Il calcio fuori dalla crisi?
Analisi a cura di Alessandro Onano di MoneyFarm sulla 17° edizione del rapporto “Football Money League” di Deloitte distribuita nel mese di gennaio
Se i segnali macroeconomici sono positivi ma mostrano ancora una lenta ripresa dalla crisi degli ultimi anni, il mondo del calcio sembra aver definitivamente saltato l’ostacolo ed essere entrato in una nuova fase aurea.
Il tradizionale rapporto “Football Money League” curato da Deloitte e giunto alla 17° edizione si focalizza sulla capacità dei club professionistici di calcio di generare ricavi dagli eventi sportivi (biglietteria e hospitality), dai diritti d’immagine, dalle sponsorship e dal merchandising tenendo fuori dal computo il saldo entrate/uscite derivante dalla compravendita dei giocatori.
La fotografia dei top 20 club per la stagione 2012/2013 è di un mercato in grande salute che ha registrato un +8% rispetto alla stagione precedente passando dai 5 Miliardi di € del 2012 agli attuali 5,4 Miliardi di €. Se comparato al clima economico generale, si tratta di un dato impressionante con un trend di crescita che dovrebbe portare l’asticella oltre quota 6 Miliardi alla fine della prossima stagione.
Facendo un passo indietro, nella prima edizione del rapporto (1996/1997) solo una squadra, il Manchester UTD, superava quota 100 Milioni di ricavi. Oggi questa quota è appena sufficiente per entrare nella top 30 ed è la prima volta dal 2008 che tutte le squadre della top 20 sono sopra i 120 Milioni di entrate.
Rank
|
Team
|
Proprietà
|
Fatturato (M€)
|
1
|
Real Madrid
|
Europa
|
518,9
|
2
|
Barcellona
|
Europa
|
482,6
|
3
|
Bayern Monaco
|
Europa
|
431,2
|
4
|
Manchester Utd
|
USA
|
423,8
|
5
|
PSG
|
Medio Est
|
398,8
|
6
|
Manchester City
|
Medio Est
|
316,2
|
7
|
Chelsea
|
Europa
|
303,4
|
8
|
Arsenal
|
USA
|
284,3
|
9
|
Juventus
|
Europa
|
272,4
|
10
|
Milan
|
Europa
|
263,5
|
11
|
Borussia D.
|
Europa
|
256,2
|
12
|
Liverpool
|
USA
|
240,6
|
13
|
Schalke 04
|
Europa
|
198,2
|
14
|
Tottenham
|
Europa
|
172
|
15
|
Inter
|
Asia
|
168,8
|
16
|
Galatasaray
|
Europa
|
157
|
17
|
Amburgo
|
Europa
|
135,4
|
18
|
Fenerbache
|
Europa
|
126,4
|
19
|
Roma
|
USA
|
124,4
|
20
|
Atletico Madrid
|
Europa
|
120
|
Real Madrid in testa per il nono anno consecutivo. A dispetto di un’economia locale in sofferenza, sono due spagnole a guidare la classifica con il Real Madrid che ribalta i valori sul prato verde e precede i rivali storici del Barcellona riuscendo a portare il gap a 36,3M€ rispetto ai 29,6M€ dell’anno precedente. I due club fatturano da soli 1 Miliardo di € e sembrano ancora irraggiungibili per tutti gli altri. Anche a livello di mercato interno, la 3° spagnola (20° nel ranking globale) è l’Atletico Madrid con un fatturato pari a meno di un quarto delle sorelle maggiori.
Panzer alla riscossa. Il dominio sul campo del Bayern Monaco si riflette anche negli incassi con i Campioni d’Europa che scalzano per la prima volta dal podio il Manchester UTD. I campioni inglesi, nonostante una crescita del fatturato di oltre 25 Milioni di €, devono cedere il passo nel ranking. Il calcio tedesco, una eccellenza in quanto ad infrastrutture, solidità di gestione e capacità di marketing, è in salute e lo dimostra anche il trend di crescita delle altre squadre tedesche (Borussia Dortmund, Schalke 04 e Amburgo) tutte in crescita rispetto al 2012.
