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martedì 8 ottobre 2013

Crisi: "spending review" tra le mura domestiche, il 62% delle famiglie taglia anche sul cibo. Bisogna cancellare l'aumento dell'Iva

La Cia commenta i dati diffusi dall'Istat: la situazione economica degli italiani resta critica, con la spesa ferma in territorio negativo (-1,8%) e il potere d'acquisto calato dell'1,7% nei primi sei mesi dell'anno. Gli acquisti alimentari vanno sempre più giù, con una riduzione drastica anche per la pasta (-9% in valore) e il latte (-7,5%). Serve un passo indietro sull'Iva, che coinvolge il 60% dei consumi e costerà tra i 200 e i 300 euro a famiglia.     

 

Le famiglie riescono ad arrivare a fine mese solo con una feroce "spending review" tra le mura domestiche, come dimostra il crollo dell'1,8 per cento della spesa per i consumi nei primi sei mesi dell'anno. Purtroppo il potere d'acquisto continua a rimanere in territorio negativo (-1,7 per cento) e le famiglie, di conseguenza, sono costrette a tagliare su tutto, anche su quantità e qualità del cibo portato in tavola. E l'aumento dell'Iva al 22 per cento non fa che rendere tutto ancora più difficile. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi oggi dall'Istat.


Oggi la tavola degli italiani è assolutamente "low-cost": il 62 per cento delle famiglie riduce le quantità di cibo acquistate, ma soprattutto per 6,5 milioni di famiglie i discount sono diventati l'unica alternativa praticabile per resistere ai colpi della crisi -spiega la Cia-. Nel 2013 si è ridotta di netto la spesa per pesce (-18,4 per cento) e carne rossa (-4 per cento), ma anche quella per pasta (-9 per cento) e latte fresco (-7,5 per cento).


Vuol dire che la situazione degli italiani è drammatica e che non si intravede alcun recupero della domanda interna, come afferma oggi anche la Confcommercio. Per questo -sottolinea la Cia- bisogna fare tutto il possibile per cancellare l'aumento dell'Iva, dando un segnale di fiducia alle famiglie e alle imprese. Non si può ignorare il fatto che l'aumento dell'imposta riguarda il 60 per cento dei consumi e che questo innalzamento di un punto percentuale dell'aliquota avrà un costo compreso tra i 200 e i 300 euro annui a famiglia. Continuando su questa strada, quindi, si deprime ancora di più la crescita e si allontana la ripresa dell'economia e del Paese.

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