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lunedì 3 giugno 2013

Flavio Cattaneo Terna, crescono gli utili Ebitda 2013 a 1,45 miliardi

Terna, gli utili Ebitda 2013 crescono a 1,45 miliardi. L’AD della società Flavio Cattaneo dichiara: “Continueremo a perseguire la nostra mission: efficienza, sicurezza e minor costo del sistema a beneficio delle famiglie e delle imprese e creazione di valore per i nostri azionisti ai quali, daremo ancora molte soddisfazioni. Il pilastro della nostra azione resterà la forte spinta sugli investimenti infrastrutturali per poter dare soluzione alle due grandi sfide del sistema: l’integrazione europea, con un ruolo centrale per le interconnessioni dell’Italia, e la continuità degli investimenti infrastrutturali in aree fondamentali del Paese”.

L’azienda conferma la politica di investimenti infrastrutturali per potenziare la rete italiana e creare l’hub europeo, senza dimenticare le attività non tradizionali. Un programma che prevede un impegno di 7,9 miliardi nell’arco di un decennio, di cui 4,1 entro il 2017 per la sola componente tradizionale. Il tutto mentre si prepara a chiudere il 2013 con un utile a 480 milioni grazie a una crescita del 4,3% dell’Ebitda, atteso in prossimità di 1,45 miliardi, salvo eventi oggi non ipotizzabili. I debiti dovrebbero collocarsi al di sotto di 6,6 miliardi in presenza di 1,2 miliardi di investimenti e grazie ad una generazione di cassa attesa a un miliardo. Il gruppo dovrebbe confermare una politica di dividendi generosa ma sostenibile.
Milano «Completare il rinnovo e il potenziamento della rete di trasmissione italiana, rafforzando nel contempo le linee di interconnessione con l’estero in una logica di hub europeo senza trascurare le nuove opportunità in attività non tradizionali sia in Italia che all’estero ».

