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lunedì 15 settembre 2008

WWF: a rischio l'Artico

WWF: "Quest'anno ci stiamo giocando l'Artico"

Settembre è il mese cruciale per la registrazione del trend di scioglimento dei ghiacci


Non c'è mai stato così poco ghiaccio in Artico: lo lascia pensare il fatto che lo spessore del ghiaccio che copre l'Artico sia sempre più sottile e che l'estensione della calotta sembra essere la seconda inferiore mai registrata. Settembre è infatti per i ricercatori il mese in cui vengono registrati i dati di scioglimento dei ghiacci artici e nonostante non siano ancora a disposizione i dati definitivi per l'anno 2008, quelli a disposizione già oggi sono pericolosamente vicini al record negativo dell'anno scorso, quando la calotta artica si ridusse a soli 4,13 milioni di km2. Uno scioglimento così massiccio si è realizzato con 30 anni di anticipo rispetto al previsto. I modelli più recenti ci dicono che tra il 2013 e il 2040 ci saranno delle estati in cui l'Artico sarà libero dai ghiacci, come non succedeva da più di un milione di anni.

"Se prendiamo in considerazione i dati riguardanti l'assottigliamento dello strato di ghiaccio, molto probabilmente quest'anno in Artico c'è meno ghiaccio di quanto ce ne sia mai stato da quando sono cominciati i rilevamenti" afferma Martin Sommerkorn, del programma Artico del WWF. "Questo è anche il primo anno in cui si sono naturalmente aperti sia il passaggio a Nord-ovest sopra l'America settentrionale, sia quello a nord-est sopra la Russia".

Secondo Sommerkorn il continuo scioglimento dei ghiacci più antichi e spessi significa che la calotta artica sta seguendo un trend che la sta portando a essere sempre più 'giovane' e sempre più sottile. La parte di ghiaccio che ha almeno 5 anni è diminuita del 56% tra il 1985 e il 2007, mentre il ghiaccio più vecchio è pressochè sparito. Prese tutte insieme, le nuove cifre mostrano chiaramente che l'Artico sta vivendo un declino sempre più rapido.

Per il WWF il 2009 sarà un anno cruciale per affrontare il problema dei cambiamenti climatici: i governi mondiali stanno negoziando un nuovo accordo sul clima che dovrà entrare in vigore nel 2013, quando il protocollo di Kyoto cesserà di funzionare. Questi negoziati vanno accelerati per permettere la firma dell'accordo alla Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui Mutamenti Climatici dell'ONU che si terrà a Copenaghen nel dicembre 2009, tra soli 15 mesi.

"Per quanto riguarda l'estensione estiva dei ghiacci, ci aspettiamo che i dati definitivi confermino che il 2008 sarà il peggiore o, al massimo, il secondo peggior anno di sempre"– prosegue Sommerkorn "Questo vuol dire che, da quando si è cominciato a effettuare rilevamenti, in due anni consecutivi sono stati registrati due record negativi in termini di estensione della calotta artica e che questo trend continuerà. Alcune specie come l'orso polare stanno sperimentando sulla propria pelle l'erosione del proprio habitat provocato dai cambiamenti climatici in atto. Questi cambiamenti affliggono anche le popolazioni che hanno sempre vissuto tra i ghiacci artici e che dipendono in tutto e per tutto dal fatto che questo ecosistema si mantenga in salute".

Il trend di riduzione dell'Artico è un allarme per il mondo intero: "L'Artico è un fattore di stabilità per il clima mondiale per due motivi" - sostiene Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia - "Innanzitutto, il ghiaccio artico si comporta come uno specchio naturale perché riflette nell'atmosfera le radiazioni solari, il cosiddetto effetto Albedo. Quando il ghiaccio sparisce, le acque artiche assorbono più calore e alimentano il processo del riscaldamento globale creando un rafforzamento (feedback positivo) dell'incremento dell'effetto serra naturale. In secondo luogo, lo scioglimento dei ghiacci rilascia in atmosfera tutti quei gas serra che erano rimasti intrappolati nel ghiaccio stesso, come il metano. Quindi, questo non è solo un problema dell'Artico ma è un problema globale. E, in quanto tale, richiede una risposta globale".

