Seminario nazionale di studi: LA NUOVA DEISTITUZIONALIZZAZIONE
I dispositivi mortificanti in psichiatria e medicina: vecchie pratiche e nuove forme di accoglienza
Il convegno di Vico Equense è stato ricco e stimolante. Ho trovato particolarmente interessante la scelta di mettere insieme psichiatria e medicina, riattualizzando, il rapporto tra Franco Basaglia, Raffaelllo Misiti e Giulio Maccacaro.
Un movimento trasversale di alleanze
Emilio Lupo, Segretario Nazionale di Psichiatria Democratica ha ricordato che il compito di P.D. è di oltrepassare lo specifico per costruire risposte ai bisogni collettive e partecipate. Per fare questo non ci si può adagiare su una idea amministrativa del cambiamento, cosa che ha nociuto ai processi di trasformazione. E' necessario un movimento trasversale di alleanze per svolgere meglio il nostro lavoro di mediazione sociale, attivando pratiche molecolari sul territorio, per riscoprire sensi, norme, regole, per costruire culture di tipo nomade, che si nutrano di pensieri di confine, per la ricostruzione di storie familiari, gruppali e collettive. Per questo bisogna lavorare sui diritti a partire dai dispositivi più mortificanti per la diglintà del malato in psichiatria e in medicina. Complessità significa fatica, coinvolgimento in rapporti interpersonali differenziati, che convolgono aspetti sociali, e specifici, anche per l'infanzia, come la battaglia che abbimo fatto contro il Ritalin.La salute mentale di comunità interessa tutti coloro che sono impegnati a costruire risposte articolate e complessive.
La salute si basa sulla esigibilità dei diritti; un ambulatori medico per immigrati
Paolo Fierro, dirigente medico, otorinolaringoiatra dell'ospedale card. Ascalesi di Napoli, ha sostenuto che non esiste salute senza la possibilità concreta di usufruire dei diritti.Se già gli italiani devono fare i conti con aziendalizzazione, produttività, efficacia, interessi economici che con la salute hanno poco a che fare, le cose sono ben più drammatiche per i nuovi immigrati.Realtà sociali lontane si sono sovrapposte a realtà sociali già disgregate, specialmente nel centro storico di Napoli.L'immigrato è una non persona, non ha diritti civili. Particolarmente difficile è il lavoro con loro nei pronti soccorsi, per la criticità di patologie non gestite che si condensano nell'acuzie. C'è stato un rifiiorire di interessi su queste tematiche legate al movimento no-global che ha coinvolto studenti di medicina che si sono subito offerti per collaborare. Nella nostra ricerca di alleanze ci hanno subito dato una mano pezzi di sindacato, le RSU, gruppi che hanno vissuto esperienze di disuguaglianza per cui era più facile una identificazione con gli immigrati. La porta di accesso è stato il tesserino per immigrati attualmente presenti. Noi siamo partiti dalla necessità di partecipazione con una accusa: "Chi interviene parla a nome degli immigrati, mentre deve parlare con gli immigrati e costruire insieme percorsi". Abbiamo lavorato sul rispetto delle diversità criticando l'eurocentrismo diffuso, lavorando su cose utili alla salute in culture diverse dalla nostra. Abbiamo insistito sul fatto " Non si possono negare risposte a uno che non è il regola". Abbiamo organizzato un centro di orientamento, contatti, facendo anche una mappa dei i flussi. Ovviamente questo approccio non piaceva a molti medici, che erano orientati più a organizzare i servizi come clinichette private. Contro di noi si è satenata una offensiva terribile, Sono partite lettere che intimavano di smettere. Sono fioccate addirittura accuse di difendere il terrorismo islamico. Eppure l'ambulatorio era situato nel dopolavoro messo a disposizione dai sindacati.Ci sono state minacce di deferimento al consiglio di disciplina. Il comitato dell'ambulatorio chiese un incontro con la direzione sanitaria. Alla mancata risposta ci fu una accupazione pacifica , si aprì una assemblea. Si chiese conto dei diritt inegati. Si aprirono trattative che portarono alla costituzione di un ambulatorio vero e proprio aperto ormai da anni.
