PROGRAMMARE ANCHE NEL SETTORE DEL LAVORO.
UNA REALE RIFORMA CONTRATTUALE.
Di Raffaele Pirozzi
I lavoratori precari in Italia sono circa 4.500.000 di cui 2.180.000 con contratti a termine che rappresentano il 9,4% del totale;
Circa 1.400.000 lavoratori definiti consulenti che sono il 6% del totale degli occupati;
Circa 640.000 hanno un contratto part-time che sarebbe full-time;
Circa 260.000 sono apprendisti.
Complessivamente siamo al 19,4% lavoratori senza alcuna tutela e con contratti spesso non rispettati. Il dato 19,4% è sul totale degli occupati.
Si pongono, a mio parere, due questioni da parte del Sindacato Confederale e cioé:
-Un nuovo Statuto dei lavoratori che andrebbe chiamato "Statuto dei Lavori" per dare a questa quantità enorme di lavoratori una tutela e dei diritti;
-Una riforma contrattuale reale che non sia quella che Cisl ed Uil hanno siglato con la Confindustria.
Bisogna lavorare per arrivare alla definizione di un Contratto unico nazionale con un "Salario unico Nazionale minimo" valido per tutti i lavoratori e questo è possibile farlo con un accordo tra Sindacati Confederali e Confindustria e recepita per "legge" dal Parlamento. Prevedere la "Contrattazione Articolata di II° livello" per materie che non sono state trattate a livello nazionale,questo per cogliere e dare ai lavoratori la "produttività" che viene prodotta in azienda , nei territori o /a livello provinciale.
Invece come si procede:
-Un documento "inaccettabile " che la Confindustria ha rimesso alle Organizzazioni Sindacali Confederali ha determinato una rottura tra i Sindacato. Cisl ed Uil hanno fatto un accordo separato e la Cgil ha deciso, nel suo Comitato Direttivo Nazionale, di rompere la trattativa.
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Quando compare sul mercato un nuovo lavoro questo viene definito per legge. Con il risultato attuale che si è raggiunto la bella cifra di circa 400 forme contrattuali che sono obiettivamente troppi.
Napoli, 23/10/08
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