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lunedì 25 gennaio 2016

Commercio, Cia: crescono le vendite alimentari nella Gdo, ma l'agricoltura deve essere centrale nella filiera

La Cia sugli ultimi dati dell'Istat: il valore degli acquisti di cibo e bevande cresce dell'1,3% nei primi undici mesi del 2015, ma se aumentano i consumatori che si rivolgono ai discount (+3,5%), cala contestualmente il numero di chi ricorre alle piccole botteghe di quartiere (-0,5%). Il presidente Scanavino: "All'aumento del valore delle vendite nelle fasi di commercializzazione, ora faccia seguito un adeguato trasferimento reddituale sulle fasi a monte".     

 

Nonostante il leggero calo degli ultimi tre mesi (-0,2%), se si guarda alla variazione rispetto all'anno precedente, nel 2015 il valore delle vendite di cibi e bevande è cresciuto dell'1,3% facendo registrare un incremento più che doppio rispetto alle altre categorie merceologiche (+0,6%). È quanto emerge da un'analisi della Cia-Agricoltori italiani sui dati del commercio al dettaglio diffusi oggi dall'Istat.


Riguardo alla forma distributiva -osserva la Cia- alla crescita tendenziale di quasi 2 punti percentuali degli acquisti presso i canali della Grande distribuzione, si è contrapposta la riduzione dei piccoli esercizi commerciali (-0,5%), a conferma della necessità di riorganizzazione di un canale strategico e capillare qual è la bottega alimentare. Ma, quello che ci siamo lasciati alle spalle, è stato soprattutto l'anno dei discount alimentari in cui le vendite di prodotti alimentari "low-cost" sono aumentate del 3,5% (nel periodo gennaio-novembre).


"I dati sul commercio diffusi dall'Istat -commenta il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino- confermano le osservazioni sulla mancanza di equilibrio tra le dinamiche di filiera che, più volte, abbiamo sottolineato negli ultimi mesi. All'aumento del valore delle vendite nelle fasi di commercializzazione non ha fatto seguito un adeguato trasferimento reddituale sulle fasi a monte. È urgente colmare questo divario attraverso una riorganizzazione moderna dei rapporti di filiera nella certezza -conclude Scanavino- che quanto più l'agricoltura sarà centrale, tanto più l'intero settore agroalimentare sarà competitivo".



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