Perchè il 50% dei parti si fanno col taglio cesareo?
Gennaro Savoia, Dirigente Medico, Direttore IV Servizio Anestesia e Rianimazione Pediatrica c/o la struttura dell'AORN, Ospedale Caldarellidi Napoli: "I diritti negati nell'area dell'anestesia, rianimazione, emergenza, medicina del dolore e cure palliative": Ha sostenuto che è necessario migliorare la medicina istituzionale con diritti garantiti, e superare le enormi differenze regionali. Ha denunciato lo scarso tempo che c'è per la visita anestesiologica nonostante la sua importanza anche per valutare la necessità e adeguatezza dell'inetervento chirurgico, sullaa insufficiente applicazione del consenso indormato. Ha poi denunciato la medicalizzazione del parto con l'incredibile percentuale di tagli cesarei: Il 50% del totale. Ha invocato il diritto all'anestesia post-operatopria troppo spesso trascurata: Ha denunciato la fragilità dei percosi intraospedalieri, citando casi in cui per passare da un padiglione a un altro è necesario far intervenire autambulanze esterne. Ha sostenuto poi:" No all'accanimeto, no all'utanasia, sì alla desistenza terapeutica". Importante anche intervenire sul dolore cronico valutando in particolare il dolore mentale, offrendogli adeguate risposte psicologicche e psicoterapeutiche, senza silenziare ogni angoscia con i farmaci. Ha infine sottolieato gli spetti etici implicati nella salute e la presenza di una questione meridionale della medicina.
Marina Rossano, Psicologa, Centro Diurno di riabilitazione "lavori in corso", Asl 1 di Napoli, ha rccontato la vivace esperirnza della costruzione di Pinocchio, una bellissima barca di legno, e el suo festoso viaggio fino al vero, un nuiovo simbolo che si affianca, come ho sostenuto, a Marco Cavallo di Trieste, La Chimera di Arezzo, Il Drago Scarlatto di Montelupo Fiorentino, La Rondine di Fermo: Tutte realizzazioni simboliche partecipate sulla scia di quella prima mela che aiutò Renè a uscre dalla follia.
Contenere e Sedare: La ragione procedurale sostituisce la ragione classica. Critica alla normalità
Alessando Ricci , psichiatra, Università di Verona, hacriticato la psichiatria biologico, ricordando Furio Di Paola che ha sostenuto : "La conoscena del cervello malato è una pseudoconoscenza che si autolegittima". La medicalizzazione della malattia mentale è violenta. Il modello medico, basato sull'evidenza, è inesorabile, non nega la psicologia, gli aspetti sociali, relazionali. Tutto questo non gli interessa. Lo lascia ad altri. Alla domanda individuale la risposta è seriale, generalizzate e si basa su due assunti: Contenere e Sedare. Si tratta di una formidabile sottrazione di senso, di un terribile impoverimento del senso del mondo, una nuova, estrema forma di alienazione. Tra globalizzazione e soggetti c'è un cortocircuito di senso. Mentre il mercato globale potrebbe essere la base per processi globali di partecipazione, di fatto oggi sembra venire meno ogni legame sovraindividuale, per cui cè una negazione dell'universalità, la fondazione di un individuo separato. Tutto questo assume la forma di una nuova libertà da regole e principii, norme, su cui si giocano nuovi principi di onnipotenza/impotenza, autorità/libertà. I giovani incontrano nuovi rapporti tra costruzione e distruzione nei quali la ragione classica è sostituita dalla ragione processuale: Secondo la ragione procedurale tutti i nostri gesti sono misurabili, quindi controllabili, alla base del mercato globale c'è un pensiero