Individuato il Lupercale, dove nel mito la lupa ha allattato i gemelli.
E' vicino alla casa di Augusto sotto le pendici del Palatino.
Roma, la leggenda diventa realtà:
trovata la grotta di Romolo e Remo.
Le prime immagini mostrano una volta con marmi colorati e una grande aquila bianca.
Rutelli: "Strabiliante. Per secoli era stato cercato ed ora finalmente è sotto gli occhi di tutti".
( Repubblica.it - 20 novembre 2007) ROMA - La leggenda si fa storia. Il luogo più celebre del mito della storia di Roma, cercato per secoli, è apparso. Il Lupercale, ovvero il luogo dove la lupa avrebbe allattato i gemelli Romolo e Remo, è stato trovato: è vicino alle mura della dimora di Augusto, in un avvallamento sotto le pendici del Palatino e in un'area mai esplorata finora tra il Tempio di Apollo e la Chiesa di Sant'Anastasia, a 16 metri di profondità. A dare oggi l'annuncio dell'incredibile scoperta, il ministro per i Beni e le attività culturali Francesco Rutelli.
"Nel corso dell'esplorazione di questi giorni del Palatino, nella parte che dà verso il Circo Massimo, una sonda a 16 metri di profondità ha trovato qualcosa di veramente strabiliante", ha detto il ministro illustrando i dettagli della scoperta. La struttura a forma di ninfeo sembra essere una grotta in parte naturale e in parte artificiale, alta circa 9 metri e con un diametro di 7,5.
La microtelecamera della sonda ha mostrato una volta decorata a cassettoni, che riquadrano motivi geometrici non figurativi realizzati a mosaico con tessere di marmo policromo, ed è impreziosita ulteriormente da filari di conchiglie bianche e dall'aquila bianca di Augusto al centro della volta stessa. A quanto pare, edificando la sua dimora proprio in quel luogo, l'imperatore volle annettere alle sua villa quel luogo altamente simbolico della storia di Roma.
Le prime immagini del Lupercale
Una visione mozzafiato che è stata ottenuta dalla soprintendenza, che ancora non ha messo piede nella grotta, solo alla fine di luglio scorso. "Una vivacità policroma impressionante che sembra a prima vista un unicum nel complesso della Casa di Augusto", commenta l'archeologa Irene Iacopi che ha diretto lo scavo. Con lei, il soprintendente archeologico Angelo Bottini, il professor Giorgio Croci curatore del supporto scientifico ai lavori di scavo sul Palatino e il noto archeologo Andrea Carandini.
"La grotta è ancora quasi interamente riempita di terra di riporto - dice Bottini - ma con la sonda siamo arrivati fino al pavimento che è di cocciopesto per approssimare le dimensioni di 7,5 metri d'altezza e 6 di diametro. La struttura ipogea, che ha le sembianze di un ninfeo, dove alle pareti abbiamo riconosciuto una nicchia, è alla base della collina, allo stesso livello del Circo Massimo, ed è stata inglobata in un complesso di strutture che l'hanno rispettata e decorata secondo la moda del tempo. Lo scavo sarà, quindi, complesso. Partiremo dall'alto per scendere verso il basso". "Dallo scavo, che coinvolgerà una struttura iniziale di circa 700 metri quadrati, ci aspettiamo di conoscere le connessioni tra il Lupercale e il Tempio della Casa di Augusto che aveva l'ingresso monumentale su questo versante del colle".
Il culto del Lupercale, ha spiegato Andrea Carandini, era ancora vivo nel quinto secolo dopo Cristo. Cosa che suscitò le ire del papa Gelasio I: il Pontefice proibì ai romani di praticare il rituale legato alla grotta, ovvero correre intorno al Palatino, il sacro colle, appunto, frustando le donne per renderle fertili.
Ora si dovrà cercare un varco per entrare nella grotta, costruire un cantiere in sicurezza, e svuotare del terriccio. "Gli studiosi - ha spiegato Rutelli - lavoreranno per anni sui dettagli di questa struttura. Si tratta di un luogo di culto, un santuario che Augusto trasformò in uno dei punti centrali della sua casa. Per secoli era stato cercato ed ora finalmente è sotto gli occhi di tutti".
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