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martedì 11 dicembre 2007

Cipsi: GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI


COMUNICATO-STAMPA
 
GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI UMANI


BARBERA (CIPSI): “SESSANTA ANNI DI DELUSIONI E FALLIMENTI. DIRITTI PROCLAMATI, MA NON TUTELATI E TANTO MENO GARANTITI. IMPEGNI ASSUNTI, MAI RISPETTATI! DIRITTI UMANI “SVENDUTI” DALLA POLITICA… Chiediamo che l'ONU realizzi una profonda trasformazione democratica. Ogni Stato dovrebbe avere una legge che promuova la tutela dei diritti umani nel mondo. E il riconoscimento dell’Acqua come diritto!”.


Roma, 10 dicembre 2007
- In occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, che ricorda la storica firma a Parigi il 10 dicembre 1948 della  Dichiarazione universale dei diritti umani, Guido Barbera – presidente del Cipsi, coordinamento di 44 Ong e associazioni di solidarietà internazionale – ha dichiarato: “Sessanta anni di delusioni e fallimenti. Diritti proclamati, ma non tutelati e tanto meno garantiti. Impegni assunti, mai rispettati! Diritti umani “svenduti” dalla politica, ridotta a gestire consensi tra Stati, interessi di potere di pochi, del commercio, dell’economia, neppure delle Nazioni o dei popoli nazionali. La convivenza pacifica tra i popoli, non solo non è stata garantita e tutelata, ma tanto meno può essere assunta come giustificazione del fallimento del rispetto e della tutela dei diritti fondamentali stessi verso ogni singolo cittadino.
Perchè, dopo sessanta anni della Dichiarazione Universale, oltre trenta guerre stanno insanguinando le nostre terre?

Perché, nascondendoci dietro ai problemi crescenti di sicurezza, si continua a destinare sempre più risorse agli “eserciti di pace” (ma chi le fa le guerre?) e non riusciamo a mantenere nessuno degli impegni assunti per garantire i diritti?

Perché non tuteliamo il “diritto alla vita” invece di preoccuparci di tutelare il diritto al “libero commercio tra Davide e Golia (multinazionali sovvenzionate dagli Stati con piccoli contadini locali senza nessun strumento)?
Perché permettiamo che si mercifichi ogni bene, anche quelli essenziali per la nostra vita come l’acqua, sacrificando la vita stessa agli interessi e alla ricchezza di pochi?
Perché tante strategie, tanti decenni per lo sviluppo, tanti impegni assunti, finiscono in bolle di sapone?
Forse è il momento di celebrare questo 60° compleanno con una grande svolta di rinnovamento. Una svolta che sappiamo, non verrà dai Palazzi e dagli Stati, oramai legati nelle stesse reti di compromessi e tutela di reciproci interessi, ma che può ripartire esclusivamente dal recupero di uno spirito di solidarietà che ci riporti ad assumere come riferimento quei principi etici non negoziabili che sono fondamento della vita sociale, del rispetto della persona e della sua dignità, al di sopra di ogni credo politico o confessionale. Quei principi che considerano il denaro come strumento per agire e garantire tutti i diritti a tutti i cittadini, non come obiettivo – ricchezza – di pochi. Una svolta politica, ama anche operativa.
Sessanta anni di storia, di evoluzioni e di cambiamenti che vogliamo ricordare con soddisfazione per tanti risultati proclamati: il riconoscimento universale del primato giuridico e politico dei diritti umani; la determinazione di precisi obiettivi ed impegni condivisi per il pieno godimento dei diritti economici e sociali da parte di tutti i cittadini; la promozione della ricerca di un sistema di crescita economico mondiale equo e giusto; la salvaguardia dell’ambiente; il dialogo interculturale… Ma anche di fallimenti, nel prevenire il genocidio in Bosnia Erzegovina (1992-1995) che ha causato 200.000 vittime, in Ruanda (1994) che ha causato 800.000 vittime e infine in Darfur, Sudan occidentale, costato la vita a 400.000 africani neri musulmani.
E Barbera conclude: “Chiediamo che l'ONU con tutte le sue istituzioni collegate subiscano una profonda trasformazione democratica, in preparazione del 60° anniversario della Dichiarazione che avverrà il 10 dicembre 2008. Ogni stato dovrebbe infine dotarsi di una legge che promuova la protezione dei diritti umani nel mondo, e il riconoscimento dell’Acqua come diritto!”.

 
  
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