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venerdì 14 marzo 2008

RIFORMA DELLA STRUTTURA CONTRATTUALE: Le proposte e gli interrogativi

RIFORMA DELLA STRUTTURA CONTRATTUALE: LE PROPOSTE E LE DOMANDE

di Raffaele Pirozzi


Napoli , 14/03/08. Dopo le elezioni del Mese di Aprile sarà convocato un Direttivo Nazionale della CGIL per approfondire la discussione e votare il documento unitario sulla riforma della struttura della Contrattazione. Nel frattempo la bozza sarà integrata con altri due capitoli che saranno elaborati dalla commissione interconfederale: "Democrazia" e "Rappresentanza"

Il Direttivo ha discusso, senza arrivare al voto, il documento elaborato da CGIL, CISL ed UIL che prevede alcune novità:


L'accorpamento per aeree o per settori dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro per arrivare ad una riduzione; attualmente vi sono circa 400 Contratti collettivi di lavoro.


Il documento afferma che il rinnovo dei CCNL non deve avvenire, come oggi, ogni due anni per la parte economica ed ogni quattro la parte normativa. Il rinnovo contrattuale –dice il documento- deve avvenire ogni tre anni sia per la parte economica che normativa; così come è necessario rivedere l'attuale meccanismo che, in caso di ritardato rinnovo, è "vacanza contrattuale".


Perchè la vacanza contrattuale non è stato un deterrente in grado di far rinnovare rapidamente i contratti nazionale di lavoro. E' necessario dunque che gli aumenti contrattuali vadano in vigore dall'inizio del contratto e che le trattative per il rinnovo contrattuale inizino sei mesi prima della scadenza. Per contrastare la precarietà del lavoro, per la sicurezza e la professionalità è necessario definire contrattualmente il diritto dei lavoratori ad avere una formazione continua.


Andare oltre le dichiarazioni di principio per affermare la parità dei diritti tra uomo e donna adottando norme precise quali quelle di prevedere incentivi per quelle imprese che assumono manodopera femminile così come bisogna prevedere norme in grado di conciliare il lavoro e la famiglia.


Per la contrattazione di II° livello a fianco ad una necessaria espansione da attuarsi per via contrattuale e legislativa è previsto che essa si sviluppi a livello aziendale e territoriale. Per questa ragione la contrattazione di II° livello può svolgersi a livello regionale, provinciale, settoriale di filiera, di comparto, di sito e di distretto con la possibilità che il Contratto nazionale preveda che la stessa si possa sviluppare partendo da una quota salariale messa a disposizione dal Contratto Nazionale (che rappresenta la base da cui partire).


La contrattazione di II° livello deve trattare del salario aggiuntivo per obiettivi, produttività, qualità redditività ed efficacia nonché dell'organizzazione del lavoro, della condizione lavorativa, della professionalità, degli orari, della prevenzione e della formazione.

Fin qui il documento discusso e votato dalla CISL ed UIL, ma discusso e non votato dalla CGIL in quanto incompleto.


I lettori si pongano alcune domande:

-La riforma della struttura contrattuale deve servire ad aumentare il valore reale del salario o si fotografa la realtà?

-Quello che il Contatto definisce sugli orari è vincolante, e quindi non può essere messo in discussione ai vari livelli contrattuali?

-Importanti sono la definizione delle regole per definire la rappresentanza sindacale e la natura democratica dei processi decisionali.


Penso che il dibattito che sarà sviluppato nel Direttivo Nazionale della CGIL ed il lavoro che sarà fatto nella commissione interconfederale porterà ad una base utile per la discussione con la Confindustria ed il Governo.


raffaele.pirozzi@email.it

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