DA LAVORO, LEGALITÀ E SVILUPPO, TREDICI IDEE PER IL MEZZOGIORNO
LA CGIL AVANZA TREDICI PROPOSTE PER AFFRONTARE E USCIRE DALLA CRISI.
di Gianni De Falco, direttore Ires Campania.
Difendere il valore del lavoro, contro le gabbie salariali e la deregolazione contrattuale, promuovere il lavoro buono e legale e, al tempo stesso, lo sviluppo basato sulla diffusione della formazione, dell'istruzione e dell'economia della conoscenza; combattere la disoccupazione e contrastare risolutamente le mafie, l'economia criminale e l'illegalità. Sono queste in estrema sintesi le proposte che la CGIL avanza per il Mezzogiorno, per affrontare e superare la crisi mettendo al centro il lavoro. Sono le "Tredici idee per il Mezzogiorno" che l'organizzazione sindacale ha presentato per accendere un faro su quella parte del Paese che più di tutte sta pagando il costo della crisi e per sollecitare il governo a delineare una strategia di fuoriuscita dalla crisi che abbia al centro il Mezzogiorno e come obiettivo il superamento delle profonde diseguaglianze che segnano il paese.
La CGIL ha ribadito, dopo le denunce dei mesi scorsi, «come il governo sia intervenuto pesantemente nel sottrarre le risorse destinate al Sud del Fondo Aree Sottoutilizzate (Fas) e per smantellare programmazione unitaria e Quadro strategico nazionale», ha spiegato la segretaria confederale della CGIL, Vera Lamonica. Ma non solo, ha aggiunto, «dopo averlo utilizzato come un 'bancomat', il Mezzogiorno è scomparso dall'agenda politica o usato strumentalmente, come la diversa attenzione dedicata alla vicenda rifiuti di Napoli e a quella di Palermo dimostra».
La stessa classe politica meridionale non è esente da colpe: «In molti casi - ha osservato la dirigente sindacale - è mancata una riflessione, anche autocritica, sulle esperienze di governo locale del centrosinistra, mentre dove è al potere il centrodestra è stato rilanciato uno sterile ed anacronistico rivendicazionismo contro lo Stato e, in qualche caso, teorizzato un pericoloso 'leghismo del Sud', risposta poco credibile all'inaccettabile 'leghismo padano' che pesa invece sempre più nelle politiche del Governo Berlusconi». Altra cosa, ha precisato, «sarebbe il mettere insieme le istituzioni, le forze politiche, produttive e sociali del Mezzogiorno per raggiungere una piattaforma comune all'insegna di una maggiore democrazia».
«Mentre la crisi colpisce lì dove più profonde sono le diseguaglianze - ha rilevato la segretaria confederale della CGIL -, mentre forze attive scompaiono letteralmente dal mercato del lavoro, con il pericolo che questa inattività si trasformi in un dato strutturale tale da cambiare radicalmente la stratificazione sociale», la CGIL chiede al governo di aprire una sede di discussione sul come affrontare la crisi nel Mezzogiorno all'interno di una strategia nazionale di risposta. Anche se nel frattempo, denuncia Lamonica, «registriamo lo smantellamento della programmazione unitaria e un pericoloso ritardo, imputabile alle regioni ed al governo nazionale, nella spesa di queste risorse nonché all'utilizzo - ha concluso - che il governo ha fatto di queste, addirittura per sovvenzionare la spesa corrente».
Le tredici idee per superare la crisi (già pubblicate integralmente dal nostro quotidiano on line notiziesindacali.com), sono frutto di un lavoro congiunto del Dipartimento Mezzogiorno della Cgil Nazionale e dell'Ires Campania e consolida un rapporto di lavoro avviatosi nel novembre dello scorso anno con l'organizzazione di un seminario di studi di due giorni a Napoli che vide la partecipazione di numerosi e prestigiosi studiosi ed esperti meridionali e non.
Nessun commento:
Posta un commento