FEDERALISMO FISCALE: ANCI IN BICAMERALE; COMUNI DESTINATARI PRIVILEGIATI, NO A 'CENTRALISMO REGIONALE'
Scongiurare il rischio che si passi da un 'centralismo statale' ad un 'centralismo regionale'. Mettere i Comuni nelle condizioni di valorizzare in modo adeguato i beni trasferibili. Proseguire nella concertazione positiva tra Governo e Autonomie locali, evitando passi indietro rispetto a significative modifiche gia' apportate al testo presentato dal Governo il marzo scorso.
Sono queste le principali questioni poste sul decreto relativo al federalismo demaniale, e ribadite dall'ANCI nel corso dell'audizione presso la Commissione bicamerale sul federalismo fiscale che si e' riunita oggi.
A rappresentare l'Associazione il Sindaco di Cosenza e Vicepresidente dell'ANCI, Salvatore Perugini, che ha voluto innanzitutto sottolineare ''la positiva collaborazione con il Governo rispetto al testo sul federalismo demaniale, che e' stato integrato con alcune delle nostre proposte emendative''.
Allo stesso tempo, pero', Perugini mette in guardia: ''Non sarebbe accettabile, per l'ANCI, che il testo gia' concordato con il Governo venga modificato eliminando le nostre richieste gia' accolte: sarebbe un fatto politico grave, e farebbe venire meno il principio di leale collaborazione che sta alla base della legge delega sul federalismo''.
Inoltre, Perugini ha ribadito ''la necessita' di includere nella procedura ordinaria di trasferimento i beni culturali non di valore nazionale e quelli militari, altrimenti si corre il rischio che per i Comuni il federalismo demaniale si risolva in ben poca cosa. E questo sarebbe in contraddizione con il principio cardine fissato nello stesso decreto, che vede i Comuni come destinatari privilegiati''.
Permane poi, spiega Perugini, ''il problema del Patto di stabilita', che andrebbe allentato. I Comuni - afferma - vanno messi nelle condizioni di valorizzare al meglio i beni che verrebbero loro trasferiti, rafforzando la previsione relativa ai fondi immobiliari con la previsione di un favor per gli investitori istituzionali pubblici. I fondi immobiliari sono uno strumento importante per gestire i beni, ed addirittura indispensabile per i piccoli Comuni''.
Per quanto riguarda la procedura di trasferimento, ''stiamo ben attenti – afferma Perugini - a non appesantirla gravando i Comuni dell'onere di anticipare progetti, perche' prima di tutto voglio ricordare che la giusta valorizzazione del bene e' che questo rappresenti una risorsa per la comunita' e che non necessariamente generi un profitto. Inoltre eventuali progetti da chi sarebbero valutati e con quali garanzie? Il ruolo dell'Agenzia del demanio –conclude l'esponente dell'ANCI - andrebbe oltre l'accettabile e voglio ricordare che in generale va posto un problema di eliminazione di quelle strutture ed apparati statali che oggi hanno il compito di gestire i beni che verranno trasferiti.
Perugini ha espresso infine ''grande apprezzamento'' per le parole del presidente della Bicamerale, Enrico La Loggia, che ha ribadito: ''Nel trasferimento dei beni demaniali dallo Stato agli Enti locali bisogna privilegiare i Comuni''.
Roma, 6 maggio 2010
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