DE MITA SE NE VA DAL PARTITO DEMOCRATICO , MASTELLA NON TROVA POSTO
PROVE DI CENTRO IN CAMPANIA.
di Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco
Molti sono i nomi importanti che non saranno messi in lista per le prossime elezioni politiche dal Partito Democratico di Veltroni.
Prodi, Amato, Visco e tanti altri, hanno già annunciato che non si candideranno, molti seguiranno questo esempio per fare spazio a candidati nuovi e di età più giovane, per rinnovare i quadri del Partito e per rendere più omogeneo il rapporto tra cittadini e rappresentanti nelle istituzioni.
Ciriaco De Mita, invece, ha riproposto per l'ennesima volta la sua candidatura e si è visto opporre un rifiuto, che ha provocato una reazione indignata da parte dell'anziano politico irpino.
De Mita ha 80 anni ed è stato eletto per la prima volta in Parlamento nel 1963, ai tempi del primo centro sinistra organico guidato da Aldo Moro.
A quel tempo aveva appena 35 anni, veniva direttamente dalla Università Cattolica, dove aveva avuto modo di conoscere e frequentare tutti quei giovani che sarebbero stati leader e riferimento politico della Democrazia Cristiana a partire dagli anni 70.
De Mita non era mai stato molto convinto del Partito Democratico, è stato tra i vecchi democristiani l'ultimo a cedere, imponendo in Campania l'elezione a segretario regionale del nuovo soggetto politico, Tino Iannuzzi, molto vicino alle sue posizioni.
Il rifiuto alla candidatura ha spinto l'anziano politico a riprendere la strada della autonomia dei cattolici ed a guardare alla impresa di Pezzotta come una nuova possibile alternativa.
La Rosa Bianca, la nuova formazione politica in cui sono confluiti anche Tabacci ed altri fuoriusciti dall'U.D.C. di Casini, era una ipotesi politica che girava da tempo tra i cattolici moderati, che godevano dell'appoggio ufficiale della Chiesa.
Sabino Pezzotta, ex leader della CISL, aveva assunto il ruolo di Presidente della Fondazione Sud, una organizzazione economica sostenuta dalle Banche e direttamente collegata alla cooperazione sociale ed al volontariato, in cui confluivano tutti i più importanti soggetti del mondo della impresa sociale.
La Fondazione Sud ha a sua disposizione una notevole masse di finanziamenti da erogare per il terzo settore e per la formazione in campo sociale.
Pezzotta si è anche distinto come l'organizzatore del "Family day", la giornata di lotta contro i "Dico", lo strumento legislativo che consentiva le unioni al di fuori dal matrimonio esteso anche alle coppie omosessuali.
E' evidente a tutti che la Curia Romana sostiene questa possibile terza via, non si fida di Berlusconi e non ritiene suoi interlocutori Casini e Mastella, che sembrano essere gli esclusi da tutto.
Con l'uscita di De Mita dal Partito Democratico ed il suo avvicinamento al movimento della Rosa Bianca , la situazione di Bassolino diventa veramente grave.
Infine, la "Rosa Bianca" è una contraddizione in essere , perché il movimento che prese questo nome era formato da un gruppo di giovani che nel periodo di guerra, in Germania, svolsero una attività di opposizione al regime nazista. Erano molto giovani, erano pacifisti e per la democrazia, furono giustiziati dopo un sommario processo. Furono i martiri riconosciuti in seguito, su i quali fu possibile ricostruire una identità nazionale tedesca, moderna e democratica.
Una bella vicenda, quindi, a cui fare riferimento come democratici e come cattolici moderati, è vero, ma la differenza era che quei giovani erano protestanti evangelici e si muovevano in quel modo anche in opposizione ad un comportamento di fiancheggiamento del nazismo sia della chiesa cattolica che di quella protestante.
Una bella contraddizione per il cattolico difensore della famiglia " Pezzotta".
Napoli, 21/02/08
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From: raffaele pirozzi <raffaele.pirozzi@email.it>
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