4 settembre, Venezia - Presentata oggi - nello Spazio Luce Cinecittà dell'Hotel Excelsior di Venezia, con l'introduzione di Laura Delli Colli - la VIII edizione del SalinaDocFest 2014, che dal 23 al 27 settembre porterà nell'isola di Salina artisti come Golshifteh Farahani, Nahal Tajadod, Moni Ovadia, Wilma Labate, Edoardo Winspeare, Maria Pia Calzone, Stefano Sollima e Irene Grandi, proponendo nei titoli in concorso il meglio del documentario narrativo italiano di questa stagione.
Giovanna Taviani - direttrice dal 2007, con la collaborazione di Mazzino Montinari e Antonio Pezzuto - non ha potuto raggiungere Venezia perché bloccata a Salina dal maltempo che ha interrotto i collegamenti con il continente. Ma ha mandato ai presenti una dichiarazione drammatica sul futuro del SalinaDocFest, intitolandola, ironia della sorte, "Isolani si, Isolati no" (testo integrale nel pressbook in allegato), proprio come il nuovo video contest lanciato quest'anno dal festival e dedicato al territorio delle isole minori italiani e alla tutela dei diritti, sempre minacciati, delle donne e degli uomini che lo abitano.
Il SalinaDocFest - pur avendo conquistato in soli 8 anni un posto di primo piano nel mondo del cinema del reale, ed una visibilità nazionale e internazionale straordinaria - nel 2014 è stato escluso da qualsiasi forma di finanziamento regionale. Una decisione che taglia le gambe ad un festival profondamente radicato nel territorio, capace di ottenere grandi risultati con un budget irrisorio, che non ha mai superato i 150 mila Euro (fra pubblico e privato), a fronte di rassegne e manifestazioni enogastronomiche che ricevono ogni anno fino a cinque volte tanto. "A questo punto sono costretta a dimettermi e a chiudere l'esperienza per emigrare altrove" conclude Giovanna Taviani "60 mila giovani sono fuggiti da Palermo in questi ultimi anni, e ancora ricordo gli occhi asciutti di Vincenzo Consolo, mentre mi narrava i motivi dolorosi che lo avevano spinto a lasciare il calore della sua terra per emigrare nella fredda Milano. Me lo ripete oggi Roberto Saviano, che ha deciso di andar via dall'Italia, e che ha fondato con noi questo festival. Con le sue parole chiudo questa mia dichiarazione, nella speranza che arrivi un giorno in cui la Sicilia possa tornare ad essere una terra di cultura e di investimento; una terra normale e meritocratica dove tutto è possibile, indipendentemente da chi sei, ma solo per quello che fai."
"È vero che sono stato padrino del festival" - dichiara dagli Stati Uniti lo stesso Saviano, in un messaggio rivolto al pubblico di Venezia - "E il festival a sua volta mi ha iniziato a una forma d'arte che non mi ha più abbandonato. Il documentario: un occhio sul mondo, migliaia di occhi sul mondo, l'unico modo che abbiamo oggi per capire cosa accada davvero in Palestina, in Iraq, in Siria, in Repubblica Centroafricana, in Colombia, Messico, Honduras. È l'unico vero modo che abbiamo per partecipare alla vita di luoghi lontanissimi, e per capire che tutto è connesso, che il mondo è un organismo economico che respira con gli stessi polmoni che ragiona con lo stesso cervello. Per capire che il corpo è unico. Il Salina Doc Fest probabilmente emigrerà. Sarebbe una bella provocazione se continuasse a chiamarsi Salina Doc Fest pur svolgendosi in un'altra città italiana o straniera, per dire: osservate quel che avete perso, quel che non siete riusciti a tenervi stretto. In un'Italia a pezzi, in cui manca tutto, probabilmente la cultura agli occhi di molti non ha priorità. Eppure in un'Italia a pezzi, in cui manca tutto, solo la conoscenza può davvero salvarci".
Roberto Saviano parteciperà alla serata finale del Festival il 27 settembre, in collegamento da New York con la piazza di Santa Marina: un evento che sottolinea l'importanza cruciale di un'edizione che rischia davvero di essere l'ultima. La proiezione after hours in maratona di Gomorra la serie - organizzata con la collaborazione di Sky e prevista tra il 22 e il 27 settembre - è un nuovo regalo al pubblico dell'isola, ma anche un omaggio allo scrittore e all'amico, perfettamente in linea con la missione originaria di un festival che ha scelto di testimoniare e raccontare l'esplosione ormai definitiva dei confini tra fiction e realtà nel linguaggio cinematografico moderno.
Questi sono i titoli scelti per il Concorso Nazionale: The Show MAS Go On di Rä Di Martino (Italia, 30'), La malattia del desiderio di Claudia Brignone (Italia, 57'), Quello che resta di Antonio Martino (Italia, 50'), Sul vulcano di Gianfranco Pannone (Italia, 80'), Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry (Italia/Palestina 92'), Io voglio le ali bianche di Chiara Zilli (Italia, 51'), Il Dio delle Zecche. Storia di Danilo Dolci di Leandro Picarella e Giovanni Rosa (Italia 60'), Va' Pensiero di Dagmawi Yimer (Italia, 56'), La beaute c'est ta tete di ZimmerFrei (Italia/Francia, 60')
INFO: www.salinadocfest.it
Nessun commento:
Posta un commento