L’influenza di Abelardo fu immensa. La fine del XII secolo - incautamente definito come un’epoca oscura ma che rifulse invece di formidabile luce - gli deve il gusto del rigore tecnico e della straordinaria capacità di spiegare e farsi capire. Migliaia di giovani lasciavano le proprie case e da tutta Europa si riversavano, dopo lunghi e perigliosi viaggi, nelle scuole di Parigi e di Francia in cui il grande maestro insegnava. Come scrisse il grande filosofo francese Etienne Gilson, “Abelardo ha imposto uno standard intellettuale al di sotto del quale, ormai, non si accetterà più di ridiscendere”. Spirito lucido e cuore generoso, uomo e maestro dominato dalla passione e dalla ragione, tutto era per lui chiaro, anche il mistero.
Amò e fu riamato da una donna, Eloisa, la cui vicenda personale di intellettuale e poi di abbadessa si è intrecciata fino alla morte col suo antico maestro, poi sposo e quindi fratello nella Chiesa. L’incontro con l’altro grande uomo del suo tempo, Bernardo di Chiaravalle, alimentò secoli di leggende e maldicenze. Erano due giganti, si confrontarono e Bernardo sconfisse il maestro Palatino, ma rappresentarono le due facce di una stessa medaglia rilucente di luce, saggezza e santità.
Andrea Pamparana racconta la vita di Abelardo, l’incontro con Eloisa, il confronto con San Bernardo utilizzando la tecnica della moderna fiction. Attento al rigoroso rispetto delle fonti storiche, in particolare l’autobiografia di Abelardo e le Lettere con Eloisa. Quest’ultimo carteggio un documento umano d’una ricchezza e d’una bellezza tali che lo si può considerare fra i più commoventi della storia universale. Il volume è edito da Ancora Editrice nella collana Medievalia con la Prefazione di S.E. Mons. Rino Fisichella, Magnifico Rettore della Pontificia Università Lateranense.
''Il mio Abelardo - spiega Pamparana - e' molto piu' vicino a me di quanto lo sia stato Benedetto e di quanto lo sara' Bernardo di Chiaravalle. E' un uomo molto moderno, espressione piena del XII secolo, un tempo di grande luce a dispetto di quel che comunemente si racconta. Cento anni in cui riluce una grande sapienza che si distribuisce in tutta Europa anche attraverso il cammino delle universita'. Ma Abelardo e' anche un bell'uomo, ha grande charme, piace alle donne. Ed e' amato dagli studenti, che lasciano le loro case di campagna e compiendo percorsi duri corrono numerosi ad ascoltare e a disputare con il Maestro sui grandi temi dello spirito, della filosofia e della teologia''.
''Meraviglioso nelle sue contraddizioni - aggiunge il giornalista Mediaset - Abelardo ha una caratteristica peculiare: non si accontenta del gia'-dato ma vuole discutere con l'autorita'. E' padrone cioe' di una dialettica che porta con forza sia nell'arte del ragionare sia nella vita''. Quanto alla fortuna del pensatore, ''e' stato molto spesso trascurato negli studi perche' l'interesse per questa figura ha privilegiato il grande amore che lo ha legato ad Eloisa''. Di fatto i suoi 'Carmina amatoria' sono piu' conosciuti della 'Dialectica', ma il maestro Palatino e' in verita' piu' filosofo che poeta.
Nessun commento:
Posta un commento