenzione dello stilista, ma, poi, ha introdotto la camicia su misura e, oggi, nonostante la crisi, il successo continua, ma", sottolinea, "il malumore si respira insieme all'aria. Alla sofferenza del settore si sommano i controlli che sono dappertutto. Spremono dove possono". "Grazie al cielo, la professionalità non conosce paura e neppure si impara dall'oggi al domani", continua Gianni Mura, "e capisco subito quando il capo indossato dal cliente necessita di un accorgimento particolare". Selettivo. Crede nel lavoro di squadra. Riconosce l'altrui genialità e chiarisce: "in un mondo dove sembra abbiano mummificato il su misura, io scelgo lo stile personalizzato". Mai sottotono, tra il divertito e il compiaciuto spiega: "avrei voluto spaziare, il lavoro non mi ha mai spaventato, ma purtroppo sono costretto a proseguire con cautela. Come i tempi impongono". Ci offre un caffè, ride. Ci guarda e, a bassa voce, spiega: "mi sento fortunato ad avere questo tipo di panchina. Il tempo, qui, è fluido e vivo ogni giorno nuove emozioni, tanto che mia moglie è solita ripetermi dovresti pagare tu tutta quella bella gente che è solita frequentare il nostro Atelier e che ascoltarli o consigliarli su foggia e colori rappresenta per te uno svago più che un lavoro". Gli chiediamo di che anno è, ma risponde che non sono gli anni che contano e glissa la domanda. Parla ancora lui. Ci racconta di un ginocchio che non gli consente più di sciare. Arrivano dei clienti che saluta confidenzialmente e, dopo uno scambio di battute, porge loro delle cartelle contenenti campioni di tessuti relativi alle camicie. Comprendiamo che si tratta di riordini. Afferra una biro e una copia commissione, dopo aver ostentato una stilografica di pregio che ammira compiaciuto ma che ripone attentamente nel taschino interno della giacca perché, dice: "funziona meglio in Svizzera". Ci spiace lasciarlo durante i suoi flash di battute, ma per noi è arrivata l'ora di congedarci. Oltre alla produzione di cravatta di alto profilo e di eccellenti camicie su misura, Gianni Mura osa e non intende rinunciare a un rinnovamento di marketing circoscritto allo spazio di Via Torino 54. Ci mette anche l'abito su misura e afferma: "Un brand di livello in un contesto che premi ancora il cliente chi altro poteva inventarlo se non un sardo testardo di nome Gianni Mura?".
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giovedì 22 marzo 2012
Lo stilista Gianni Mura e il successo nel 2012
Qualche nuovo posto di lavoro destinato a giovani talenti che non decolla e un total look che viene ridotto all'essenziale è quanto Gianni Mura, in una battuta, decide di attuare. "Lo scorso anno tirava e sembrava promettere bene. Forse vi era un po' di incoscienza, ma vi era anche fiducia", afferma. "Ora il pessimismo dilaga. Hanno messo in ginocchio l'economia e l'economia era in piedi in virtù dei soldi che hanno tolto alla gente. Sembra un'equazione di matematica: la gente non spende perché non ha più soldi e chi li ha non spende per paura. Negozi che chiudono e conseguenti posti di lavoro perduti. Troppo rischioso produrre un eventuale utile che servirebbe solo a far rosicchiare il fisco. Troppo rischioso essere ottimista". Per un istante, rimane silenzioso, ma, poi, riprende: "pazienza se qualche nuovo posto di lavoro muore sul nascere. Ci tenevo, ma, il dopo Cortina invita anche a evitare location importanti dove il calo del consumo ha segnato la percentuale più alta. Purtroppo, una parte dei miei obiettivi di poter offrire un total look sartoriale tutto Made in Italy a costi contenuti rimane congelato. Un'economia nera dove sembra si voglia, tra l'altro, mortificare il lusso mette solo paura. Mi chiedo se l'esercito dei senza lavoro non sia destinato a crescere anche su questo fronte. Intanto, stiamo a vedere cosa succede ed eventualmente ci penseranno i posteri a riavviare i motori per far decollare quella parte di progetto ancora da realizzare. In principio, era la cravatta a catturare l'attenzione dello stilista, ma, poi, ha introdotto la camicia su misura e, oggi, nonostante la crisi, il successo continua, ma", sottolinea, "il malumore si respira insieme all'aria. Alla sofferenza del settore si sommano i controlli che sono dappertutto. Spremono dove possono". "Grazie al cielo, la professionalità non conosce paura e neppure si impara dall'oggi al domani", continua Gianni Mura, "e capisco subito quando il capo indossato dal cliente necessita di un accorgimento particolare". Selettivo. Crede nel lavoro di squadra. Riconosce l'altrui genialità e chiarisce: "in un mondo dove sembra abbiano mummificato il su misura, io scelgo lo stile personalizzato". Mai sottotono, tra il divertito e il compiaciuto spiega: "avrei voluto spaziare, il lavoro non mi ha mai spaventato, ma purtroppo sono costretto a proseguire con cautela. Come i tempi impongono". Ci offre un caffè, ride. Ci guarda e, a bassa voce, spiega: "mi sento fortunato ad avere questo tipo di panchina. Il tempo, qui, è fluido e vivo ogni giorno nuove emozioni, tanto che mia moglie è solita ripetermi dovresti pagare tu tutta quella bella gente che è solita frequentare il nostro Atelier e che ascoltarli o consigliarli su foggia e colori rappresenta per te uno svago più che un lavoro". Gli chiediamo di che anno è, ma risponde che non sono gli anni che contano e glissa la domanda. Parla ancora lui. Ci racconta di un ginocchio che non gli consente più di sciare. Arrivano dei clienti che saluta confidenzialmente e, dopo uno scambio di battute, porge loro delle cartelle contenenti campioni di tessuti relativi alle camicie. Comprendiamo che si tratta di riordini. Afferra una biro e una copia commissione, dopo aver ostentato una stilografica di pregio che ammira compiaciuto ma che ripone attentamente nel taschino interno della giacca perché, dice: "funziona meglio in Svizzera". Ci spiace lasciarlo durante i suoi flash di battute, ma per noi è arrivata l'ora di congedarci. Oltre alla produzione di cravatta di alto profilo e di eccellenti camicie su misura, Gianni Mura osa e non intende rinunciare a un rinnovamento di marketing circoscritto allo spazio di Via Torino 54. Ci mette anche l'abito su misura e afferma: "Un brand di livello in un contesto che premi ancora il cliente chi altro poteva inventarlo se non un sardo testardo di nome Gianni Mura?".
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