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lunedì 15 febbraio 2010

Padri separati: Storia di mio figlio

Ciao CorrieredelWeb,

sono Ruggero (Roberto Dal Molin) di Facebook.

La mia storia è purtroppo comune a quella di ogni padre separato al quale viene sempre negata la geniorialità, dove in sede di giudizio quello che sostiene la moglie è sempre credibile, mentre quello che afferma l'uomo non è mai attendibile.
Dopo soli due mesi dall'udienza di separazione ho perso l'affido condiviso e due mesi fa sono pure stato condannato in primo grado per maltrattamenti in famiglia.

Mia moglie mi aveva denunciato perché gli avrei sferrato quattro ginocchiate all'addome.
Il referto del Pronto Soccorso relazionava "addome non dolente alla palpazione, nessun segno di percosse." Zero giorni di prognosi. La donna ha giustificato il fatto dicendo che pratico il karate, così mi sono ritrovato esperto in arti marziali senza mai essere stato iscritto in vita mia in una palestra.

Dopo l'accusa di essere pure un alcolizzato ho portato in testimonianza il medico specialista che mi cura da dieci anni perché soffro di una grave insuficienza epatica. Il professionista confermava che non ha mai rilevato uso di alcolici da parte mia negli ultimi dieci anni. Teste inattendibile. Mentre il padre e la madre della controparte testimoniavano che bevevo 5-6 bicchieri di vino a pasto. Loro sì attendibili.

Fin quì siamo nella "normalità", le cose si sono complicate quando mio figlio di 6 anni all'epoca mi rendeva partecipe delle continue attenzioni a carattere sessuale del quale era oggetto da parte del nonno materno, dirigente storico e figura carismatica dei Testimoni di Geova.
Cosa che denunciavo immediatamente al Consultorio Familiare di Monselice.
Mia moglie si schierò immediatamente e senza ripensamenti dalla parte del proprio padre difendendolo.
Fummo ascoltati, bambino compreso (!), da un'ispettrice di P.G. in un'aula del Tribunale Civile e Penale di Padova..
La denuncia fu immediatamente archiviata.

Ora dovrò rispondere della denuncia per calunnia che il TdG fece prontamente contro di me. Siamo alla fine del 2007.
All'inizio dell'anno dopo mio figlio non smetteva di parlare di queste attenzioni, confidandole all'interno dell'ambiente paterno.
Mia madre e mio fratello denunciavano a loro volta il nonno materno.
Archiviate pure quelle.

Ma il bambino stava vivendo un malessere tremendo, anche perché oltre alle molestie sessuali si lamentava pure delle percosse che puntualmente e per futili motivi il nonno non esitava a somministrargli.
In più il coinvolgimento sempre maggiore dei TdG che, avendo ricevuto il permesso dalla madre, lo torturavano psicologicamente, e tutt'ora continuano a farlo, per imporgli la loro fede.
Tant'è che il bambino riferiva anche alla maestra di italiano di prima elementare.
Il Dirigente Scolastico informava tempestivamente le Autorità.

Archiviato pure questo procedimento. A questo punto sono entrati in gioco i Servizi Sociali e da questo momento in poi la vita del bambino è stata letteralmente rovinata.
Per prima cosa l'assistente sociale dopo avermi parlato solo 15 minuti e senza nemmeno vedere il bambino ha redatto una relazione vergognosa mettendomi in bocca parole che non avevo mai pronunciato, poi si è recata presso l'abitazione di mia madre (la nonna paterna di ottant'anni) ammonendola di parlare ancora di presunta pedofilia da parte del nonno.
Il bambino in seguito è stato ascoltato da un centro specializzato dove ha ribadito la vicenda, ma questi hanno detto che parlava solo perché stava vivendo un profondo malessere dovuto ai litigi dei genitori.
Poi è stato ascoltato dal Neuropsichiatra infantile dei Servizi Sociali che ha definito il bimbo non credibile, peggio: che sono io che sobbillo il bambino con queste storie facendo ricorso presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia per revocare la potestà genitoriale ad entrambi i coniugi, probabilmente con il domicilio del bambino presso la madre, il che vuol dire sempre ed ancora con il nonno.


Non sapendo più cosa fare per difendere mio figlio ho scritto un romanzo che comincia pure a riscuotere un discreto successo: Il Tormento di Pedì, edito da Altromondoeditore. Autore: Roberto Dal Molin. Di seguito il link:
http://www.altromondoeditore.com/shop/home/detail/653

Con lo pseudonimo Roberto Dal Molin ho aperto una pagina su Facebook dove ci sono parecchi altri link.
La settimana prossima verrà trasmessa in una tv regionale un'intervista per la presentazione del libro.

Lunedì 18 gennaio è stato pubblicato un articolo nel Gazzettino di Padova, di seguito il link:
http://carta..ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=229289&Data=20100118&CodSigla=PD

Molti mi dicono che sembro un personaggio di Servantes, che non posso combattere contro questi poteri forti, che ho perso in partenza. Sarà pur vero ma per l'integrità di mio figlio ed il mio dovere di padre devo prima verificarlo, giocandomi tutte le carte possibili compresa l'opzione mediatica, che certamente disturberà sia i Servizi Sociali sia i TdG.


Ruggero (Roberto Dal Molin)

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