- LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
- E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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- COMUNICATO STAMPA
- ANNO XXIV - n. 4
- 19 Febbraio 2008
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- MORTO PER AVER DONATO PARTE DI FEGATO AL PADRE
- Quando il genitore diventa cannibale del proprio figlio
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Un palermitano 39enne, Gaetano S., muore dopo un mese per aver "donato" da vivo sano parte del proprio fegato al padre, 70enne, affetto da cirrosi. L'espianto/trapianto è avvenuto in una clinica belga il 14 dicembre 2007.
Sono sorte gravi complicazioni dopo l'espianto (una peritonite con 7 interventi) e le condizioni del figlio sono rapidamente peggiorate fino a che gli stessi medici, che l'avevano convinto a mutilarsi per il padre, lo hanno convinto a sottoporsi a sua volta ad un intervento di doppio trapianto di reni e fegato. Così, per procacciarsi gli organi per Gaetano, un altro malato vivo ma che aveva persol a coscienza (cosiddetto morto cerebrale) è stato espiantato e quindi ucciso.
Peccato però che Gaetano, persona sana prima dell'asportazione di parte fegato, non sia sopravvissuto al doppio trapianto, morendo sotto i ferri dopo 10 arresti cardiaci, come riferisce la stampa.
Se "donare" è un "gesto d'amore" come è possibile che questo gesto porti tanto dolore?
La chirurgia sostitutiva che sfida la natura e fa leva sulle nostre paure e sui nostri sentimenti, porta vita o morte? Salute o patologia? Felicità o infelicità?
Quel padre che non ha saputo rifiutare il sacrificio del figlio, vivrà?
E quanto vivrà con i farmaci antirigetto e il rimorso che lo attanaglia?
Per la presunzione dei chirurghi comunque due persone sono già morte.
I media ribadiscono ogni giorno che l'espianto di rene o parte del fegato da vivente sano non comporta rischi, ma i fatti dimostrano il contrario (vedi Comunicato Stampa 03.07.07 "Ictus mentre dona il midollo" www.antipredazione.org).
Viene quotidianamente sottolineato che il trapianto è vita, ma allora come si spiega che Gaetano sia entrato vivo insala operatoria e ne sia uscito morto?
Al sud dove i malati dichiarati in cosiddetta "morte cerebrale" sono protetti dall'amore dei familiari che si oppongono all'espianto a cuore battente, la donazione da viventi sani potrebbe essere cavalcata dai chirurghi per ottenere un rene, parte di fegato e midollo, sempre facendo leva sul legame d'amore familiare.
Il Comitato Giovani della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente lancia un appello a tutti i ragazzi con un familiare malato che stanno subendo pressione da parte dei medici e dei parenti stessi per donare una parte del proprio corpo, fate attenzione a non confondere un atto di buonismo indotto con un atto di generosità, questa "disattenzione" potrebbe costarvi la vita.
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