unico, indiscutibile, non attraversabile dalla critica. Il pensiero procedurale sta al posto dei nuovi valori. Non è universale ma sipiega a ogni situazione. Mentre un valore è attaccabile dal valore contrapposto, queste procedure sono tutte relative. In quest'ottica gli interventi sul sociale sono di due tipi: 1) Manutenzione dell'individuo senza fine, riconoscendogli uno stato potenziale di malattia che dura tuta la vita.2) Pedagogia che dà diritto a un buon servizio che modifichi i comportamenti. In questa ottica, bene pubblico e etica sono residuali, Conta solo l'individuo e il proprio sé. Fondamentale anche la paura della morte. Tutto ciò che è negativo e contraddittorio esce dallo sfondo perchè se tutto ha una risposta potenziale, è legittimo pensare all'immortalità.Il problema è che la realtà non tiene insieme la potenziale immortalità e la totale relatività del quotidiano. Tutto questo è disumano e rimanda alla questione del dolore, con l'assunto disumano che ogni dolore sarà curato.Per cui alla fine diventa umano ciò che non ha morte e sofferenza.E' quindi indispensabile una critica serrata della normalità. La psichiatria partecipa alla sottrazione collettiva di senso. Non a caso si è tornati negli ultimi anni al problema della guarigione come ai tempi dell'elettroschock, la lobotomia. Non si può fare una critica alla normalità senza tenere insieme locale e universale. Il dialogo con la storia non c'è più, è importante farlo con altri. Il metodo del pensiero critico tiene insieme le cose, sa che alle ocntraddizioni non c'è mai fine.Una volta Fabrizio Ciappi, di Perugia, ha detto: "E' possibile, aprendo la porta, trasformare la peggiore delle disgrazie in un colpo di fortuna".
Psichiatria Democratica deve rilanciare pratiche antagoniste
Rocco Canosa, Presidente nazionale di Psichiatria Democratica, sostiene che nelle nuove istituzioni possono riprodursi meccanismi manicomiali e di mortificazione istituzionale come pure negli ospedali generali. Il problema è di dare alla salute diritti e dignità. Da chi sono decisi gli spazi e i tempi nelle istituzioni, quando mangiare, dove stare, gli orari ecc? Per questo è importante insistere sulla deistituzionalizzazione che è agire su rapporti personali in rapporto a quelli sociali. Per noi, a partire dallo specifico psichiatrico per superarlo nella comunità opponendosi a prole d'ordine come: "Maggior chiusura più sicurezza". La dignità della persona, il diritto dell'anziano a restare a casa sua, significano una organizzazione dell'assistenza che tenga conto di un vasto ventaglio di bisogni. Il ruolo di Psichiatria Democratica è continuare a partire dai più bisognosi. Il sistema crea contiuamente nuovi razzismi. Psichiatria Democratica deve rilanciare pratiche antagoniste. Di fronte alla melassa tecnica e al finto unanimismo è necessario rilanciare la narrazione, uno strumento potentissimo di antagonismo. Bisogna cioè partire dalla persona per costruire i servizi e leggere l'organizzazione rispetto alla perona più debole. E valutare i servizi proprio su puesto.Questo significa riscrivere l'orizzonte di senso rispetto ai meno garantiti. In questa ottica non va mai dimenticata la dimensione affettiva del lavoro critico, con i pazienti, tra noi. E continuare a rispettare i nostri ideali: le utopie concrete di Franco Basaglia. Nel confronto con il dolore non dobbiamo dimenticare un veccho detto:"Il dolore è come una coppa, Quanto più è profonda, e tanto più potrà essere riempita con la gioia".