I cambiamenti climatici nella zona artica affliggono l'ecosistema marino, con acque sempre più calde e un processo di acidificazione in atto che altera la distribuzione di alghe e crostacei, alla base della ricchissima catena alimentare della zona polare e sub-polare. Al vertice molte specie già colpite, come le foche dagli anelli, una delle prede degli orsi polari, molte specie costiere come il gabbiano d'avorio che ha visto le proprie colonie delle aree costiere canadesi crollate dell'80% dal 1980 rispetto a quelle di altre regioni. Nelle aree più estreme orientali della Russia, come il Mar di Chukchi, la riduzione dei ghiacci artici sta colpendo anche le popolazioni dei trichechi. Qui in estate ormai il mare è quasi completamente libero dai ghiacci ritiratisi fin dove le acque sono più profonde. Qui i trichechi non possono pescare e le colonie sono costrette ad ammassarsi lungo le spiagge della costa di Chukotcha. In queste condizioni il cibo scarseggia e il rischio di infezioni aumenta. Lo scorso anno il WWF ha contato in appena 350 chilometri di costa oltre 1.000 trichechi morti, probabilmente sfiancati dalla difficoltà di dover cercare cibo in acque sempre più profonde e spesso agitate.


Roma, 15 settembre 2008

Ufficio stampa WWF Italia 06-84497377, 373, 463, 213, 265, 216


A disposizione dei media immagini video e fotografiche

Per approfondimenti:

SITO DEL PROGRAMMA ARTICO DEL WWF http://www.panda.org/about_wwf/where_we_work/europe/what_we_do/arctic/index.cfm

SITO del National Snow and Ice Data Center

http://nsidc.org/arcticseaicenews/


Francesca Mapelli <f.mapelli@wwf.it>

    SCHEDA INFORMATIVA

  • Quanto velocemente si sta sciogliendo il ghiaccio?

Lo scioglimento dei ghiacci è aumentato rapidamente negli ultimi decenni. Negli ultimi anni il tasso di scioglimento ha addirittura superato le previsioni della maggior parte dei modelli climatici.

Nel 2007 l'estensione minima della calotta artica è stata di 4,3 milioni di km2; rispetto agli anni '80 si è ridotta del 40% e, a dimostrazione della rapidità sempre maggiore dello scioglimento, rispetto al precedente record negativo del 2005 si è ridotta del 20%. Uno scioglimento così massiccio si è realizzato con 30 anni di anticipo rispetto al previsto. I modelli più recenti ci dicono che tra il 2013 e il 2040 ci saranno delle estati in cui l'Artico sarà libero dai ghiacci, come non succedeva da più di un milione di anni.

Quello che ha causato questo processo è stata la riduzione progressiva dello spessore del ghiaccio più giovane dovuto all'aumento delle temperature medie autunnali, invernali e primaverili che si è verificato negli ultimi 50 anni. Durante questo periodo, a causa delle attività umane è aumentata la concentrazione di gas serra nell'atmosfera e l'Artico si è scaldato a velocità doppia rispetto al resto del mondo.

Solo una minima parte del ghiaccio che forma il pack è più vecchio di un anno; la maggior parte del ghiaccio che ha un anno si scioglie ogni estate, incrementando così il riscaldamento globale. Gli scienziati concordano nel dire che questo trend di scioglimento estivo dei ghiacci non è reversibile, che non c'è possibilità di tornare allo stato pre anni '80 e nemmeno a quel tasso di decrescita dei ghiacci del -7,4% previsto dal IV rapporto dell'IPCC.

Perché è importante per il clima globale e per l'ambiente?

