16 febbraio 2005 –16 febbraio 2006
Oggi ricorre il terzo anniversario della firma del Protocollo di Kyoto, l'Accordo internazionale sottoscritto nel 1997 da 84 Paesi, che ha indicato gli obiettivi per la riduzione dei gas ad effetto serra e in particolare il controllo della produzione di anidride carbonica.
Il Protocollo è stato ratificato da 146 Paesi (ma non dagli USA) ed è entrato in vigore nel febbraio 2005.
L'Accordo ha previsto per i Paesi industrializzati una diminuzione del 5% in media (6,5% per l'Italia) entro il 2012, rispetto ai loro livelli di emissione di CO2 prodotta nel 1990.
A tre anni dalla firma del protocollo di Kyoto, sembrerebbe più diffusa una comune coscienza che l'esigenza di far incontrare le esigenze dello sviluppo della società umana con l'ambiente in cui viviamo.
Un incontro, che mi auguro, possa diventare più consono e congruo, anche nei piccoli gesti quotidiani che tutti possiamo fare quando accendiamo la luce, apriamo il rubinetto dell'acqua, gettiamo i rifiuti..
L'impatto sulla società dell'aumento della popolazione e della necessità crescente delle risorse utilizzabili (si pensi che la popolazione mondiale è passata da 1 miliardo nel 1830 a 2,5 miliardi nel 1950 e a circa 6 miliardi alla fine del secondo millennio) ha accentuato il depauperamento dell'ambiente naturale, con la diminuzione delle risorse rinnovabili e non rinnovabili, con cambiamenti climatici, con l'incremento dell'alterazione ambientale fino all'inquinamento e con il conseguente aumento di nuove patologie.
Dalla rivoluzione industriale in poi e con una fortissima accelerazione negli utlimi decenni, l'uomo, considerando la Terra come uno spazio senza limiti ha prodotto una così grande mole di rifiuti, spesso altamente tossici ed inquinanti, da minacciare la distruzione degli ecosistemi minando in tal modo la base stessa della vita.
Ma con il protocollo di Kyoto (l'unico accordo internazionale che sancisce una limitazione delle emissioni ritenute responsabili dell'effetto serra, degli stravolgimenti climatici, del surriscaldamento globale) si sono finalmente concretizzate quelle che finora sembravano essere solo belle parole.
Finalmente, la realizzazione pratica, giuridica e sottoscritta che la salvaguardia ambientale non è solamente un problema attinente l'etica o la responsabilità sociale, ma un problema inerente la stessa sopravvivenza della specie umana.
Un primo, importante, passo che è giusto festeggiare nel suo terzo anniversario affinché l'umanità possa avere uno sviluppo più controllato, equanime, e quanto più sostenibile per il futuro.
Andrea Pietrarota
www.CorrieredelWeb.it
Nessun commento:
Posta un commento