Fogli d'informazione, Partolano di salute mentale, Annuari della nuova psichiatria italiana
Paolo Tranchina: Psicologo analista, Firenze. Ho aperto i lavori ricordando la nascita dei Fogli di Informazione con Franco Basaglia, nel 1969, a Londra e Edimburgo, dove abbiamo intervistato Laing, Cooper il network, entrando per la prima volta con la cinepresa a Kinksley Hall, forse la prima casa famiglia della storia, nella quale Mary Barnes ha dipitno per noi un meravigliso sole giallo-arancio su un mare di intensissimo blu-azzurro. A Edimburgo abbiamo invece intervistato Maxwel Jones, il fondatore della comuinità terapeutica, verso il quale Franco mostrava profondo rispetto.Ero stato poi all'OP di Gorizia, diretto allora da Agostino Pirella, dove la pratica degli operatorti mi aveva profondamente colpito per la sua capacità di gestione senza repressione. Allora stavo a Milano e con il Gruppo che ruotava intorno a Francesco Galli, avevo costituito il Collettivo di intervento nelle istituzioni, per cui i goriziani hanno cominciato a venirea Milano alla Casa della Cultura. Da lì sono nati iprimi 13 numeri ciclostilati. Poi dal ''72 la serie stampata, fino all'altranno, dal Centro di Documentazione di Pistoia, sostituito poi, dal nuovo editore la DBA di Firenze.Da allora abbiamo pubblicato oltre 200 numeri con una collana di libri di 35 titoli. Ho ricorato anche il Portolano di Salute mentale, una struttura informatica che contiamo di mettere presto in linea su Internet, per la quale ho già raccolto più di 500 titoli dei quali oltre cento già arrivati. Ho infine ricordato i prolegomeni (appunti) per la storia della nuova psichiatria italiana, degli annali che riportano anche articoli di quotidini e settimanali, per cui ho sollecitato chiunque sia interessato è imnvitao a mandarmi gli articoli che ritiene utili. (P. T. Viale Don Minzoni 29 50129 Firenze)
Psichiatria e sicurezza
Pierangelo Di Vittorio, filosofo dell'Università di Bari, è intervenuto su "Sicurezza, salute mentale e democrazia". Dopo l'11 settembre la sicurezza è diventata predominante rispetto alla libertà. La legge 180 è un antidoto all'eccesso di scurezza, perchè più garantista di altre leggi. Attualmente in Francia per le fughe dagli ospedali psichiatrici si parla di "evasioni", si parla di videocontrolli, braccialetti, si mettono in primo piano presunti mostri, si insiste su diritti delle vittime.Lapsichiatria ha sempre sostenuto i problemi statali della sicurezza. Ha legittimato scientificamente pratiche di segregazione, repressione. La teoria dell'isolamento terapeutico di Esquirol ha legittimato i Manicomi. Esquirol sostiene che l'solamento terapeutico è una ottima cura all'alienazione purchè sia gestito da un buon medico. I concetti di Esquirol sono stati ripresi per creare la legge psichiatrica francese del 1938. Le sue idee nelle mani del ministero degli interni, hanno assunto questi toni:"Si tratta di prevenire le inondazioni, gli incendi le minacce alla salute pubblica." I manicomi sono stati del tutto inefficaci rispetto alla cura, hanno sequestato i corpi, cosa che con le sterilizzazioni coatte, ampiamente utilizzate, ha favorito la normalità. rispetto alla follia.Sarebbe utile rileggere i problemi vedendo come dal passaggia dall'alienismo alla salute mentale sia cambiata la nostra anima.
Minori, adozioni, case famiglia
M. Teresa Rotondaro Aveda, Magistrato, Tribunale dei minori, Napoli. Compito della magistratura è mantenere nel processo l'equilibrio tra tutte le parti. Le parti lese sono molto trascurate, soffocate dal processo. La creazione, nascita e gestione delle case famiglia per adolescenti sono lasciate all'inzitiva privata e c'è nessun controlo nella qualità. C' è controllo all'apertura, che certi parametri siano rispettati, ma poi...... Ci sono addirittura condomini di case famiglia. Si perde di vista il fine, l'approccio educativo mirato su ciascun minore. Spesso il collocamento in casa famiglia viene preferito alla famiglie affidatarie, perchè sono situazioni più protette, e accompagnono il minore anche
attraverso i fatti penali. C'è poi spesso il prolema della psicodiagnosi fatte dali stessi psicologi che poi supervisionano il lavoro degli operatori delle case famiglia, per cui si crea confusione. Il bambino, per esempio, non sa se può parlare con lo psicologo del fatto che non si trova bene in casa famiglia. Anche se molte case famiglia gestite da religiosi sono buone, molto spesso la caduta di qualità è evidente. Anche l'affido familiare è deciso dal tribunale, che però non può garantire un adeguato intervento dei servizi a sostengo sia dal bambino che dei familiari. Sulla scelta dei genitori affidatari è scoppiato un interessante dibattito a più voci, (Onnis e altri) che hanno portato alla risoluzione di fare un seminario specifico sull'argomento. "Spesso siamo costretti a detenere i bambini abusati in case famiglia per sicurezza. Ci sono state troppe assoluzioni di abusanti. Le situazioni di rischio, disagio minorile, devono essere segnalate da tutti, altrimenti c'è omissione di atti d'ufficio. Troppo spesso gli psichitri nelle relazioni sui genitori ce ne parlano come di persone in via di guarigione". Venturini ha sostenuto che in situazioni in cui genitori malati di mente e figli non sono stati separati, e non sono stati gestiti adeguatamente, si sono avuti gravi disturbi mentali dei figli.
