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lunedì 15 gennaio 2007

“C’era una volta….SCUGNIZZI” il musical


Il musical in due atti “C'era una volta...Scugnizzi” ritorna in scena al Teatroteam di Bari, dal 12 al 14 gennaio, a grande richiesta. Scritto da Claudio Mattone ed Enrico Vaime, con Sal Da Vinci, Pietro Pignatelli e la Nuova Compagnia di Scugnizzi, con le coreografie di Gino Landi, le scene di Bruno Garofalo, i costumi di Silvia Polidori e la regia degli stessi Landi e Mattone, lo spettacolo è ispirato al film “Scugnizzi” di Nanny Loy, del 1989 e di cui Claudio Mattone firmò la colonna sonora. Infatti le canzoni del film fanno parte anche dello spettacolo teatrale, assieme ad altre che Mattone ha scritto espressamente per il musical. La produzione è di Claudio e Tullio Mattone. Andato in scena per la prima volta al teatro Augusteo di Napoli nel marzo del 2002, il musical ha subito ottenuto un successo strepitoso di pubblico e critica fino a ricevere numerosi premi, tipo l’Oscar del Teatro, importante riconoscimento dell’ETI, ricevuto nel 2003 quale miglior musical dell’anno.La storia narra le vicende di due giovanissimi detenuti del carcere minorile napoletano di Nisida: Saverio e Raffaele. I due diventano amici facendo musica in riformatorio, ma quando vengono rimessi in libertà prendono strade diverse e si ritrovano dopo 20 anni, con due carriere assolutamente opposte. Saverio, interpretato da un grande Sal Da Vinci, ha deciso di diventare prete, si dedica al volontariato per aiutare i giovani ad uscire dal disagio che li costringe all’illegalità, e lo fa proprio insegnando loro musica, canzoni e dispensando affetto e buoni consigli; Raffaele, interpretato magistralmente da Pietro Pignatelli, viene chiamato O’ Russo per il colore dei suoi capelli ed al contrario di Saverio è diventato il boss del quartiere, diffonde disonestà e criminalità, ed ingaggia alcuni giovani come corrieri della droga. Saverio riunisce tutte le sere i ragazzi in un “basso”, che usa come locale (con la porta sempre aperta) per fare musica tutti assieme. Un giorno si presentano due ragazzi nuovi, Angelo e Carmine, che vengono subito accolti con calore e comprensione. Purtroppo però i due sono dei corrieri del clan malavitoso di Raffaele ed è difficile portarli dalla parte retta della barricata. Ma i due frequentano ugualmente la compagnia canterina di Saverio e pian piano iniziano le amicizie ed anche la storia d’amore tra Carmine e Rosa (una delle ragazze del gruppo). Saverio o meglio Don Saverio, cerca di aiutare Angelo ad uscire dalla sua tossicodipendenza e lo convince a lavorare in un cantiere, ma il giovane muore cadendo da un’impalcatura. Questo triste episodio porta il prete ad essere allontanato dal gruppo di scugnizzi, fortunatamente tutto ciò dura poco perché i ragazzi lo riportano subito a loro. Intanto Carmine vuole staccarsi dal clan di Raffaele. La giovane Rosa per aiutarlo, decide di nasconderlo. Il boss, “O’ russo”, si vendica tentando di rapire il figlio di Rosa, non ci riesce per caso, ma ormai l’indignazione del gruppo di ragazzi è tale da gridare a gran voce per tutto il quartiere la loro ribellione e lo fanno urlando e cantando “'O russo è 'n' òmm' 'e merda”. Queste parole toccano Raffaele nel più profondo della sua malvagità e la risposta non tarda ad arrivare, nell’unico modo che sa: con la pistola. La morte del loro benefattore non ferma i ragazzi, che anzi, gridano ancora più forte la rivolta alla crudeltà del boss. Gli insegnamenti morali (e musicali) di Saverio non sono stati quindi inutili.Il musical si avvale di una scenografia a dir poco stupefacente, all’interno della quale si muovono circa 25 personaggi che ballano, recitano e soprattutto cantano le magnifiche canzoni di Mattone. Si comincia con un’overture solo con chitarra di “Magnifica gente”, per poi continuare con “Carcere ‘E Mare”, “Perzòne Perzòne”, “Chiammamme”, il pubblico sorride alla ritmatissima “Zoccole”, si prosegue con “Arrangiammoce”, “Io ce credo”, “Quanto tempo ce vo”, “Scètate Scè”, “Niente Niente”, tanti applausi per la famosa “A Citta' 'E Pulecenella”, e poi “Gli imbianchini”, “Stàteve Accorte”, “Ajere”, “Parlanno Parlanno”, “Cumannà”, “’O russo è 'n' òmm' 'e merda”, “Magnifica Gente” e si conclude con un medley in cui il pubblico diventa quasi il protagonista inconsapevole, specialmente quando sulle note finali di “Magnifica Gente” i fari si spostano sugli spettatori ormai impegnati ad applaudire. Particolarmente melodica la voce di Sal da Vinci, interessante e roca quella di Pietro Pignatelli. Notevole la bravura corale del gruppo di 20 ragazzi. Nello spettacolo si respira tutta la speranza (forse un po’ retorica) che gli scugnizzi (non solo napoletani) possono e desiderano trovare il modo di vivere onestamente e correttamente.
Deborah Brivitello

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