"I soggetti in analisi, non meglio identificati se non con la denominazione di Maicol e Mirco, di dichiarato sesso maschile, presentano tendenza seriale e compulsiva, nonché sospetta correità, alla creazione patologica di organismi virali bidimensionali, diffusi con destrezza, dolo specifico e premeditazione attraverso la circonvenzione delle vittime, attirate con l’inganno in ambienti apparentemente privi di pericoli configurate nella specie delle gallerie d’arte.
Il reato appare aggravato dall’uso altamente improprio ma di elevata destrezza di strumenti grafici.
Viene immediatamente rilevata, al primo approccio analitico, una tendenza ossessiva a non identificarsi se non in un personaggio, riscontrabile in varie forme di disturbo da identità dissociata.
I suddetti non risultano infatti in grado di fornire generalità complete, anzi si mostrano addirittura recalcitranti. Non hanno atteggiamento collaborativo.
All’atto del prelievo coatto, colti in flagranza, in evidente stato confusionale ed opponendo strenua resistenza, pronunciavano solo la parola: HanchiPinchiPanchi ripetendola in modo ossessivo.
Esiste tra gli inquirenti il sospetto che si tratti di espressione identificante gli appartenenti ad un qualche gruppo di natura sovversiva.
I sospettati, lungamente latitanti, ora in stato di custodia cautelare, presentano elevate analogie con la figura classificata dalla criminologia scientifica come criminale seriale in coppia motivato da estremismo. Il movente potrebbe essere identificato nella volontà dichiarata e compulsiva di attivare il pensiero delle vittime". (Simonetta Angelini)
Maicol & Mirco - Michele Rocchetti, San Benedetto del Tronto, 1978, Mirko Petrelli, San Benedetto del Tronto, 1977.
Mirco scrive storie paradossali e spietate, buffe ed agghiaccianti, Maicol produce un’impressionante quantità di "pupazzoidi" dalla testa tonda, teneri e ferocissimi allo stesso tempo. Non disdegnano le performances, creando allestimenti ispirati al proprio immaginario. Davanti alle loro opere si inizia un viaggio dentro l’uomo. Alle pareti tele con goffi personaggi, nei quali spesso si legge l’uomo contemporaneo che si uccide ogni giorno di più, a causa della sua stessa natura, non sempre docile. Essi creano personaggi disumani, tratteggiati con uno spesso segno nero, su tela, pur mantenendo tutta la forza del disegno tracciato su carta tipico del fumetto. Un genere, d’altronde, nel quale i due artisti sono autori affermati. Anche i personaggi che spuntano da macchie di colore dei loro quadri, sono figure essenziali, senza eccessi. E che dire dei disegni! Anche i semplici tratti di matita, gli schizzi su una pagina bianca emanano forza coinvolgente che porta a riflettere sul linguaggio delle immagini di massa e fa percepire la diversità dei ritratti che campeggiano in essi.
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