Non assuefarsi allo scandalo
Ernesto Venturini, psichiatra, Bologna:"La virtù dell'indignazione". Ha ricordato l'enorme capacità di Franco Basaglia di indignarsi di fronte all'ingistizia.Nel lvoro di deistituzionalizzazione era presente la speranza, si sentiva vicino un nuovo mondo per questo la le lotte antistituzionali, con la chiusura dei manicomi, hanno reso possibile l'impossibile. Oggi sono presenti forti processi di accecamento colletttivo che rendono difficile la critica, la lettura adeguata dell'ingiustizia e quindi l'indignazione. Nel bombardamento informatico a cui siamo sottoposti si crea come una assuefazione allo scandalo, all'ingiustizia. Inoltre l'ingiustizia si manifesta con modalità così diffuse che appare incommensurabile, impossibile da combattere, per cui l'impotenza prevale. Per lo specifico psichiatrico la mancanza di critica e di denuncia vengono spesso condizionate da interessi privati. Per opporsi è necessario riattivare concetti di responsabilità, eticità diffuse che trascendano lo specifico, trasponendoli nella qutidianità. Abbiamo bisogno di coerenza, di gesti rivoluzionari perchè l'indignazione possa promuovere il cambiamento.
Ilario Volpi, psicologo, Roma Si è soffermato sulle mortificazioni del lavoro e della disoccupazione, invocando contro perpetue borse lavoro, definite come l'eterna promessa, borse monovalore, un lavoro vero per i nostri assistiti. E' necessario modificare il sistema dell'assistenza e del mercato, cosa che le cooperative non posson fare da sole
Luigi Attenasio, psichiatra, Roma: Basaglia ha lavorato sulla funzione sociale della psichiatria e sul cambiamento di poteri tra curanti e curati, passando da una posizione fenomenologica alla critca della oggettivazione del paziente. Foucault ha scritto "La scienza della malattie mentali per come si potrà sviluppare negli asili sarà sempre e solo classificazione e osservazione.Non sarà dialogo". Franco Basaglia invece, come ricorda Pirella, pone alla base del rapporto la reciprocità. Lilia Ravera parla della democrazia come di un nuovo "Noi" che si delinea, un "Noi" che dà senso di appartenenza. Questo "Noi" pervade ampiamente Psichitria Democratica e tutto il suo discorso che parte dal '68, dal rifiuto della delega.
Bruno Romano, psichiatra, Napoli ha parlato di "Associazionismo e sport come strumenti per l'integrazione" tracciando lo sviluppo ricco e articolato di queste esperienze.
Gaetano Interlandi, Psichiatra, Caltagirone ha tracciato le linee delle esperinze del suo servizi in raapporto al'OPG di Barcellona Pozzo di Grotto ,che ha lavorato sia come filtro agli ingressi presso le carceri, sia reinserendo 64 assistiti.
Alcuni di questi interventi saranno pubblicati sul prossimo numero dei Fogli d'Informazione dedicato al trentennale della legge 180.
Per abbonarsi, ai 4 numeri del 2007, compreso il numero speciale, spedire 30 Euro (privati) e 60 Euro (istituzioni) sul CCP 81552713 Intestato a DBA Firenze
Cordialmente Paolo Tranchina
Nessun commento:
Posta un commento