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giovedì 18 gennaio 2007
Lapsus, se la scienza assolve l'inconscio. Ecco perché diciamo la parola sbagliata
Si bolla come lapsus ogni frase mal pronunciata. Ma altri coimputati vanno citati in giudizio, accanto all'inconscio. Spesso dietro allo "sdrucciolamento" della lingua non c'è altro che un problema di articolazione delle parole.
O una scarsa dimestichezza con la lingua, come dimostrano la maggior parte dei lapsus di George W. Bush. Smitizzando il ruolo dell'inconscio dietro all'uso della parola sbagliata, le nuove ricerche spostano infatti l'attenzione sui problemi del linguaggio e dell'articolazione delle parole.
Nessun analista attribuirebbe ad altro se non a una scarsa dimestichezza con la sintassi la frase "Parlare un buon inglese è qualcosa di cui non sono spesso accusato", uno dei pezzi forti del bushismo. Parlare, d'altronde, è compito banale solo all'apparenza.
Lo spiega bene il servizio che il nuovo Mente&cervello (da periodico diventa mensile) dedica alla lingua che inciampa. "Quando facciamo un discorso - si legge sul numero in edicola da domani a 20 centesimi più il prezzo di Repubblica o L'Espresso - scegliamo in media 3 parole al secondo da un vocabolario che ne contiene almeno 40mila, producendo contemporaneamente 5 sillabe e una dozzina di fonemi, nella cui emissione sono coinvolti 100 muscoli diversi".
Non solo. Uno studio pubblicato alla fine del 2004 da Zenzi Griffin del Georgia Institute of Technology sulla rivista Psychological Science ha dimostrato che quando un individuo sbaglia a nominare un oggetto che ha davanti, spesso rivolge a esso lo sguardo.
L'errore avverrebbe dunque a livello linguistico o fonatorio, più in superficie rispetto a quanto teorizzato da Freud.
"Certo, se una persona usa il termine "madre" al posto di "moglie" probabilmente qualche significato profondo esiste" spiega Alberto Oliverio, psicobiologo del Cnr e dell'università La Sapienza. "Ma a volte l'errore sta tutto nel richiamare dalla memoria lo schema motorio sbagliato. A ogni parola è associato infatti un determinato movimento dei muscoli dell'apparato fonatorio.
Il cervello può sbagliarsi, ripescare dalla memoria e "mandare in onda" lo schema motorio sbagliato". Un tipico esempio di lingua che inciampa è il "Romolo e Remolo" dell'allora premier Silvio Berlusconi.
"A volte - prosegue Oliverio - cerchiamo di attribuire a tutti costi un significato psicologico al lapsus, ma non sempre è il caso di ricorrere all'inconscio. Di certo, però, quando l'inciampare produce un doppio senso, magari in campo sessuale, quello che sarebbe un trascurabile difetto nel flusso delle parole diventa un aneddoto scolpito nella memoria di tutti. In questo senso, i lapsus freudiani sono quelli che si ricordano più facilmente".
Di Elena Dusi
Fonte: La Repubblica
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