Stamattina ho acceso il PC, ho aperto il contatore del blog e, come faccio sempre, ho guardato cosa stavano cercando i visitatori del sito che Google ha indirizzato verso la mia pagina. Mi è apparsa una lista del genere:
- Mattatoio N°5
- Kurt Vonnegut
- Libri Vonnegut
- Mattatoio numero cinque
- La crociata dei bambini
Inutile dire che, quando sono passato al sito dell'ANSA, sapevo già che notizia aspettarmi.
Ed è così da questa mattina, è un continuo. Penso che per domani avrò raggiunto almeno 200 accessi di persone che non conoscevano questo autore, e utilizzando Internet per informarsi finiscono col trovare ME.
La cosa mi ha fatto riflettere. Prima di tutto, mi sono detto che avrei voluto scrivere un post migliore sul libro di Vonnegut. La gente lo trovava in un'occasione tanto importante, ma io cosa ho scritto? Che avevo da dire?
Allora ho pensato che dovremmo sempre scrivere aspettandoci di essere letti in un'occasione speciale, perché poi non sappiamo dove andranno a finire le nostre parole e i nostri pensieri.
Ancora, mi sono detto che con la morte di Vonnegut se ne va un altro dei tanti testimoni della Seconda Guerra Mondiale. Piano piano, col passare degli anni, non resteranno più persone che hanno vissuto certe storie e certi drammi, ma solo i libri scritti da chi ha avuto il desiderio di mettere su carta le proprie esperienze. I libri raccontano la nostra storia, quello che siamo e quello che proviamo come esseri umani. Questo ho pensato. E mi sembra una cosa importante.
Simone.
Link correlati:
Il mio post su Mattatoio N.5
La notizia dell'ANSA



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