“Centro di Igiene Mentale Tour” – Teatro Piccinni- Cso.V.Emanuele 88- Bari - domenica 29 aprile ore 21 -L’igiene mentale passa attraverso i neuroni nascosti di Simone Cristicchi. Il trentenne artista romana, velato da un cespuglio di capelli volutamente disordinati, ha ipnotizzato letteralmente il pubblico italiano portando alla luce un tema importante come il disagio mentale. Un viaggio che il cantautore aveva iniziato con il documentario e libro “Centro di Igiene Mentale” (Mondadori), poi culminato con il brano “Ti regalerò una rosa”, brano vincitore del 57° Festival di Sanremo e del prestigioso premio della critica e radio & tv, e l’album “Dall’altra parte del cancello”.Al successo discografico e al terremoto che ha scatenato dal tema sulla disabilità mentale, Cristicchi ha avviato un tour teatrale che ieri sera ha toccato anche il teatro Piccinni di Bari. Cristicchi ha sorpreso ancora una volta il numeroso pubblico del politeama barese, con la sua disarmante semplicità e sensibilità nell’affrontare un tema così scottante come il disagio mentale. Uno spettacolo che si muove nell’ambito del teatro-canzone, del quale è stato grande maestro Giorgio Gaber, che lo stesso Cristicchi ha voluto proprio per interagire maggiormente con il pubblico, in una dimensione più intimista e raccolta. Filo conduttore del progetto è un viaggio all’interno degli ex manicomi, i cosiddetti centri di igiene mentale, paragonati a veri e propri campi di concentramento, all’interno dei quali i “matti” diventano oggetti, corpi senz’anima e senza dignità. Persone relegate in un mondo oscurato alla vista dei “normali”, sedato ma pulsante, immobile eppure in continua altalena tra follia e normalità. Il cantautore romano, si fa portavoce di questo malessere, attraverso le immagini di un documentario struggente e vero, teso a dimostrare come la distanza tra la normalità e la follia sia solo un puro concetto teorico. Il suo ultimo disco, il secondo della sua strabiliante carriera artistica, dal titolo “Oltre il cancello”, contiene undici intensi brani ognuno dei quali affronta un preciso tema sociale: una sorta di concept album dove il controllo sull’individuo e sull’individualità sono il tema conduttore.Se “Ti regalerò una rosa” è una lettera immaginaria di Antonio, chiuso in manicomio “da quando era bambino” all’unica donna amata, la sua Margherita, “Il nostro tempo” parla della forza dell’amore, mentre “Laureata precaria” tocca lo scottante tema del mercato del lavoro in cui Cristicchi evidenzia che, sempre più spesso, i giovani laureati sono costretti ad accettare lavori ripetitivi ed alienanti.I brani dell’album, prodotto ed arrangiato con l’amico di sempre Francesco Musacco, scorrono come i tasselli di puzzle, uno accanto all’atro, in attesa che l’immagine finale acquisti la sua forma definitiva. Cristicchi intona “Nostra Signora dei Navigli”, nell’album suonata dal pianista Giovanni Allevi, dedicato idealmente alla poetessa Alda Merini che per anni è stata rinchiusa anche in un manicomio tarantino. Un elogio anche ai musicisti che accompagnano Cristicchi in questa avventura teatrale: Desirè Infascelli (pianoforte e fisarmonica), Davide Aru (chitarra e mandolino), Andrea Rosatelli (contrabbasso) e il virtuoso violinista Olen Cesari, un vero fenomeno di origini albanesi. Sono circa le ventuno quando Cristicchi, raggiunge il palco , valigia e lanterna in mano, attraversando la platea del teatro barese .La scenografia è essenziale, una sedia sulla quale il cantautore si adagia lentamente, una panchina e sulla sinistra i quattro musicicisti .Simone inizia il suo viaggio, raccontando e mimando con grande trasporto le lettere di alcuni degenti di quello che fu il manicomio di San Girolamo a Volterra , ritrovate nel 1980 nelle cartelle cliniche dei pazienti e pertanto mai fatte giungere a destinazione. Una censura incomprensibile e violenta . Lo spettacolo ha così inizio, proprio con la volontà di rendere pubbliche quelle “storie di matti”, al fine di renderle vive ogni sera sul palco. Cristicchi , costruisce la sua performance su documenti preziosi, alcuni dei quali risalenti ai primi del ‘900 , su testimonianze dirette di ex infermieri, psichiatri e psicologi, proprio per poter raccontare le sofferenze dei pazienti tra le mura dei manicomi . La musica è discreta ,accompagna in maniera lieve le parole sofferte del cantautore romano, mentre scorrono le immagini toccanti del documentario catturate dal giovane regista Alberto Puliafito negli ex manicomi italiani. E’ un vero e proprio viaggio del dolore. Dai volti dei degenti affiorano ricordi di amori dimenticati, di famiglie lontane, di solitudine, di vite ridotte ad uno mero stato vegetativo prive di ogni dignità umana. Primo brano in scaletta, “ La filastrocca della Morlacca”, tratto dal primo album “Fabbricante di Canzoni” cosi’ come i successivi “Senza” ed il tormentone “Che bella gente”, quasi a voler interrompere il tema scottante della follia con momenti di divertimento ed ironia. Seguiranno la dolcissima e bellissima “ Legato a te”, dedicata a Pier Giorgio Welby e “Laureata precaria”( il seguito di “Studentessa universitaria” ) . Simone Cristicchi rende poi omaggio al grande Giorgio Gaber, a Fabrizio De Andrè e al nostro Domenico Modugno, con un’accenno di “Amara terra mia” . La performance si conclude, in un crescendo di grandi emozioni, con “ Ti regalero’ una rosa”. Il pubblico barese, applaude insistentemente il cantautore romano che visibilmente commosso, ringrazia la città di Bari per la meravigliosa accoglienza .
Claudia Mastrorilli
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