Per la
prima volta al mondo viene pubblicata una ricerca scientifica made in
Italy che quantifica con certezza matematica l'incidenza della “sindrome
delle apnee ostruttive del sonno” sulla causa di incidenti stradali.
Roma, 9 novembre 2015: Proprio nei giorni in cui il governo italiano si appresta a recepire la direttiva europea n. 2014/85/UE con un decreto legge che dal 1 gennaio 2016 rivoluzionerà il mondo dei trasporti, i ricercatori Dr. Sergio Garbarino (Dipartimento di Neuroscienze, Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili - Università di Genova), Dr. Antonio Sanna (Unità di Pneumologia Ospedale San Jacopo - Pistoia), ed Alessio Pitidis, Marco Giustini e Franco Taggi del Dipartimento Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore della Sanità Ministero della Salute, hanno pubblicato una ricerca, sulla prestigiosa rivista scientifica inglese “Chronic Respiratory Disease”, con la quale per la prima volta al mondo è stata individuata, tra tutti gli incidenti stradali documentati, la percentuale di quelli attribuibili agli autisti affetti dalla sindrome delle apnee ostruttive del sonno, il cui acronimo universalmente utilizzato è OSAS.
La metodologia di analisi statistica scelta, e per la prima volta
applicata nella valutazione degli incidenti stradali, ha permesso ai
ricercatori di quantificare con un valore pari a 7 la percentuale (7%) di quelli dovuti agli autisti della popolazione generale affetti da OSAS.
Questo dato é il primo in assoluto per l'OSAS e permette di quantificare il guadagno in termini sanitari ed economici ottenibili con programmi sanitari mirati alla sua diagnosi precoce ed al suo ottimale trattamento.
Inoltre, a differenza dell’ormai nota
da anni valutazione del rischio per il singolo individuo, permette finalmente di indicare il numero atteso di incidenti stradali causati da autisti OSAS.
Da ciò deriva il calcolo del numero di morti ed infortuni evitabili e quello dei costi sanitari, in particolare quelli dovuti ad infortunio. Infatti nell’anno 2014 gli incidenti stradali in Italia sono stati 248.000 con 3.300 morti e 174.000 feriti.
Applicando a tali dati i risultati dell’analisi statistica condotta dai ricercatori italiani sono ben 7.360 gli incidenti stradali, causa di 231 morti e 12.180 feriti provocati da autisti con OSAS.
Il modello statistico che ha permesso di ottenere il dato del 7% é estremamente sofisticato e si è basato sul PAF (population attributable fraction).
Il
PAF, già da tempo validato e utilizzato in medicina, ha permesso di
partire dal rischio individuale di incidente stradale per il soggetto
OSAS, ormai noto da anni e già più volte confermato dalla letteratura
scientifica internazionale, per quantificare esattamente quanti degli
incidenti stradali documentati in una popolazione generale (quindi
soggetti con o senza OSAS) in un definito intervallo di tempo sono
attribuibili alla OSAS
In ultima analisi il risultato di tale ricerca permette di quantificare il guadagno, in termini di salute ed economico (1.500.000.000 di euro circa), ottenibile con progetti sanitari che abbiano come obiettivo la diagnosi precoce dell’OSAS ed un’ottimale aderenza al trattamento prescritto.
“Infatti l’OSAS è una malattia curabile da cui si può guarire;- dichiara il Dr. Sergio Garbarino
– la prevenzione e il trattamento precoce sono l’arma vincente che
permette di migliorare la salute e la sicurezza dei cittadini spesso
inconsapevoli di questa diffusissima malattia, permettendo inoltre di
ridurre gli enormi costi socio-economici tali da incidere perfino sul nostro PIL. I dati del nostro studio permettono finalmente di avere una esatt
a dimensione del problema su cui costruire un’adeguata e concreta strategia preventiva”.
Poco si parla di questa malattia che è facilmente diagnosticabile e curabile e che ha una prevalenza ed un impatto socio-sanitario simile se non superiore al diabete, con importanti risvolti medico legali e assicurativi. “I più recenti dati epidemiologici- dichiara il Dr. Antonio Sanna
- indicano che l’OSAS di grado moderato e grave ha una diffusione nella
popolazione adulta pari a circa il 50% nell’uomo e circa il 23% nella
donna. L’OSAS non
è solo causa di eccessiva sonnolenza, ma rappresenta anche un fattore di rischio ed è spesso associata alle principali patologie del mondo occidentale, quali obesità, sindrome
metabolica e diabete, infarto del miocardio, ictus, fibrillazione
atriale, scompenso cardiaco, disturbi cognitivi ed insufficienza
respiratoria, che sono le principali cause di morte della
nostra società. La diagnosi precoce e l’ottimale trattamento dell’OSAS
rendono possibile prevenire la comparsa di tali diverse patologie o di
migliorarne il controllo. In altre parole la diagnosi di OSAS rende
concreto il miglioramento della qualità e dell’aspettativa di vita dei
soggetti che ne sono affetti offrendo loro un re
ale e percepito guadagno in termini di salute” Tali dati
epidemiologici fanno si che i medici ed i ricercatori che da anni si
occupano di tale malattia considerino causa di una “epidemia silente”.
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