Vi inoltro una recensione del Direttore Generale della Asl Roma D, Giusy Gabriele, ad un libro di Ilaria Drago che tratta la tematica degli abusi sui minori e la violenza sulle donne, segnalandovi che il 16 ottobre p.v. si terrà un convegno organizzato dalla Asl Roma D su queste tematiche, come scritto nel corpo stesso della recensione. Ringraziandovi, si inviano cordiali saluti. Gian Piero Di Folco
“Ci riguarda”: un commento di Giusy Gabriele al libro di Ilaria Drago “Dalla pelle al cielo”
Leggere il libro di Ilaria Drago "Dalla pelle al cielo" (Avagliano ed.) dovrebbe essere considerato un dovere per chiunque si occupi di abusi e violenze sulle donne e le bambine, una necessità per chi è genitore, un bisogno per coloro che vogliono riflettere sulle relazioni tra maschile e femminile.
Particolarmente indovinato il titolo perché è proprio tra il sentire totalmente corporeo della protagonista quando “le pizzica là sotto” e l’evoluzione della sua vita spirituale/ psichica/ unmana che si intreccia il monologo che ha per una lunga fase come unico interlocutore un diario! Una solitudine che verrà, per fortuna, interrotta da una donna che ci ricorda l’archetipo della strega-guaritrice. Da una donna nasce la forza per altre donne di interrompere il circuito della vergogna che, più della forza altrui,le tiene legate al giogo del sopportare in silenzio. Il dramma della bambina violentata è il “non essere niente”. Le sue cattive performance scolastiche diventano un logico corollario della bassa autostima.(non possiamo aprire qui il ragionamente che pure va fatto sull’incapacità della scuola a cogliere il disagio, ma quello è certamente un contesto da indagare)
Quante volte da figlie ci siamo sentite in colpa, come la protagonista,per il solo fatto di esistere! La ferocia del ricatto paterno è proprio nel chiedere alla figlia di proteggere la madre a sue spese. Ma quello che mi è piaciuto del libro è che su ogni aspetto religioso piuttosto che psicologico si indaga con assoluta discrezione, senza giudizi sommari, mantenendo il beneficio del dubbio. Perfino per il carnefice, lo stupratore, il padre si mantiene un atteggiamento che non diventa mai sommario giustizialismo.
A me ha trasmesso una quantità enorme di emozioni tutte forti e contrastanti.
Paura, rabbia, solidarietà, vergogna, nausea, speranza, dolore...si sono aggirate tra la mia mente, il petto e lo stomaco. A momenti incredula, poi improvvisamente commossa ed infine addirittura allegra. In questo sta l'importanza del saper rappresentare nel diario di una vittima le molte sfaccettature delle relazioni che possono intercorrere all'interno di una famiglia che, ovviamente, non possiamo che definire patologica. Ma questa “etichetta”non ci deve fare sentire assolti, in quanto normali, perché i nostri rapporti familiari potrebbero essere, pur se molto distanti dalla violenza che il libro descrive, comunque collocabili in un continuum che si nutre di sentimenti simili.
Se, certamente, molte di noi non hanno avuto una madre picchiata e/o non hanno subito l'abuso paterno, non per questo, sul piano psicologico, non sanno cosa voglia dire oppressione, dipendenza verso il maschile, impossibilità ad esistere, mancanza di senso.
D'altra parte, in ogni caso, il fenomeno è molto più esteso di quanto non appaia e può riguardare la collega d'ufficio, la vicina di casa molto più di quanto non siamo disposte a credere.
Per queste ragioni penso che sia un impegno che dobbiamo assumere quello di utilizzare questo libro ed ogni altra occasione per dare visibilità alla tragedia e sostenere, anche con una battaglia culturale, tutte quelle donne che possono trovare la forza di reagire ed iniziare un percorso di liberazione, prima di tutto credendo in sé stesse. D’altra parte la complessità del fenomeno implica un approccio globale del quale gli aspetti culturali legati anche alla pubblicazione di questo libro sono una parte fondamentale, ma l’efficacia dell’azione psico-sociale richiede che ci si faccia carico di tutte le implicazioni che violenze di questo tipo comportano, non solo per il superamento del trauma, ma anche per il percorso di “riproduzione” e reinserimento successivo dei soggetti coinvolti. Nella Asl Roma D è nato un progetto che prevede una èquipe di professionisti che si occupa della presa in carico delle vittime degli abusi che sta dando i primi risultati. Prioritario è costruire progetti che diano visibilità al fenomeno per promuovere la prevenzione e l’intervento immediato sullo stesso. Altrettanto indispensabile far conoscere i punti di riferimento sociali e sanitari ai quali le vittime possono immediatamente rivolgersi. Di tutto questo parleremo nell’iniziativa del 16 ottobre durante la quale Ilaria Drago farà una performance a partire dal libro “Dalla pelle al cielo” e poi discuteremo insieme dell’attualità e del futuro degli interventi della Asl Roma D su queste delicatissime problematiche.
Quando un’azienda è diretta da una donna, come nel mio caso, gli impegni quotidiani e faticosi di quadratura dei bilanci e di politiche di risparmio non possono far dimenticare la necessità di dare risposte complessive che tengano conto della specificità di genere.
Gianpiero Di Folco <gianpiero.difolco@aslromad.it>
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