Intervista al Presidente del Partito dei Cacciatori
Per chi crede nella politica, nei politicanti e in tutto ciò che abbia a che fare con argomenti correlati non può non tener conto ed ignorare, pur nella perenne confusione di partiti, alleanze ed aggregazioni ed in vista del "cosa voteremo alle prossime elezioni?", che un neo partito dedicato alla caccia e alla pesca ha in astratto un seguito che oscilla sulle 800.000 unità (tanti sono oggi i soli cacciatori) e, dunque, non può non tenersi conto di un fenomeno che, se dovesse decollare, potrebbe anche preoccupare una parte della politica.
Intervistiamo Angelo Dente, Presidente del "Partito dei Cacciatori" nuovo Partito nato da pochi mesi, che oltre alla caccia, pensa anche alla pesca ed alla natura, allora chiedo al Presidente innanzitutto di presentarsi:
Descriversi è sempre un compito antipatico e difficile: il rischio è quello di nascondere i propri limiti e i propri difetti finendo per esaltare doti e virtù che, probabilmente, neanche si posseggono. Angelo Dente è semplicemente un avvocato la cui giornata lavorativa inizia alle 7 e che tra i tanti impegni professionali riesce a ritagliare uno spazio innanzitutto alla famiglia e, in secondo luogo, alla caccia praticandola in compagnia dei suoi ausiliari: due splendidi setters inglesi.
PERCHE' IL PARTITO DEI CACCIATORI?
L'idea del partito dei cacciatori, completamente esente da interessi e fini personali sia dei fondatori che dei propri aderenti, non nasce dalla troppo semplicistica esigenza di rappresentare e tutelare i cacciatori nei tavoli ove si assumono decisioni inerenti alla regolamentazione della caccia. Difficilmente girare le piazze per raccontare ed esaltare l'uccisione di un animale e chiederne poi l'assenso potrebbe sortire i frutti sperati, al contrario essa allontanerebbe sempre di più il cittadino dall'immagine del cacciatore amante e rispettoso della natura. L'obiettivo è, quindi, quello di rappresentare un partito che persegua innanzitutto scopi di difesa ambientalistica a cui, in subordine, collegare l'attività venatoria non più intesa come hobby, ma finalmente come sport.E' ovvio che il discorso non può prescindere dal toccare il lato economico collegato alla caccia attraverso lo sviluppo e l'analisi degli interessi del mondo imprenditoriale e turistico.
Ricordo le lamentele di un carissimo collega milanese che amante della pesca subacquea trascorreva le vacanze sempre in costiera amalfitana fino a quando l'intera costa, divenuta parco marino, lo ha indotto a deviare i suoi itinerari vacanzieri.
Insomma, come autorevolmente ha scritto Marco Ramanzini, c'è bisogno di idee chiare e di unione, augurandosi che chi è preposto a farlo sappia trovare quello scatto di orgoglio necessario a ridare alla caccia la dignità che le spetta.
Questo compito, istituzionalmente spettante alle associazioni venatorie, non è stato mai coltivato dalle stesse, capaci solo di battagliare fra loro (ne è esempio classico l'UNAVI) per la spartizione di poltrone e privilegi vari. Progetto ambizioso? Certamente! Ma sono sicuro che i cacciatori capiranno che questa è l'ultima spiaggia per salvarsi dai soprusi del Pecoraio Scanio di turno.
QUALI SONO GLI SCOPI DEL PARTITO?
