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domenica 3 settembre 2006

ITALIANI GIUNTI IN LIBANO: MA PERCHÉ LA MISSIONE SI COMPIA È NECESSARIO UN INTERVENTO DEGLI STATI EUROPEI IN FAVORE DELL'INDIPENDENZA DELLE NAZIONI

MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
fondato nel 1943


- CUMUNICATU STAMPA -

ITALIANI GIUNTI IN LIBANO: MA PERCHÉ LA MISSIONE SI COMPIA È NECESSARIO UN INTERVENTO DEGLI STATI EUROPEI IN FAVORE DELL'INDIPENDENZA DELLE NAZIONI MEDIORIENTALI

Si conclude oggi lo sbarco delle truppe italiane in Libano. In esse, tanti siciliani che nelle forze armate trovano lo sbocco professionale altrimenti negato dalle politiche coloniali di sottosviluppo imposte alla Sicilia dallo Stato Italiano.

Siciliani che, con la divisa di un Paese straniero ed estraneo, di certo sapranno distinguersi, con il loro carico di umanità, altruismo e propensione al sacrificio, nell'ambito dei contingenti dell'Unifil.

Un'intervento di "peacekeeping" che noi indipendentisti siciliani, nonostante i rischi cui andranno incontro i nostri fratelli, approviamo in pieno.

Ma di domande ne sorgono.

Perché l'Unifil non ha mai compiuto il proprio originario mandato, assegnatogli nel 1978? Perché la comunità internazionale ha permesso il ristagnare della situazione, fino all'esplosione della recente crisi?

Noi riteniamo che, alla base di tutto, stia la mancanza di indipendenza.

Mancanza di indipendenza da parte di partiti come Hezbollah in Libano (ma analogo discorso può praticarsi per Hamas in Palestina), fautori di politiche decise al di fuori dal proprio territorio nazionale: Iran, Siria. Contro la cui occupazione, all'indomani del truce assassinio del Premier libanese Rafik Hariri, i giovani libanesi gridarono in strade e piazze: INDIPENDENZA.

Indipendenza che manca anche a Israele, sempre più allineantesi alle politiche propugnate dalle forze conservatrici statunitensi di manipolazione arbitraria dello scenario geopolitico e umano mediorientale. Israele che ha sfruttato il pretesto offerto dal sequestro di due suoi militari da parte dei miliziani di Hezbollah, per dar vita ad una campagna di bombardamenti del tutto indiscriminata (e volentieri ricambiata con altrettanta cieca veemenza dai seguaci di Nasrallah), ed esitata con un inizio di re-invasione del Libano, conclusasi con il recente cessate il fuoco e l'adesione al piano di intervento dell'Unifil.

Noi indipendentisti siciliani riteniamo che l'opportunità offerta da tale missione debba essere colta mediante l'intervento delle nazioni europee (indipendenti e non) in favore di quelle forze che, nelle democrazie israeliana e libanese (oltreché in Palestina), rappresentano quelle alte e sacrosante aspirazioni di indipendenza dalle "interessate" ingerenze estere filobelliche (e delle multinazionali che investono su guerra ed armamenti), in favore della pace, del progresso, e del reciproco rispetto e legittimazione.

Altrimenti, rimanendo inattivi gli Stati europei diverrebbero complici e silenti sostenitori della linea di indiscriminata aggressione di Stati sovrani che qui in Sicilia ben conosciamo in seguito alla forzosa annessione allo Stato Italiano del 1860, (ed inoltre ai cannoneggiamenti del 1866, precursori di tanti altri bombardamenti come quelli su Beirut, ed alla pressoché perenne repressione anti-indipendentista) alla cui conseguente Questione Siciliana non si è ancora posto efficace rimedio, anzi, si è teso da parte dell'Italia (con mirate politiche mafiose ed assimilazioniste) ad una riduzione della Sicilia da terra fervida, ricca e fertile a colonia depressa, periferica e sottosviluppata, con l'indipendenza politica, economica e culturale che non è più soltanto una legittima rivendicazione della storica Nazione Siciliana, ma un'autentica ed urgente necessità di tutto il Popolo Siciliano.


Catania, 3 riustu 2006

A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.


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