Un artico freddo aiuta a mantenere il clima della Terra stabile assorbendo il calore in eccesso, influenza la circolazione delle acque dell'emisfero boreale, la sua temperatura e il suo regime delle precipitazioni. Un Artico senza ghiaccio aumenterà il riscaldamento dell'emisfero nord, cambierà gli schemi delle precipitazioni così come la frequenza e l'intensità di eventi meteorologici estremi come le tempeste. Lo scioglimento dei ghiacci artici ridurrà in maniera significativa l'estensione e la stabilità dei territori coperti dai ghiacci perenni e anche di quelli limitrofi. Il ghiaccio si è ritirato di oltre 1500 km verso l'interno; questo accelererà il riscaldamento globale perché verranno rilasciate grandi quantità di gas serra come il metano e l'anidride carbonica che prima erano intrappolate nei ghiacci artici. Nei primi 3 metri di suolo artico è racchiusa una quantità di carbonio equivalente al doppio di tutto quello presente in atmosfera. E' trattenuto lì perché nel permafrost, che si caratterizza per le basse temperature e le povere condizioni di drenaggio, i microbi del suolo non possono accedere a questa risorsa. La variazione delle condizioni del permafrost innescate dalla perdita di ghiaccio sul Mar Glaciale Artico, così come dall'aumento della temperatura e dalla profondità del disgelo estivo, migliorerà le condizioni di microbi del suolo e quindi permetterà loro di liberare quantità crescenti di carbonio in atmosfera come il metano e l'anidride carbonica.

Grandi quantità di idrati di metano sono state trovate nella piattaforma superficiale che circonda il Mar Glaciale Artico; questo metano è trattenuto al suolo principalmente dalle basse temperature. Un Artico più caldo potrebbe causare il rilascio di parte di questo metano che - con circa 21 volte il potenziale di gas a effetto serra dell'anidride carbonica – potrebbe modificare rapidamente e completamente il clima della Terra.

Un Artico più caldo e privo di ghiacci accelererà lo scioglimento del ghiaccio della Groenlandia e farà aumentare così il livello del mare.

Il ghiaccio Artico influenza il clima globale in diversi modi:

  • è fondamentale per mantenere l'effetto Albedo, ovvero quel meccanismo per cui il ghiaccio riflette il calore del Sole. Se c'è meno ghiaccio, l'effetto Albedo diminuisce d'intensità e il mare assorbe più calore;
  • Influenza lo scambio termico e gassoso tra atmosfera e oceani;
  • Influenza le correnti marine

Come lo scioglimento dei ghiacci influenza la vita degli abitanti dell'Artico?

Alcune specie, come ad esempio i narvali, le foche, i trichechi e gli orsi polari dipendono molto dalle condizioni di ghiaccio. La loro sopravvivenza è compromessa dallo scioglimento della calotta artica. I confini delle zone ghiacciate sono tra le più produttive sulla Terra e sono al centro di tutta la catena alimentare artica, inclusi pesci, uccelli e mammiferi. Gli effetti della perdita di ghiaccio si sentirà a livello internazionale, in particolare attraverso le modifiche dell'alimentazione degli uccelli migratori e degli stock ittici. Il ghiaccio è il materiale con cui sono costruite le strade di alcune specie come i caribù e i buoi muschiati, che consentono loro di viaggiare tra le isole e la terraferma.

Come la perdita di ghiaccio influenzerà la vita delle persone che vivono in Artico?

La perdita di ghiaccio aprirà grandi zone del Mar Glaciale Artico alle attività umane, come la navigazione e lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili come il petrolio e il gas. Queste attività sono in grado di aggiungere ulteriori fattori di stress agli ecosistemi artici. L'assenza di ghiaccio lungo coste artiche aumenterà l'erosione di quelle coste, cosa che potrebbe addirittura minacciare intere comunità costiere. La perdita e i cambiamenti nella distribuzione delle specie rischiano di avere un effetto profondo sulle popolazioni artiche che si affidano a tali risorse.


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