God save the football. Nessuna squadra sul podio ma gli inglesi sono sempre i più rappresentati con 6 squadre nei top 20 con un totale di 1,7 Miliardi di € di incassi. Se da un lato le londinesi soffrono con Arsenal, Chelsea e Tottenham che vedono ridotti i loro incassi rispetto all’anno precedente (-4%), le squadre del nord godono di ottima salute con le due di Manchester (UTD & City) e Liverpool che segnano un +7%.
Mamma li turchi! Il nuovo che avanza è rappresentato dalle squadre turche. Al Galatasaray, new entry del ranking 2012 e ancora in ascesa (+20%), si è aggiunto il Fenerbache che con oltre 126M€ di fatturato sale al 18° posto. Soffre invece il calcio francese che a parte la meteora PSG, che grazie all’acquisizione da parte della Qatar Investment Authority ha visto quadruplicare le revenues in 3 anni, non ha altri rappresentanti nella top 20 e il solo Marsiglia a tenere botta in 30° posizione (era 17° nel 2012).
L’Italia come sta? Le squadre nostrane mostrano rendimenti in chiaroscuro: se da un lato la Juventus fa segnare uno strepitoso +39% che le permette di scalzare per la prima volta in classifica il Milan, rimasto stabile con un leggero +3% rispetto al 2012, dall’altro lato Inter e Napoli pagano l’assenza dall’Europa che conta e vedono i loro incassi in calo, rispettivamente, del 16% e del 22%. Buona performance della nuova Roma targata USA che entra nella top 20. Nel complesso il calcio tricolore può giovarsi di 6 club nella top 30 (oltre alle già citate Juve, Milan, Inter, Napoli e Roma si aggiunge la Lazio in 28° posizione) capaci di generare 1,05 Miliardi di €.
Quali le ragioni del gap. Andando ad analizzare le voci di bilancio, è evidente come le squadre italiane siano ancora eccessivamente legate alle entrate derivanti dai diritti TV e come poca incidenza abbiano nei loro bilanci le rendite commerciali derivanti dalla vendita del merchandising (che hanno fatto la fortuna delle squadre spagnole e tedesche) o i fatturati degli stadi (elemento di forza delle squadre inglesi). Il problema degli stadi italiani è noto con strutture di vecchia concezione e, soprattutto, non di proprietà dei club ma il più delle volte detenuti da enti pubblici (CONI o enti locali) e dati in concessione alle squadre. Non è un caso che l’exploit della Juventus arrivi a seguito alla costruzione del primo vero stadio di proprietà in Italia, disegnato e costruito secondo le logiche del marketing sportivo moderno e che ha permesso ai Campioni d’Italia di fatturare solo alla voce stadio il 40% in più rispetto al Milan. È su questi presupposti che la priorità delle nuove proprietà di Inter e Roma (così come di Barbara Berlusconi, recentemente salita al potere in casa Milan) sia proprio di dotare le proprie squadre di uno stadio di proprietà.
Se, unitamente al problema delle infrastrutture, si aggiunge una scarsa capacità delle squadre italiane di generare un fatturato commerciale in linea con i valori dei brand che rappresentano (e che di riflesso penalizza anche la corretta valorizzazione dei diritti di immagine all’estero), si spiega facilmente la distanza sempre maggiore con le grandi d’Europa.
Un mercato globale? La classifica dei top 20 elenca solo team Europei e, anche estendendo alla top 30, solo gli ex Campioni del Mondo del Corinthians fanno capolino in mezzo ai rappresentanti del vecchio continente. Ma il trend parla di un mercato in grande espansione: un terzo delle squadre in classifica ha una proprietà o gruppo di controllo con sede fuori dall’Europa (in particolare USA e Middle-east) con sette delle prime 20 squadre sponsorizzate da una compagnia aerea del medio-est. La crescita dell’interesse globale nel mercato calcio garantisce ampi margini di crescita ed ulteriori opportunità possono arrivare dai mercati emergenti e dallo sviluppo delle nuove tecnologie che permettono al media calcio di raggiungere una audience sempre più ampia.
Informazioni su MoneyFarm SIM S.p.A
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