Gli scopi del partito sono formalmente e giuridicamente quelli elencati nello statuto.Io, però, parlerei di obiettivi, anzi di uno e fondamentale: l'approvazione di una nuova normativa che, se in linea con le direttive europee, vedrebbe soddisfatte tutte le esigenze e le richieste che i cacciatori da tempo esprimono.L'emanazione della legge sarà chiesta seguendo la strada del colloquio con la politica o, in alternativa, mediante l'iter della proposta popolare.I cacciatori chiedono che essa contenga:SUL PIANO ISTITUZIONALE
a) Un federalismo venatorio che, sia pure sotto il coordinamento di indirizzi nazionali, consenta alle regioni di darsi proprie norme di caccia nel rispetto delle tradizioni locali e delle esigenze agricole ed ambientali;
b) Una collaborazione tra cacciatori ed agricoltori;
c) Una collaborazione con tutte le istituzioni(nazionali ed europee) per essere partecipi alla formazione delle normative che si impongono
SUL PIANO NORMATIVO
Una modifica della legge 157/92 che comprenda:
1. una revisione delle specie cacciabili;
2. un adeguamento ai tempi di caccia in linea con quelli europei(28 febbraio);
3. un nuovo rapporto cacciatore-territorio;
4. una modifica della normativa sui parchi che consenta la revisione delle aree in esubero nel rispetto dei requisiti ambientali previsti dalla legislazione vigente;
5. la definitiva regolamentazione degli ATC quali ambiti addetti esclusivamente alla regolamentazione della caccia alla selvaggina stanziale.
SUL PIANO DEGLI STRUMENTI
a) Un ufficio legale a livello regionale per garantire il cacciatore da vessazioni e abusi.
b) Un calendario venatorio che sia emanato con cadenze almeno triennali, salvo fatti imprevisti, improntato a regole di certezza per il cacciatore.
c) Istituzione in ogni regione di un osservatorio sulle specie migratorie in grado di collaborare al monitoraggio eseguito dagli altri istituti nazionali. d)Un osservatorio a livello regionale con funzioni di consultazione preventiva per garantire il rispetto delle superfici che non possono essere sottratte alla caccia
PERCHE? LE PRECEDENTI ESPERIENZE SONO FALLITE?
Non mi pare che vi siano state precedenti esperienze politiche poi fallite, eccezion fatta per alcuni movimenti che probabilmente, usando il paravento della caccia, avevano intenzione di perseguire altri e differenti fini.L'unico organismo serio, preesistente al partito, è attualmente l'associazione CPA – Caccia Pesca e Ambiente, movimento presieduto da persona seria e competente e con la quale è in atto il procedimento di fusione per la realizzazione di un solo grande unico e serio partito.
Come accennato il progetto è difficile, il cammino tortuoso gli ostacoli sono tanti ma a parte l'ostruzionismo delle associazioni non vedo, forse peccando di presunzione, altri interessi contrari.
Non a caso alcuni autorevoli esponenti nazionali di associazioni venatorie mi hanno contattato al fine di saggiare i nostri scopi, la nostra forza i nostri intendimenti.E ciò a palese dimostrazione di come l'idea spaventa, provocando una naturale fibrillazione tra coloro che temono di essere eventualmente spodestati della poltrona.Certo che se il progetto dovesse fallire con esso fallirebbe l'immagine della caccia del cacciatore e, soprattutto, del sottoscritto.
Ma è una sfida che ho deciso di coltivare anche perché come avvocato mi dedico da sempre allo studio del diritto fallimentare………….cercherò di trasferire l'esperienza professionale fin qui accumulata per evitare " il dissesto".
SARETE PRESENTI GIA' ALLE IMMINENTI ELEZIONI?
Personalmente non ritengo sia giunto il momento di presentare nostri candidati, ma questa è una mia impressione, la decisione spetta democraticamente all'intero gruppo dirigente già convocato in tal senso.E' ovvio, comunque, che laddove la linea di non presentare nostre liste dovesse prevalere in seno al consiglio direttivo, i voti degli attuali 350.000 iscritti, saranno convogliati verso quella coalizione che ci garantisce e si impegna ad ascoltare ed accogliere le nostre richieste.Per vedere la presentazione video del partito
http://www.centrostudidiapason.it/video/html/cacciatori.html
http://partitodeicacciatori.blogspot.com/
Responsabile della comunicazione Tel 3200956483
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