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lunedì 30 aprile 2007

Il medico dei pazzi. Carlo Giuffrè porta in scena Eduardo Scarpetta.


E’ andato in scena il 28 e 29 aprile al teatro Traetta di Bitonto (Ba), lo spettacolo “Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta, con Carlo Giuffrè, Piero Pepe, Monica Assante Di Tatisso, Rino di Maio, Antonella Lori e Aldo De Martino. Regia di Carlo Giuffrè, scene di Aldo Buti, costumi di Giusi Giustino. Musiche originali e arrangiamenti di Francesco Giuffrè. Produzione Diana Or.i.s. di Napoli.La commedia dal titolo originale “O miedeco d’è pazzi” è stata scritta da Eduardo Scarpetta nel 1908, poco prima di lasciare le scene. Più tardi nel 1954, il regista Mario Mattoli trasse un film “Il medico dei pazzi” con una memorabile interpretazione di Totò. La trama narra le vicende del giovane Ciccillo e di suo zio Felice Sciosciammocca di Roccasecca. Ciccillo, nipote scapestrato, perde al gioco tutto il denaro che lo zio gli ha mandato per studiare e laurearsi in medicina. Inseguito anche da un brutto ceffo a cui deve dei soldi, Ciccillo si vede ancora più nei guai quando lo zio Felice e sua moglie arrivano a Napoli per verificare i suoi buoni (….inesistenti) risultati universitari! Così inizia ad inventare che la bizzarra pensione in cui abita è in realtà un manicomio ed i suoi ospiti sono proprio dei pazzi, suoi pazienti. In effetti la pensione non solo è abitata da bizzarri personaggi, ma è anche diretta da strampalate creature, per cui le bugie di Ciccillo prendono piede perfettamente nella mente ingenua dello zio Felice. Con innumerevoli doppi sensi, gioco di inganni, equivoci e bugie appropriate, la commedia si snoda in maniera divertente, e quando tutto degenera, si scopre la magagna. Il finale è sempre leggero, forse un po’ moralistico, ma sereno, come nella migliore tradizione di Scarpetta. Straordinario attore ed autore del teatro napoletano, Eduardo Scarpetta (Napoli, 1853 - 1925), si fece conoscere grazie alle sue abili traduzioni in napoletano delle pochade francesi, tanto in voga in quegli anni. Grande commediografo, trasferì il suo amore per il teatro anche ai figli Vincenzo, Eduardo, Peppino e Titina. Vanta una florida carriera di commediografo, il successo più grande di Scarpetta è sicuramente "Miseria e nobiltà", che in seguito ha avuto due trasposizioni cinematografiche. La curiosità deriva dal fatto che fu scritta per permettere la partecipazione in scena, del figlio Vincenzo (allora dodicenne), che recitò il ruolo di Peppiniello. Dopo aver fondato il teatro Salone Margherita, primo grande varietà napoletano, la fortuna di Scarpetta iniziò ad incrinarsi. Il peggioramento si materializzò nel 1904, quando dopo una parodia della “Figlia di Iorio” (di scarso successo), Gabriele d’Annunzio gli fece causa, una causa lunga e spiacevole. Deluso e amareggiato, Scarpetta decise di ritirarsi dalle scene nel 1909. Le sue opere sono autentici capolavori, tutt’oggi sinonimo di successo e divertimento.Uno spettacolo per famiglie dunque, “Il medico dei pazzi”, rilevante per la trasmissione della memoria teatrale, messo in scena abilmente dal maestro Carlo Giuffrè, che porta avanti una sorta di lezione sulla tradizione spettacolare, affine all’aspetto retrò. La rappresentazione regala un’accattivante sensazione relativa al passato, moralistica nei punti dove l’argomento pazzia diventa questione di “angolo di visuale”, per cui sono i cosiddetti normali che vanno curati con una dose di “dolce follia”. Esilaranti i siparietti comici all’italiana che amalgamati sapientemente alle pochades, divertono il pubblico con gustose gags d’altri tempi. Grande l’intero cast che mostra ottimi talenti di cantanti oltre che di attori. In definitiva uno spettacolo di tre atti, in cui si verificano le regole teatrali peculiari del grande Eduardo Scarpetta, con coraggiosi momenti musicali, distribuiti saggiamente in modo da invitare spesso l’applauso di un folto pubblico, semplicemente appassionato e compiaciuto.
Deborah Brivitello

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