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giovedì 5 febbraio 2015

Riforma codice Appalti, Aniem espellere dal mercato i soggetti coinvolti in fenomeni di infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata





Aniem: Massima severità con chi è fuori dalle regole, ma le troppe norme alimentano la corruzione.

Piacentini: "Come sistema edile delle piccole e medie imprese auspichiamo fortemente un sistema di 'soft regulation', la revisione del sistema di qualificazione delle imprese rafforzato dall'affiancamento di un rating di legalità"


"Nei giorni scorsi – afferma Dino Piacentini, Presidente di Aniem - abbiamo avuto modo di esprimere alle istituzioni parlamentari e ministeriali le nostre impressioni sulla riforma degli appalti. Un buon codice degli appalti è sicuramente lo strumento più utile per mettere in campo una vera lotta alla corruzione" – prosegue Piacentini - e per garantire una selezione degli operatori più efficace ed in grado di valorizzare i soggetti realmente più qualificati."

"Come sistema edile delle piccole e medie imprese auspichiamo fortemente un sistema di 'soft regulation', una qualificazione delle imprese più dinamica e rapportata alla specifica opera da realizzare, sistemi di gara diversificati in base all'importo  in un contesto di massima trasparenza e responsabilizzazione degli operatori e delle stazioni appaltanti".

"E' indispensabile – conclude il Presidente di Aniem – espellere dal mercato i soggetti coinvolti in fenomeni di infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata, che ledono profondamente qualsivoglia principio di trasparenza del mercato e tutela della concorrenza e che, soprattutto, frenano la crescita di quella parte del Paese, la maggioranza peraltro, che crede, in un sistema economico trasparente e legale. Ma l'esperienza ha ampiamente dimostrato che la bulimia di norme, regolamenti, procedure, passaggi burocratici costituisce il terreno più fertile per il radicamento della corruzione e crea tutta una serie di disfunzioni, anomalie e distorsioni che hanno portato il nostro settore ad essere fortemente arretrato rispetto agli altri Paesi. Il recepimento delle direttive europee, quindi, - conclude Piacentini – deve essere l'occasione, non più rinviabile, per un passo in avanti coraggioso nella direzione di un sistema legislativo chiaro, leggero e fondato sul concetto della responsabilizzazione e della severità per coloro che sbagliano con dolo".

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