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lunedì 15 settembre 2008

TRA SPECULAZIONE IMMOBILIARE ED INSIPIENZA DEGLI AMMINISTRATORI CHIUDE LA RINASCENTE E SI PERDONO 59 POSTTI DI LAVORO

CHIUDE LA RINASCENTE DI NAPOLI: TRA SPECULAZIONI IMMOBILIARI ED INSIPIENZA DI AMMINISTRATORI, SI PERDONO 59 POSTI DI LAVORO.



di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

Il nuovo nome lo aveva proposto Gabriele D'Annunzio al Senatore Borletti nel 1917, proprietario della Società: La Rinascente.

Solo un poeta ed un innovatore del linguaggio, poteva trasformare un participio presente in un sostantivo, riuscendo, in questo modo, a suggerire una idea di continua rinascita di una impresa commerciale, nel pieno svolgimento di una guerra devastante.

La Rinascente è l'impresa commerciale più antica d'Italia. Nacque a Milano nel 1865, ad opera dei fratelli Bocconi ed in seguito fu acquistata dalla famiglia Borletti, che la porterà al successo ed alla espansione in tutto il paese.

Quando le attività della Borletti furono acquisite dalla Fiat, la Rinascente divenne il fiore all'occhiello della famiglia Agnelli.

Oggi, dopo alterne vicende, la società appartiene ad un gruppo di imprenditori lombardi guidati dalla Pirelli Immobiliare e sostenuti dalla Deutsche Bank. I negozi Rinascente, sono presenti nelle città italiane più importanti e ne sono ben 13.

La sede dell'elegante magazzino a Napoli, era in Via Roma, poco lontana da Piazza Carità, in uno dei più belli ed antichi palazzi della città.

La Rinascente, dopo oltre 80 anni di attività, ha definitivamente chiuso la sua sede nella nostra città, licenziando ben 59 dipendenti.

Come è potuto accadere tutto ciò? Perché Napoli ha perso una attività tanto storica e tanto importante per la sua immagine?

Questa vicenda prende le mosse dall'acquisizione da parte della Pirelli Immobiliare del patrimonio della Società Risanamento di Napoli, che rileva la proprietà di gran parte dei fabbricati di Corso Umberto I°, di Corso e Piazza Garibaldi, di Via Depretis, Piazza Municipio e via Sanfelice. Insieme a molti altri insediamenti immobiliari ubicati in Corso Vittorio Emanuele ed al Vomero.

La società è anche proprietaria dal 2005 della Rinascente è sta provvedendo ad un riassetto dell'impresa.

Per una società immobiliare possedere un edificio di enorme valore commerciale come quello dove aveva sede la Rinascente era uno spreco, bisognava realizzare subito il reddito che quell'immobile poteva rendere.

L'idea era di vendere ad una società alberghiera molto importante l'edificio in via Roma, trasferire il Grande Magazzino in un edificio in Via Depretis, che la Pirelli aveva nella sua disponibilità, abbandonato da una Banca e da molto tempo senza acquirenti.

Via Depretis fino a qualche decennio fa era una arteria molto importante, vero centro direzionale della città dove avevano sede i Telefoni di Stato, la Compagnia di Navigazione Italia, Direzioni di Banche e Compagnie di Assicurazioni. La strada, da tempo interrotta dai lavori infiniti della metropolitana, ha vissuto un costante declino, che la decisione di trasferire in quella via la sede della Rinascente poteva arrestare.

La rinascita di Piazza Borsa e dell'intero quartiere, finito finalmente i lavori della metropolitana, si poteva immaginare legata alla Università ed alla Rinascente.

Tutto perfetto, quindi, se si pensa che Via Roma, anch'essa finalmente libera dei lavori della fermata della metropolitana poteva vedere riqualificato il suo ruolo con un elegante e prestigioso albergo.

Invece di procedere con celerità a rilasciare le autorizzazioni tempestivamente richieste dalla Pirelli, il Comune di Napoli ha perso molto tempo e quando finalmente hanno passato per competenza gki incartamenti alla Provincia che doveva emettere un parere di conformità, l'Assessore ha eccepito delle riserve in merito alla conservazione dell'ingresso del palazzo di Via De pretis, da lui ritenuto di particolare pregio.

Da questo momento è iniziato il lungo rimbalzo delle responsabilità tra i due enti locali che hanno portato alla definitiva decisione da parte della Società di chiudere il Grande Magazzino di Via Roma, vendendolo e realizzando un enorme guadagno.

L'assessore alla Pianificazione Urbanistica della Provincia è: il Prof. Arch. Francesco Moccia, candidato a sindaco per il centro sinistra ad Afragola nelle ultime elezioni e sconfitto; presentatore di Un Piano di Coordinamento Provinciale che ha lasciato perplessi in molti, soprattutto per il numero di nuovi vani da costruire previsti nella martoriata zona di Giugliano. Molti hanno ritenuto che quella scelta doveva rappresentare il manto della misericordia per gli abusivismi edilizi consumati da anni con l'azione dei vigili urbani, degli imprenditori e dei politici della zona.

La domanda è la seguente: Non è detto che un professore della Facoltà di Architettura è un buon assessore- Il caso Moccia è indicativo-.

Di fronte ad una perdita di 59 posti di lavoro, di una importante e storica presenza commerciale a Napoli, di fronte al poco peso politico dell'Assessore Moccia, è lecito domandare la sua rimozione?

Ci rendiamo conto che in una Regione in cui nessuno si dimette è difficile chiedere le dimissioni. Ma un Presidente può revocare il mandato ad un membro della sua Giunta, riuscirà l'incolore Di Palma ad avere un sussulto politico, facendo un atto di coraggio?

Ne dubitiamo.



Napoli,15/09/08

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