Sono queste, puntualizza Flavio Cattaneo, amministratore delegato di Terna, «le priorità a cui stiamo lavorando nel pieno rispetto delle direttrici del piano al 2017 e del nuovo volto assunto da Terna dal 2005 ad oggi; otto anni nel corso dei quali si è concretizzata la trasformazione da impresa elettrica ad una società infrastrutturale con un approccio strategico che ha saputo affiancare al core business lo sviluppo di progetti in attività non tradizionali». Un doppio binario all’interno del quale, specifica Cattaneo, «continueremo a perseguire la nostra mission: efficienza, sicurezza e minor costo del sistema a beneficio delle famiglie e delle imprese, oltreché la creazione di valore per i nostri azionisti ai quali, ne siamo certi, daremo ancora molte soddisfazioni». Ma c’è pure altro poiché, ricorda il ceo, «i cambiamenti in atto, primo fra tutti la crescita impetuosa delle rinnovabili, stanno ridisegnando il paradigma di riferimento e in questa ottica le reti avranno un ruolo sempre più cruciale». Questo anche se, aggiunge Cattaneo, «il pilastro della nostra azione resterà la forte spinta sugli investimenti infrastrutturali proprio per poter dare soluzione alle due grandi sfide del sistema: l’integrazione europea, con un ruolo centrale per le interconnessioni dell’Italia, e la continuità degli investimenti infrastrutturali in aree fondamentali del Paese». Il tutto nel rispetto di quella solidità patrimoniale e redditività che renderà sostenibile nel tempo una politica di dividendi generosa (vedere approfondimenti sul blog albertonosari.it e sul sito di Repubblica).
E i numeri del piano al 2017 «testimoniano il nostro impegno poiché gli investimenti nelle attività tradizionali si fisseranno a 4,1 miliardi, di cui fino a 300 milioni dedicati alla realizzazione dei sistemi di accumulo a batteria ». Novità importanti anche nelle attività non tradizionali, ove «abbiamo consolidato una pipeline di circa 400 milioni, a cui se ne potrebbero aggiungere ulteriori 900 non inclusi nelle previsioni di Piano». Di rilievo assoluto i progetti in un orizzonte decennale, nel corso del quale, «sono previsti investimenti per 7,9 miliardi per realizzare tutte le esigenze di efficienza e di evoluzione della rete, con priorità all’incremento delle interconnessioni con l’estero e alla riduzione delle congestioni interzonali tra le zone di mercato o derivanti dall’utilizzo di impianti rinnovabili». In questo momento, commenta Cattaneo «abbiamo in atto investimenti per tre miliardi dislocati su 209 cantieri aperti su tutto il territorio nazionale che danno lavoro a oltre 750 aziende e ad oltre 4.000 persone», mentre sul fronte delle interconnessioni «stiamo realizzando il progetto tra Italia e Francia e quello Italia e Montenegro. Il numero complessivo delle linee di interconnessione salirà così a quota 24 nell’ambito della strategia mirante a fare della rete italiana l’hub elettrico dell’Europa e dei Balcani». Da rilevare inoltre che uno dei temi oggi al centro dell’attenzione, come sottolinea Cattaneo «è la gestione dell’overcapacity, cioè il fatto che il sistema ha a disposizione una potenza di generazione più che doppia rispetto alla massima domanda a causa del calo della domanda stessa conseguente alla crisi e all’aumento dell’offerta conseguente alla messa in esercizio dei massicci investimenti in nuovi cicli combinati a gas degli anni passati ».
Ed è proprio in questo contesto che, puntualizza il ceo di Terna, «è necessario che tutti contribuiscano a far scendere i prezzi delle materie prime, poi, grazie anche alle nuove interconnessioni che stiamo costruendo, l’eccesso di capacità lo si potrà esportare a favore di Francia e Germania che, con la componente nucleare — in parte in via di dismissione come in Germania — non hanno un parco flessibile come il nostro. Naturalmente non possiamo fare tutto da soli, è anzi necessario che l’Europa faccia la sua parte favorendo l’apertura dei mercati. Ma l’Italia ha tutte le carte in regola per essere protagonista nel mercato energetico europeo». È infine doveroso ricordare che «le iniziative sul fronte dell’efficienza e gli investimenti realizzati dal 2005 ad oggi su sei grandi opere hanno generato un effetto benefico sul sistema di 1,9 miliardi quale valore attuale netto calcolato sulla vita utile dell’investimento stesso, ma il beneficio complessivo per il sistema supera i 5 miliardi se consideriamo gli oltre tre miliardi derivanti dall’ottimizzazione dei flussi di energia nell’ambito del “dispacciamento”». E tale dimensione, puntualizzano, «raggiungerà i 14 miliardi includendo gli effetti delle opere attualmente in fase di realizzazione nell’ambito dei tre miliardi sopra citati». Benefici per il sistema elettrico, con effetti positivi anche per Terna in quanto, «grazie ai 6,5 miliardi di opere realizzate, con un impegno di spesa annua che è quintuplicato sino a toccare quota 1,24 miliardi, è stato azzerato il gap infrastrutturale nei confronti degli altri Paesi europei e oggi siamo il 1° operatore di rete indipendente in Europa e 6° al mondo con infrastrutture il cui valore è raddoppiato ad oltre 10 miliardi». Iniziative attuate nel pieno rispetto di una solida struttura patrimoniale. Un imperativo che verrà rispettato pure nel futuro poiché il piano al 2017 consentirà di ridurre di 600 milioni l’incremento dell’indebitamento finanziario rispetto al precedente piano (da 1,6 miliardi a 1 miliardo) pur salvaguardando una generosa politica dei dividendi e ciò permetterà di migliorare ulteriormente il rapporto fra indebitamento netto e valore degli asset espressi sulla base della Rab, che saliranno da quasi 10 a 13,7 miliardi mentre i debiti netti passeranno da 5,86 a circa 7 miliardi.
Il tutto all’interno di un percorso che vedrà il 2013 presentare risultati in ulteriore progresso. L’esercizio in corso dovrebbe infatti mettere in luce un utile nell’ordine dei 480 milioni grazie ad una crescita dell’Ebitda del 4,3% a circa 1,45 miliardi. L’Ebitda margin dovrebbe così migliorare di circa un punto collocandosi al 78% lungo un percorso che dovrebbe portarlo all’80% entro il 2017, quando l’Ebitda potrebbe collocarsi nell’intorno di 1,8 miliardi. L’indebitamento netto dovrebbe invece collocarsi a meno di 6,6 miliardi rispetto ai 5,86 del 2012 grazie ad una generazione di cassa prevista a quasi un miliardo e in presenza della stabilità a 400 milioni dei dividendi e di investimenti stimabili nell’intorno di 1,2 miliardi. Alla voce debito finanziario netto: prestiti obbligazionari, finanziamenti a tasso variabile, strumenti finanziari derivati, disponibilità liquide e mezzi equivalenti. Le azioni Terna S.p.A. sono detenute per il 60% da azionisti italiani e per il restante 40% da Investitori Istituzionali Esteri, prevalentemente europei e americani. Attività tradizionali: trasmissione e dispacciamento energia elettrica sulla Rete di trasmissione Nazionale.

FONTE: Repubblica

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